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2015

Beni Culturali - Mostre
Mostre - Sommario




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SCULTURE PREZIOSE
oreficeria sacra nel Lazio dal XIII al XVIII secolo
Dal 30 marzo al 30 giugno 2015

Città del Vaticano
Braccio di Carlomagno

Orario:
dal lunedì al venerdì
9,30 / 17,30
mercoledì 13,30 / 17,30
sabato 10 / 17
chiuso domenica e festività vaticane

Ingresso:
Piazza San Pietro, Braccio di Carlomagno

Informazioni:
telefono 06/69883041 - 69674232

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La Bellezza nelle chiese e nel Lazio

Una Bellezza gratuita affidata ora alla statua portata in processione, ora all’antichissimo reliquiario per il terremoto o per la siccità; è la carità della Bellezza, quella che riempie gli occhi e che rimane viva nella memoria. E a questa universale Bellezza è dedicata l’esposizione che raccoglie oggetti quasi tutti inediti che provengono dalle raccolte diocesane e dalle chiese del Lazio.

Benedetta Montevecchi, specialista e studiosa di questo settore definito delle arti “minori”, ha raccolto queste sculture preziose conservate a Rieti, Orte, Gaeta e poi ancora Montefiascone, Vetralla, Fondi, Bagnoregio per arrivare fino ad Amatrice, ad Alatri, a Terracina e a Sezze, Veroli, Capranica, Soriano nel Cimino e Ischia di Castro. Questo per parlare dei luoghi, mentre negli artisti orafi si trovano Pietro Giovanni Giudice, Nicola da Guardiagrele, Nicola d’Amico di Cicco, Giacomo Gallina, Pietro Vannini, Bernardino da Foligno per nominarne solo alcuni.

Questa “minorità suffragata”, come scrive Anna Imponente in catalogo, è fatta di sequenze di reliquiari antropomorfi, busti, teste, bracci. E anche le dimensioni sono anch’esse minori così da richiedere uno sguardo ravvicinato, una lettura lenta. Ci si deve necessariamente soffermarsi alla minuziosa elaborazione di particolari che descrivono un vero e proprio microcosmo d’immagini. In realtà non sono delle normali suppellettili liturgiche ma delle vere e proprie opere d’arte.

Gli argentieri hanno saputo valorizzare il riflesso della luce della fede: la luce divina. E le opere, che vanno dalla fine del XIII secolo alla fine del XVIII secolo, contengono anche tante storie di committenza.

Questa mostra è qui, ora a testimoniarlo, non fine a se stessa, bensì un punto di partenza sui materiali usati. E tutta questa memoria che la Chiesa custodisce, rappresenta un lascito di civiltà e di storia che attraverso l’arco temporale di sei secoli realizza per mezzo di croci, ostensori, vasi sacri andando a privilegiare il rilievo e la microscultura figurativa. Si passa così dal Tardo Medioevo al Tardo Barocco. Il tutto sotto l’egida di quella prodigiosa bellezza ormai negata ai grandi procedimenti artistici.

Buona visione.

Paolo Cazzella
o della Joie de Vivre

 

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