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QUADRIENNALE
darte Altri tempi, altri miti
Dal 13 ottobre 2016
al 8 gennaio 2017
Palazzo delle Esposizioni
Via Nazionale,
194
Roma
Orari:
domenica, martedì, mercoledì e giovedì dalle 10.00
alle 20.00;
venerdì e sabato dalle 10.00 alle 22.30
Ingressi:
intero 10,00 - ridotto 8,00
Open Quadriennale per studenti 8; scuole
4,00 (per studente);
studenti venerdì e sabato 4,00 dalle 19.00 a
chiusura;
Informazioni e prenotazioni:
visite guidate per singoli e gruppi
Tel. 06/39967500
visite guidate per le scuole
Tel. 848 082 408
Quadriennale
Catalogo:
NERO 30,00
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Linguardabile Quadriennale Capita così che a selezionare, o
meglio, invitare perché non è stata fatta una selezione
vera e propria attraverso concorso pubblico, siano stati
curatori più o meno storici dellarte, giornalisti,
titolari di dottorato di ricerca che non abbiano superato
i quaranta anni.
Questi non quarantenni hanno invitato, tutti o quasi al
di sotto dei quaranta anni, operatori nel campo dellArte.
Questa pletora di anime, compone ora il contenuto della
sedicesima Quadriennale darte di Roma. Promossa e
organizzata dalla Fondazione La Quadriennale di Roma e
dallAzienda Speciale Palaexpo, presenta dieci
sezioni espositive ideate, per lappunto, da undici
curatori.
Il contenuto va dalla imprevedibilità, alla
mossa obliqua, alla sorpresa
ripresi dallopera letteraria di Herman Melville
(1819 - 1891), Bartleby lo scrivano. Un
contenuto basato sullimpatto dei media digitali,
sulla proprietà intellettuale, sullubiquità,
indagando sullintimità delliper connessione
e dellaccelerazionismo, lopera come ultima
destinazione operativa dellagire e della ricerca.
Avete capito qualcosa? Io no, avete notato che non ho
parlato di Pittura, Scultura, Decorazione, semplicemente
perché il programma è sempre lo stesso oramai da
diverso tempo: video, installazioni e poi
videoinstallazioni. Situazioni trite e ritrite, viste
già nelle ultime Biennali veneziane.
Ma è davvero questa lArte contemporanea? Un
cucchiaino con un petalo artificiale su un piede di
ferro; una Pellicola 35 mm. che gira avanti e indietro,
allinterno di un involucro di perspex e vetro; uninsegna
al neon; unolio su lino con cassa da trasporto
annessa, specchio e neon; del poliuretano indurito:
questa è lArte contemporanea?
Vado avanti con il collage digitale; uno specchio su
telaio in legno; installazione audio loop e video; legno
multistrato: impiallacciato colorato; gomma siliconica su
porfido frammentario e tanto tanto altro, come foto fatte
anche con la Polaroid.
La domanda sorge spontanea: ma è questa lArte
contemporanea? Non continuerò con questo tormentone,
perché bisogna prendere atto che anche questa è larte
contemporanea. Esistono, infatti, artisti viventi che
creano dellottima Pittura, che elaborano delle
significative sculture. E questa è anche Arte
contemporanea. Sconosciuta a tanti, non certo agli
addetti ai lavori. Ha ancora senso ripetere esperienze
del passato, che hanno avuto visibilità in altre e più
accreditate manifestazioni darte?
Se lhumus principale dellArte contemporanea
si basa essenzialmente sulla sorpresa, sullimprevedibilità,
è bene che questa venga fuori e non sia una brutta e
falsa copia di altre esposizioni.
Ma non volendo rattristare né voi né il sottoscritto,
vi sottolineo qualcosa di divertente e forse
interessante. In primis IL Bacia mano,
simpaticamente eseguito da Ninetto Davoli, dove su un
piccolo palco, posto al centro della stanza circolare dingresso
del Palazzo delle Esposizioni, uno alla volta sono salite
le persone. Laltra forse interessante performance
è quella del ragazzo seduto a terra, impegnato nellatto
di ritagliare sculture da una serie di libri sullarte
antica di Egizi, Sumeri, Assiri, Atzechi ed Etruschi, per
poi abbandonarle via via sul pavimento già invaso di
ritagli.
Da parte mia è ben poco, onestamente e poi queste azioni
ci sono state solo allinaugurazione, riproposte il
sabato e la domenica successivi e poi basta.
Ma forse chiedo troppo, forse sono fuori tempo o forse
ribaltando il concetto sono fuori tempo queste azioni
perché ormai consunte, vissute, ahimè digerite. Ne
abbiamo di esempi da Piero Manzoni a Yves Klein, Joseph
Beuys, la grande Marina Abramovic, Kounellis, Pistoletto,
per citare solo pochissimi noti.
Non esistono ricette certe, sicuramente, però, esiste il
concetto del bello. Larte si è sempre
votata al bello, dove interagissero valori
estetici formali e non.
In questa Quadriennale ho difficoltà a percepire
qualcosa di bello, ma chiaramente la mia è solo una
visione. Dal momento che tutti noi siamo curiosi, linvito
è quello di andare a vederla, sapendo bene quello che ci
si può aspettare.
Buona visione.
Paolo Cazzella
o della Joie de Vivre
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