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Un numero perfetto: 3 ovvero le mostre di Palaexpo Questa volta il Grande Edificio di via Nazionale a Roma ha fatto centro tre volte. Tre sono, infatti, le esposizioni iniziate tutte lo stesso giorno (16 ottobre 2015) e che chiuderanno ognuna a distanza di un mese dall’altra. Vado con ordine a parlare di quella che chiuderà per prima: 15 dicembre, vale a dire ‘Russia on the road’ 1920 – 1990. In collaborazione con l’Istituto dell’Arte Realista Russa di Mosca, si avvale della presenza di circa sessanta dipinti provenienti dalle collezioni sia dell’Istituto stesso che dai principali musei del Paese. Il tema principale è il nuovo protagonismo del popolo russo dei nuovi mezzi di trasporto. Protagonismo che influenzò anche l’immaginario degli artisti. Un approccio che gli artisti ebbero verso i soggetti tecnologici. Si tratta di opere fortemente ideologiche, ma non solo, anche lavori più intimi e poetici. Un’ulteriore angolo di visione sulla storia dell’arte russa. L’esposizione che chiuderà la visione al pubblico il 17 gennaio 2016, è quella che concentra il suo interesse nell’arco di quaranta anni del primo novecento sul liberty e il design italiano. Un design moderno, che verrà influenzato da quegli artisti del tempo che con la complicità e la conoscenza della materia di ebanisti, ceramisti e maestri vetrai, daranno vita a un vero e proprio ‘stile italiano’. Con più di cento opere la mostra crea quel dialogo continuo che va dalle arti decorative alle arti plastiche. La mostra è veramente un ampio e variegato concentrato di opere che vanno da ‘Le signorine’ del 1912 di un più che maturo Felice Casorati (1883 – 1963) della Ca’ pesaro di Venezia, al ricco e prezioso trittico di Luigi Bonazza (1877 – 1965) con ‘La leggenda di Orfeo’ proveniente dal Museo Mart di Rovereto, dove l’eleganza descrittiva delle Figure rappresentate è perfettamente in stile con l’eleganza del bello ed elaborato involucro che include i tre dipinti a olio su tela. E poi i sempre ironici e variopinti mobili (tavoli, sedie, credenze) di Giacomo Balla (1871 - 1958) oltre ai suoi famosissimi panciotti futuristi. C’è Fortunato Depero (1892 – 1960), Enrico Prampolini (1894 – 1956), Tullio d’Albisola (Tullio Mazzotti 1899 – 1971, Julius Evola (Giulio Cesare Andrea Evla 1898 – 1974), solo per citare alcuni Artisti. La mostra comprende anche le interessanti interpretazioni di un Carlo Scarpa (1906 – 1978), attraverso i suoi vasi in vetro a decoro o la coppa e vaso in vetro incamiciato. Dipinti di Giorgio De Chirico (1888 – 1978) (già esposti in tantissime altre occasioni), di Alberto Savinio (1891 – 1952), Giò Ponti (1891 – 1979), un interessantissimo olio di Ubaldo Oppi (1889 – 1942) ‘ Ritratto della moglie sullo sfondo di Venezia’ del 1921, un’elegante mobile – vetrina di Pietro Lingeri (1894 – 1968) del 1930, solo per nominarne alcuni. La mostra sugli ‘Impressionisti e moderni’ conta poco più di sessanta dipinti provenienti dalla Phillips Collection di Washington. Istituzione inaugurata nel 1921 che negli anni, da museo intimo e raccolto, si è trasformata in una raccolta di opere d’arte moderna e contemporanea. Rassegna dedicata alla pittura europea e americana, si va da Goya (1746 – 1828) a Ingres (1780 – 1867), da Delacroix (1798 – 1863) a Courbet (1819 – 1877) e Manet (1832 – 1883). C’è poi Cezanne (1839 – 1906), Degas (1834 – 1917), Van Gogh (1853 – 1890), Monet (1840 – 1926), Sisley (1839 – 1899) e tanti altri artisti del secondo dopoguerra. Insomma un’interessante carrellata che va dal Classicismo, Realismo e Romanticismo, all’Impressionismo e Postimpressionismo, al Cubismo, al Modernismo e all’Espressionismo. Visione variegata per voi.
Paolo Cazzella |