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Una Rassegna dai mille colori: Muve Contemporaneo La Fondazione dei Musei Civici di Venezia in concomitanza con la Biennale d’Arte torna per la seconda volta a proporre la rassegna ‘Muve Contemporaneo’. L’intera manifestazione comprende alcuni musei civici di Venezia; Galleria d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, Museo Correr, Palazzo Fortuny, Ca’ Rezzonico, Palazzo Ducale, Palazzo Mocenigo, Museo del Vetro, Museo del Merletto, proponendo eventi e performance attraverso la presenza di alcuni protagonisti dell’arte di oggi. Un sistema aperto alle contaminazioni dei linguaggi dialogando e creando, quindi, un confronto tra passato e presente. Chi mi conosce sa perfettamente quanto a volte non abbia amato tali contaminazioni. La storia un giorno chissà darà ragione ora all’una, ora all’altra idea. Sta di fatto che i tempi in cui viviamo mettono spesso in discussione anche i nostri ‘credi’, quindi passo tranquillamente a elencare una serie di appuntamenti, che iniziati dal maggio del 2015 si concluderanno a novembre dello stesso anno. Si è conclusa il 13 settembre l’esposizione di Cy Twombly (1928-2011). Un percorso durato sessant’anni nell’ambito del mondo misterioso della Vita, dei segni, delle parole, dell’immaginario. In diverse occasioni mi ha sempre ricordato l’espressionismo segnico di Hans Hartung (1904-1989). Una selezione di dipinti di guerra realizzati nel corso di dieci anni dalla sessantacinquenne Jenny Holzer, raccolgono il tema della guerra globale fino al terrorismo dopo l’11 settembre 2001, alle operazioni militari Usa in Afghanistan e Iraq. Nel Palazzo Pesaro Orfei, vale a dire il gustoso Museo Fortuny, fino al 22 novembre è esposta la mostra Proportio. Un’indagine sulla proporzione geometrica dal trattato di Luca Pacioli (1445-1517) all’illustrazione di Leonardo (1452-1519). La ‘divina proporzione’ per intenderci, scoperta dai pitagorici e definita da Euclide attraverso quel numero irrazionale considerato il numero della proporzione divina, donando a tutte le cose la loro dimensione armonica. Così per approssimarsi all’armonia assoluta delle cose, l’uomo attraverso quel numero d’oro 1,618 ha costruito e rappresentato il mondo, dalla geometria all’architettura, dalla pittura alla musica, alla natura. Si passa così in questa esposizione dalla sessantottenne Marina Abramovic, al cinquantatrenne Massimo Bartolini, al cinquantasettenne Maurizio Donzelli, al sessantatrenne Otto Boll solo per citare alcuni degli artisti presenti in questa rassegna. Un’unica data, invece è stata quella del 9 maggio, dove a Ca’ Rezzonico Corrado Levi, esponente dell’architettura contemporanea, ha proposto una performance centrata sulle corrispondenze tra emissione di suoni del violoncello e modi di condurre il pennello in pittura, esplorando alcune delle sue infinite modalità. Nel fare fatica a riportare quanto in parte letto e in parte visto, a Ca’ Pesaro una serie di eventi: il 13 settembre si è conclusa una mostra/installazione di Federica Marangoni. Un filo di luce al neon rosso ha tagliato idealmente la facciata del Museo entrando in esso e portando il visitatore nelle due sale espositive. Libertà dell’individuo e caos in cui l’umanità si dibatte. Fino al 10 gennaio 2016 va in scena la ‘costruzione’ fisica di Flavio Favelli. Attraverso oggetti apparentemente banali, il Favelli crea performance attraverso un confronto-incontro con opere della collezione Sonnabend. In contemporanea il progetto curato da Bruno Corà: ‘…ma un’estensione’, interseca scultura e pittura attraverso la tradizione di Ca’ Pesaro per mezzo di Marco Gastini, Paolo Icaro, Eliseo Mattiacci e Giuseppe Spagnolo. Infine nell’accogliente museo, l’astrattismo geometrico di Gard creerà un ciclo di nuove sperimentazioni pittoriche dal titolo: ‘Ferruccio Gard, Chromatism and optical art’. A Palazzo Mocenigo piccole creazioni di Textile Art o Fiber Art oltre all’installazione multimediale e multisensoriale di Andrea Morucchio. E poi Leslie Hirst che presenta un lavoro a metà strada tra scrittura e arte visiva in rapporto con le tradizioni del Museo del Merletto. Infine diverse mostre sul rinnovato Museo del Vetro di Murano dove fino al 31 gennaio 2016, la produzione vetraria dell’isola sarà con la mostra A.Ve.M. - Arte Vetraria Muranese, dando testimonianza di una realtà imprenditoriale fondata negli anni Trenta del Novecento attraverso la collezione di Lutz Holz. Insomma un ricchissimo programma dalle emozioni più disparate, che solo una città vera e viva come Venezia poteva mettere in pratica. Interessante, problematica e discutibile visione a voi tutti.
Paolo Cazzella |