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DE
CHIRICO. LA RICOSTRUZIONE
Dal 27 febbraio al 5 giugno 2016
Spoleto (Perugia)
Palazzo Bufalini (piazza Duomo)
Orari:
dal martedì alla domenica
dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 14.30 alle 18.00
lunedì chiuso
Informazioni e prenotazioni:
tel. +39 0743/222889
Sito web
Ingresso:
5 euro; ridotto 3 euro
Catalogo:
MetaMorfosi
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Il De Chirico della Ricostruzione Il Mag: MetaMorfosi Art Gallery
ha inaugurato il suo spazio espositivo a Spoleto con una
piccola mostra su De Chirico (1888 1978). Lo
spazio che misura poco più di duecento metri quadrati è
organizzato in maniera da rendere il percorso delle
mostre piacevolmente fruibile. È allinterno del
Palazzo Bufalini adiacente al Duomo. È solo un inizio,
il Mag infatti continuerà la sua attività con una ricca
programmazione attraverso la collaborazione di
fondazioni, di istituzioni culturali e internazionali,
portando a Spoleto i maggiori protagonisti del mondo
dellarte classica e moderna.
Per questa mostra, che ho avuto il piacere di visitare,
ci si è avvalsi della collaborazione della Fondazione
Giorgio e Isa de Chirico. La scelta di inaugurare questo
spazio, proprio con una mostra sul grande artista, è
stata anche suggerita dal fatto della sua ripetuta
presenza ai vari Festival dei Due Mondi.
Lesposizione che conta tredici dipinti, è stata
curata dallo storico dellarte Claudio Strinati,
comprendente quel periodo che va dal dopoguerra al 1976.
In questa mostra, pur essendoci alcuni lavori di minor
importanza (bisogna però ricordare sempre che sto
parlando di de Chirico), è sempre vivo quel modo
particolarissimo e del tutto originale di concepire la
composizione, di stendere il colore che è solo e
unicamente di Giorgio de Chirico, che proprio perché
così unico, non ha lasciato eredi.
La ricostruzione cui si riferisce il titolo di questa
mostra proviene dalla volontà dellartista appena
dopo il secondo conflitto mondiale. Già nel 1937, come
sapientemente e acutamente sottolinea lo Strinati,
nellEsposizione Universale di Parigi la presenza di
Guernica va a consacrare Picasso come artista epocale.
Sarà proprio allesperienza picassiana, che lo
stesso de Chirico si ispirerà, non tanto sotto
laspetto pittorico, ma soprattutto come degna
testimonianza per ambire a supremazia artistica. E questa
supremazia de Chirico la raggiunse, non solo puntando il
dito sulla differenza tra ispirazione e rivelazione, tra
la semplicità della stesura del dipinto e la qualità
della materia pittorica, ma anche ribadendo la supremazia
assoluta dellimmagine sulla parola, e da modesto
pittore quale sono mi trova perfettamente daccordo.
Grazie al profondo lavoro della Fondazione Isa e Giorgio
de Chirico, le vicende sulla denuncia dei falsi hanno
avuto il giusto e meritato giudizio, allontanando per
sempre laccusa di essere il primo a
falsificare se stesso. Accuse infondate se si
pensa come la pratica della replica dimportanti
composizioni sia stata attuata perfino da Raffaello, da
Tiziano, da Reni.
Tutto questo non fece altro che accrescere la sua già
mitica fama fino alla creazione della così detta
Neometafisica, anche se provocherà
nellanimo sensibile dellartista enorme
sfiducia perché criticato come sopravvissuto solo
fisicamente a se stesso.
Negli ultimi trentanni della sua vita la sua forza
espressiva accoglierà sempre più un vastissimo
pubblico, attraverso quella ricostruzione, della
precedente produzione mirata a un pubblico elitario e che
ripropose.
Nel prendere in esame solo alcuni dipinti in esposizione,
parlerò della Natura morta nel paesaggio con drappo
rosso del 1948, ribattezzata Vita silente, di altissima
qualità. La matericità data attraverso il colore assume
le forme della monumentalità anche attraverso il
paesaggio lontanissimo.
Nella Vita silente con busto di Minerva del
1973, il modello in gesso di accademica memoria, si
affaccia su un tavolo o davanzale dove è presente una
sparpagliata natura morta, posta lì come su di un
palcoscenico, accentuato dalla presenza di due tende
laterali a significare un sipario.
Nel Il Contemplatore del 1976 eseguito due
anni prima che de Chirico terminasse la sua vita è
interessante lazione dello spiare, dello sbirciare
del manichino che osserva quasi di sfuggita lopera
collocata su un ideale cavalletto.
In fondo immagini che non esistono, da qui
lispirazione tutta dechirichiana della metafisica.
Immagini che potrebbero essere ma che non sono nella
realtà e questa realtà è solo presa da
quellaspetto di natura onirica che occuperà un
po tutta la vita di de Chirico, così come lo è
stata la vita di un altro grande artista, anche se in un
altro campo quello cinematografico, Federico Fellini.
Anche in Fellini le immagini che scorrono sono lì a
testimoniarci una realtà pensata, immaginata, sognata,
non una vera realtà del quotidiano.
Una mostra da godere come lo spazio che laccoglie.
Felice visione.
Paolo Cazzella
o della Joie de Vivre
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