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oltre l'arte
2016

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CATALDI e PIERONI
La Stanza di Piero e il Senso dell’Ordine
Dal 26 febbraio al 22 aprile 2016

Sinopia Galleria
via dei Banchi Nuovi 21/b
Roma

Informazioni:
tel. 06/6872869 - 4549 3845 | 347 3737656

Sito web

Blog

a cura di Stefania Severi e Raffaella Lupi

Orari:
10.30 – 13.30 e 15.30 – 19.30
chiuso domenica e lunedì

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Serbare la Memoria con Creatività

È intrigante assistere al confronto di due diverse creatività stimolate dalla scoperta di un’intimità racchiusa nella Stanza di Piero.
Un’intimità di fronte alla quale Francesca Cataldi e Riccardo Pieroni non si sono sentiti intimiditi, ma propongono di conservare la memoria di quel laboratorio appartenuto ad un ingegnere nel quale si rifugiava per trascorrere le ore sperimentando apparecchi di trasmissione.

Numerosi sono i transistor e i condensatori, ordinati in cassetti e scatolette, portati alla “luce” e suggellati nei vetri di Francesca Cataldi e “catalogati” nelle fotografie di Riccardo Pieroni.

Scatole chiuse e scatole aperte, dove alloggiare la memoria e sperimentare il paradosso filosofico del gatto di Schrödinger, con il quale, sino a quando la scatola è chiusa, tutto è possibile: il gatto può essere vivo o morto e così nelle scatole è proposto un ordine o una casualità nella conservazione.

Francesca Cataldi propone delle sculture di vetro dove sono racchiusi gli elementi della memoria, decontestualizzando il loro ruolo, ma legandoli al suo “collezionista”, con una grande libertà espressiva.

Riccardo Pieroni, con le sue fotografie, suggerisce una lettura legata ai contenitori oltre che ai contenuti, mostrando sia delle scatolette chiuse che aperte, ordinate nei cassetti e composte, con vedute dall’alto, come se fossero tante casette tipo quelle cantate da Pete Seeger in
Little Boxes, ma anche degli interni di gusto fiammingo. Fotografie pittoriche, dove la luce è calibrata per valutare non solo le ombre, ma anche le sfumature di un cosmo personale che indaga anche nell’ambito metafisico.

Anche Francesca Cataldi utilizza la luce, ma variandone, di volta in volta, i risultati, secondo il luogo di esposizione, della luminescenza dell’opera e dei singoli elementi. Una luce che filtra e traspare o magari rimbalza sulla superficie irregolare, lasciando un po’ alla casualità del momento.

A completare la proposta di Francesca Cataldi le sue opere su carta e su tessuto, i libri e le fantasie geometriche, utilizzando anche il filo di rame delle bobine dell’ingegnere, in uno spazio dove si propone di far dialogare gli arredi con l’opera d’arte.

Gianleonardo Latini

 

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