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I VOLI DELLARIOSTO
LOrlando furioso e le arti
Dal 15 giugno al30
ottobre 2016
Tivoli (Roma)
Villa dEste
Orari:
dal martedì alla domenica ore 8.30
fino ad unora prima della chiusura del monumento
Aperture serali nelle giornate di venerdì e sabato
Biglietto:
11,00: mostra + ingresso villa, Ridotto:
7,00
Informazioni:
tel. 0774/312070
Sito web
Catalogo:
Officina Libraria
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Ariosto: dipinse con le parole La sua scrittura è tutta una
fantasmagoria di versi ben fatti, che sembrano dare la
visione reale a chi li legge.
Lo affermò lAretino (1492 - 1556), dopo averlo
scritto Ludovico Dolce (1508 - 1568) nell Apologia
contra ai detrattori dellAriosto.
Ora una piccola ma significativa quanto stuzzicante
esposizione sta a testimoniarlo. In quel di Villa dEste
gli studiosi curatori della mostra: Marina Cogotti
(Direttrice di Villa dEste Tivoli), Vincenzo
Farinella (Professore di Storia dellArte Moderna
allUniversità di Pisa) e Monica Preti
(Responsabile della programmazione di Storia dellArte
e Archeologia presso lAuditorium del Museo del
Louvre) hanno pensato bene di raccogliere un bel numero
di opere darte, prendendo il pretesto del
cinquecentesimo anniversario della prima edizione dellOrlando
Furioso di Ludovico Ariosto (1474 - 1533) del 1516.
Una mostra che esercita un fil rouge tra il poema e le
arti figurative fino ad oggi. Non è chiaramente un
pretesto per mettere su una mostra qualsiasi. Di fatto lAriosto,
come hanno affermato intellettuali di varie branche, ha
nei suoi versi quella meravigliosa dote di far vedere,
come se fossero scene reali, immagini sapientemente
descritte con un uso del vocabolo tutto particolare ed
efficace.
Per loccasione sono state opere comprendenti
dipinti, sculture, arazzi, ceramiche, disegni, incisioni,
medaglie, libri illustrati, dagli inizi del Cinquecento
fino al Novecento.
Nelle sei sale vengono così elaborati vari temi:
I volti e il mito dellAriosto dove
vengono prese in considerazione le prime tre storiche
edizioni dellOrlando Furioso (1516, 1521, 1532),
alcuni ritratti famosi del poeta, altri documenti e
dipinti.
Il Cinquecento: nascita e diffusione delliconografia
ariostesca è il titolo della seconda sala dominata
da tre grandi e splendidi arazzi provenienti dal Musée
des Arts décoratifs di Parigi. La loro presenza evoca
visivamente lambiente della corte estense, vale a
dire quel contesto culturale che ispirò lAriosto
per il suo Orlando. La presenza di un bel dipinto di
Dosso Dossi, dà la stura alla nascita di una nuova
iconografia ariostesca, praticamente contemporaneamente
alla pubblicazione della prima edizione del poema (1516).
Il dipinto del Dossi ha la sua importanza anche perché,
lo documentano recenti indagini diagnostiche, è la
testimonianza visiva del tema della follia di Orlando.
Stampe e ceramiche completano lintenso apparato di
opere della seconda sala.
Si passa così tra Sei e Settecento: storie del
Furioso, da Firenze alla Francia. Attraverso grandi
tele si può assistere allinterpretazione degli
episodi letterari, tra commenti e allegorie che
accompagnano i versi dellAriosto. Tra le opere,
delicatissimi disegni dal tratto fuggente tipico di Jean
Honoré Fragonard (1732 - 1806) e che fecero parte
di una serie di circa centoottanta fogli, eseguiti verso
il 1780 dallartista francese, per la realizzazione
della nuova edizione illustrata del poema.
Il tema del paesaggio, inteso come protagonista rispetto
alle figure umane, è lelemento allestito nella
quarta sala. Dai dipinti di Giuseppe Bisi (1787 - 1859) e
Massimo Taparelli DAzeglio (1798 1866)
tipicamente romantici a Giuseppe Bezzuoli (1784 - 1855),
che coglie il paesaggio dal vero sulla base di studi
realizzati allaria aperta.
Nella quinta sala sono presenti quelle: Visioni del
Furioso nellOttocento francese che danno
anche il titolo a questa sezione. Autori come Jean
Auguste Dominique Ingres (1780 - 1867) o Eugène
Delacroix (1798 - 1863) fino a Gustave Dorè (1832 -
1883), portano alla conoscenza visiva dellOrlando
Furioso.
