sommario
INDICE
*************************
*************************
HAYEZ
A BRERA
Il laboratorio di un pittore
Dal 14 novembre 2015
al 21 gennaio 2016
Milano
Accademia di Belle Arti di Brera
via Brera 28
Orari:
martedì / domenica 10.00 19.00
chiuso il lunedì
Ingresso gratuito
Informazioni:
tel. 02/869551
http://www.accademiadibrera.milano.it
******************
HAYEZ
Dal 7 novembre 2015
al 21 febbraio 2016
Milano
Gallerie dItalia
piazza Scala 6
Orari:
dal martedì alla domenica
dalle 9.30 alle 19.30
giovedì 9.30 22.30
chiuso il lunedì
Ingresso:
intero 10 euro, ridotto 8 euro, ridottissimo 5 euro
Informazioni:
numero verde 800167619
http://www.gallerieditalia.com
Catalogo:
a cura di Fernando Mazzocca
Silvana Editoriale
384 pagine
250 illustrazioni a colori
34,00
*************************
*************************
|
Hayez: Il dotatissimo pittore allinsegna
del Bello Di
Francesco Hayez, nato a Venezia nel 1791 e venuto a
mancare nel 1882 a Milano, si conoscono poche (anche se
significative) opere divenute icone del Romanticismo
italiano. Una tra tutte è il famosissimo Il bacio
che ebbe due versioni non eccessivamente grandi nelle
dimensioni. Ma non parlerò soprattutto di questo
dipinto, ma della straordinaria versatilità di questo
Pittore.
La sua lunga vita, terminata esattamente appena compiuti
i novantuno anni, ebbe inizio, a livello artistico,
quando aveva appena sette anni. A nove già frequenta la
Galleria Farsetti a Venezia per esercitarsi nel disegno
attraverso i gessi delle statue classiche. A soli
quattordici anni vince il primo premio per il disegno del
nudo allAccademia di Venezia.
E poi
e poi consiglio voi tutti di leggere la sua
ricca biografia perché è per altri motivi che voglio
parlarvi di Hayez.
Lo spunto me lo danno due mostre appena inauguratesi a
Milano; una nella Sala Napoleonica dellAccademia di
Belle Arti di Brera, laltra alle Gallerie dItalia
in piazza della Scala.
In quella di Brera il metodo e il luogo di lavoro di
Francesco Hayez, che è stato professore allAccademia,
vengono messi in mostra i vari generi pittorici da lui
praticati come la figura, i ritratti e poi tanti libri.
Nella seconda sezione dellesposizione è
ricostruito il laboratorio con ottanta disegni,
restaurati dallOpificio delle Pietre Dure, a
confronto con altre opere anche di altri autori. Viene
così messo in luce il procedimento tipico ottocentesco
della traduzione dai modelli al disegno, alla pittura,
alla stampa.
Nellaltra esposizione, quella delle Gallerie dItalia,
vengono esposti più di cento tra dipinti e affreschi.
Particolare rilievo sono temi molto cari allArtista
come la Malinconia e la Meditazione che esprimeranno le
problematiche del Risorgimento.
Hayez viene identificato come padrone di diversi generi
come la pittura storica e il ritratto, la mitologia, la
pittura sacra e lorientalismo fino al nudo
femminile. La sua pittura è volta al Bello,
dalle pennellate dove il colore è pulito e non
contaminato da imperfezioni, in contrasto con una realtà
rappresentata da altri artisti in maniera cruda. E questo
bello, unito ai temi sopra descritti, ha una
funzione educativa perché non è rivolta solo a un élite
bensì al popolo intero.
Il passaggio dallimpegno della scena storica al
repertorio orientalista viene stimolato da una clientela
sempre più interessata alla sua pittura. Lorientalismo
sarà la seduzione congeniale allindole dellartista.
Passerà così dalle Odalische agli interni degli harem
confrontandosi attraverso il vero nella
grande tradizione della pittura cinque e seicentesca.
Sto parlando chiaramente delle Veneri tizianesche e le
belle e lisce nudità emiliane del Reni (1575
1642), del Domenichino (1581 1641), del Guercino
(1591 1666) fino ad arrivare al mio preferito
Cagnacci (1601 1663).
Passerà poi dalla pittura a olio fino allaffresco,
confrontandosi con il Tiepolo attraverso la volta della
Sala delle Cariatidi del Palazzo Reale di Milano.
Nei dipinti a olio, è nel genere delle mezze figure
ispirate da quel mondo accademico tipico della già
citata tradizione emiliana, delle Sibille e delle
Cleopatre, che Hayez trova una sua espressione
particolare, elaborando un suo originalissimo modo di
interpretare il mezzo nudo femminile, come nella Malinconia
o nelle eroine bibliche, conferendo loro linquietudine
del contemporaneo male di vivere.
Nel dipinto La Meditazione del 1851, il mezzo
nudo seduto, che ricorda tanto le cleopatre del Cagnacci,
assume una forza espressiva attraverso lo sguardo intenso
e diretto. La testa reclinata e poi gli occhi, che invece
di guardare il libro e il crocefisso che tiene in grembo,
guardano noi, guardano senza vedere, perché sono occhi
che pensano e che pare parlino. Una malinconia che
ricorda tanto Leopardi (1798 1837).
Hayez ricorse anche alla fotografia, si veda ad esempio
il Ritratto della contessina Antonietta Negroni
Prati Morosini del 1858, per evitare lunghe e
faticose sedute di posa che una bambina non avrebbe mai
potuto sopportare. Il ricorso alla fotografia in Hayez,
se allinizio è stata ostacolata soprattutto nella
didattica, nel tempo venne accettata dallartista
per la possibilità di catturare lespressione e il
movimento della figura da ritrarre.
Interessante è anche il taglio nel dipinto
che lartista ha dato nel Vaso di fiori sulla
finestra di un harem del 1881 dove si scorgono
appena le mani che reggono il vaso e una parte del volto;
attraverso i suoi centoventicinque centimetri di altezza,
un vaso colmo di vari fiori è un invito a godere della
bellezza.
Due mostre a tutto tondo, utili per la rivalutazione
della cultura del Romanticismo figurativo.
Due mostre utili per esaudire il desiderio della
conoscenza del veneto Francesco Hayez.
Bella visione a tutti voi.
Paolo Cazzella
o della Joie de Vivre
|