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LA
BOTTEGA CADORIN
UNA
DINASTIA DI ARTISTI VENEZIANI
Dal 26 novembre 2016 al 27 marzo 2017
Palazzo Fortuny
Venezia
Orario:
dalle 10.00 alle 18.00
chiuso il martedì
Ingresso:
intero 12, ridotto 10
Informazioni:
tel. 041/5200995
Sito
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Cadorin: una dinastia veneziana Provenienti da Pieve di Cadore,
come Tiziano Vecellio, i Cadorin già nel XVI secolo si
trasferiscono a Venezia. Dopo tre secoli lultima
bottega venne chiusa nel 1848.
Fino al 1925 Vincenzo, grande scultore e intagliatore,
lavorerà per i Savoia e per DAnnunzio, per chiese,
case e palazzi, intagliando e modellando ornamenti,
sculture e arredi, partecipando anche alle esposizioni
della Biennale fino alla sua fondazione.
Questa bella storia di una prolifica famiglia, viene ora
raccontata attraverso le immagini, le opere darte,
in quellarco di tempo che va dallOttocento e
il Novecento, negli ambienti particolari, magici, unici
di quel Palazzo Fortuny di Venezia.
Tutto questo è ora visibile grazie alla paziente e
affettuosa conservazione che ne ha fatto Ida Barbarigo,
ultima testimone di questa splendida famiglia, dove si
nota il passaggio dalla raffinatissima decorazione
allarte e dalla curatrice e ideatrice Daniela
Ferretti.
Il luogo di questa esposizione, che comprende oltre
duecento lavori, è proprio lo stesso frequentato da
Ettore e Guido Cadorin.
La storia della famiglia e bottega Cadorin è così densa
di avvenimenti e di persone, compresi i figli che si sono
succeduti, che la si potrebbe in minima parte raccogliere
sotto una serie di materie cui si dedicarono come
architettura, scultura, pittura, musica, poesia e arti
applicate.
Elencherò solo per sommi capi gli avvenimenti più
importanti. Tra questi lammirazione della regina
dItalia, Margherita di Savoia, per gli eccellenti
manufatti del nonno Vincenzo, gli zii Ettore e Romeo e il
padre Guido. Lo scompiglio che portò la visita della
regina nella bottega del primogenito Ettore, scultore,
come sapientemente scrive in catalogo Daniela Ferretti.
Lambiente culturale nel quale gravitano i Cadorin,
di generazione in generazione, si accresce sempre più.
Ne è riprova la frequentazione dellultimogenito
Guido con la sorella Ida nella casa-laboratorio di
Mariano Fortuny. Guido sposerà Livia, figlia di
quellAugusto Tivoli famosissimo fotografo
triestino. Livia ama la musica, si diletta di poesia, si
interesserà molto alla pittura e al disegno.
Lavoro importante fu quello al Vittoriale accompagnato
dagli elogi che il Vate fece per il disegno di una
vetrata, per un corpo o per un panneggio ben riuscito.
A casa Tivoli, il nonno materno eseguirà unampia
documentazione fotografica relativa alla ricostruzione
del Campanile di San Marco, oltre a tante altre foto che
documentano la quotidianità domestica, i gusti, la moda
e i fervori culturali della Serenissima.
Fotograferà anche la quasi totalità delle opere liberty
della bottega Cadorin.
Ida Barbarigo, che vive nel Palazzo Balbi Valier a
Dorsoduro, ama ricordare e dire della grande famiglia
Cadorin come di una famiglia dai caratteri diversi, tutti
pieni di talento.
In questa interessantissima esposizione ci sono anche i
lavori di Zoran Music che sposò la Barbarigo. Di natura
taciturna, Music sarà soggiogato dalla bellezza e
dallintelligenza di Ida instaurando un rapporto di
complicità per tutta la vita.
La bottega dei Cadorin, aperta sul finire
dellOttocento da Vincenzo, il nonno di Ida
Barbarigo, diviene così un laboratorio aperto, si
produce di tutto, dalle statue ornamentali, ai lumi, ai
fregi, dai putti agli arredi stile eclettico-storicista e
moderno, fino ai ritratti, statue di santi e di Madonne,
legni intagliati, marmo, terracotta. Uno stile
praticamente eclettico in scultura dagli stilemi
baroccheggianti al generico florealismo con modelli
rinascimentali e riferimenti neoclassici come scrive,
nellesauriente e riccamente illustrato catalogo,
Valerio Terraroli.
La bottega darà lavoro a numerosi apprendisti e operai
oltre al padre, ai figli Ettore, Romeo e Ida.
Questultima che visse solo ventisei anni, allieva
del pittore verista Guglielmo Ciardi, realizzerà
acquarelli di gusto Art Nouveau e disegnerà, per la
bottega familiare, cornici, ferri battuti, pizzi e
ventagli. Tutto questo e tanto altro si può vedere, ben
selezionato da Daniela Ferretti e da Ida Barbarigo che
non ama i complimenti e dice di essere:
Un
pezzo di Venezia, e basta
.
Conclude Daniela Ferretti in catalogo: Lomaggio a
queste vite poste sotto legida dellarte trova
così luogo ideale negli spazi di Palazzo Fortuny, vero
crocevia delle arti di tutti i tempi.
Particolarissima visione per chi lo vorrà.
Paolo Cazzella
o della Joie de Vivre
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