Lultima sala è un omaggio a Luca Ronconi (1933 -
2015) autore del suo Orlando presentato al Festival di
Spoleto il 4 luglio del 1969. Circondati dalle pregevoli
foto in bianco e nero di Ugo Mulas (1928 - 1973), in
occasione della messa in scena in piazza del Duomo a
Milano, appaiono i quattro grandi cavalli e lalbero
ideati da Pier Luigi Pizzi (1930) che curò la
sceneggiatura e i costumi della grande opera teatrale.
Attraverso la contemporaneità di questi elementi: lattualità
del poema ariostesco, fonte ancora viva per il mondo
contemporaneo e le decorazioni delle sale di Villa dEste,
testimonianza del capolavoro del Rinascimento italiano,
dichiarato nel 2001 patrimonio dellumanità dallUnesco,
nota per il giardino allitaliana con una grande
concentrazione di fontane, ninfei, cascate e giochi dacqua,
non poteva meglio rappresentare il luogo per ospitare
questa intensa mostra sullAriosto. Daltra
parte Villa dEste negli ultimi anni ha basato la
programmazione culturale soprattutto sulla cultura del
Rinascimento.
Giustamente Vincenzo Farinella ha suggerito che lambiente
di Villa dEste ricorda molto le atmosfere dellopera
dellAriosto. Passeggiando nel giardino, potremmo
trovarci di fronte ai personaggi del grande poema che,
improvvisamente, sono sbucati da una siepe.
Nellesposizione, tra le opere, si passa dalla
medaglia di Ludovico Ariosto del Museo Nazionale del
Bargello a Firenze a xilografie della Civica Raccolta
delle stampe A. Bertarelli di Milano. Un
bellissimo bulino (il più antico procedimento
calcografico che prende il nome dallo strumento usato per
incidere il metallo) di Giulio Bonasone (1498
1574) dellIstituto Centrale per la Grafica di Roma
e sempre da Roma un altro bulino Angelica e Medoro
di Giorgio Ghisi (1520 1582) fino alle acqueforti
di Antonio Tempesta (1555 1630) e poi gli arazzi
di Hans Karcher fatti su cartoni di Leonardo da Brescia.
Tra i tanti dipinti, quello che particolarmente mi ha
colpito e che senza dubbio è unico nel tema è quello di
Rutilio Manetti (1570 1639) Ruggiero e
Alcina della Galleria Palatina di Palazzo Pitti a
Firenze. Il dipinto è ispirato al VII canto del poema
dove si racconta dellarrivo di Ruggiero giunto sullisola
della maga Alcina. Ammaliato da tale visione, il Ruggiero
dimenticherà la promessa sposa Bradamante, distratto da
Alcina che gli offre un sontuoso banchetto con musiche
per mezzo di citare, arpe e lire. Nel
riportare una parte delle strofe dellAriosto,
quando andrete a vedere questa mostra noterete come le
parole abbiano preso il sopravvento sullimmagine:
tolte che fur le mense e le vivande, facean,
sedendo in cerchio, un giuoco lieto: che ne lorecchio
lun laltro domande, come più piace lor,
qualche secreto;
.e furon lor conclusioni
estreme di ritrovarsi quella notte insieme.
Il Manetti dosa i contrasti luministici, come Federica
Caneparo scrive in catalogo, per focalizzare lattenzione
sul gioco dei segreti. Intorno alle figure di
Ruggiero, dal vezzoso cappello piumato e Alcina con levidente
seducente bellezza dellincarnato latteo, altre
coppie sono intente in amorosi colloqui suggerendo la
scelta tra il vizio e la virtù, che è poi il tema
nodale dellepisodio.
Un bel dipinto da vedere con attenzione.
Sono presenti nellesposizione anche maioliche e
bronzi. Il Poema è quindi attuale, come lo è la mostra,
come lo è Villa dEste. Per tutta la durata dellesposizione
nei giardini di Villa dEste, si potranno ascoltare
le voci di Alberto Lupo, Giorgio Albertazzi e Arnoldo
Foà che
racconteranno lOrlando Furioso nella Fontana della
Civetta, vale a dire in quel luogo dedito allascolto,
alla riflessione, al riposo.
Altro interessante appuntamento saranno i momenti
musicali del 2 e del 15 luglio con programmazione del
teatro musicale barocco e quella del 27 agosto e del 17
settembre.
Un nutrito programma, unatmosfera particolare che
produrrà senza dubbio leffetto di voler rileggere
un testo veramente unico della cultura rinascimentale.
Fantasmagorica visione a tutti voi.
Paolo Cazzella
o della Joie de Vivre
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