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ARTE E POLITICA NELL’ELETTRICE
PALATINA
Tutto ha avuto inizio da un documento. Proprio così, un
documento che garantì la tutela e la conservazione del
patrimonio dei Medici nella città di Firenze. L’Elettrice
Palatina ovvero la Principessa Anna Maria Luisa de’
Medici, definita anche la Principessa saggia, dette vita
dopo la morte del fratello Gian Gastone avvenuta nel
1737, all’ultima stagione della committenza medicea,
al fine di realizzare il progetto per la salvaguardia del
lascito artistico e culturale della sua famiglia. Un’interessante
quanto insolita mostra è al Museo delle Cappelle Medicee
in Firenze. Nella mostra c’è tutto, dalla sua educazione al matrimonio con J.W. Elettore Palatino del Reno che sposò nel 1691 e con il quale visse in Germania fino alla morte del marito (1717). Anni segnati da molte commissioni artistiche. Viene così evidenziato il momento ‘politico-artistico’ per le commissioni di San Lorenzo, che legherà la Principessa al complesso laurenziano dove riposa in pace. Ultima Gran Principessa di Toscana, descritta dai contemporanei come donna dal portamento maestoso, orgogliosa, volitiva e con un innato gusto per le arti. Le è stato riconosciuto il principale merito di aver vincolato alla sua Città e allo Stato del Gran Ducato gli enormi tesori d’arte della Famiglia, attraverso la Convenzione conosciuta come ‘Patto di Famiglia’, firmata nel 1737 con Francesco Stefano di Lorena, nuovo granduca. Coronò così quattro secoli di mecenatismo, di illuminismo, di arte e cultura che fecero grande Firenze. Tale eredità ha fatto del capoluogo toscano e della sua regione la patria del Rinascimento. Ma come aggiunge Giovan Battista de’ Medici di Toscana nella breve presentazione in catalogo, andò al di là del mantenimento del patrimonio artistico della città, perché impresse, come marchio indelebile nel popolo fiorentino e toscano, quel retaggio culturale e spirituale ancora oggi vivo che deriva dall’eredità medicea. Attraverso quel ‘Patto di Famiglia’ del 1737, Anna Maria Luisa de’ Medici, ha letteralmente salvato il vasto patrimonio culturale della sua casata garantendo che dipinti, sculture e altri manufatti rimanessero per sempre in Toscana. E collegato a questo trattato è il restauro della basilica di San Lorenzo da lei voluto tra il 1738 e il 1740. È per questo motivo che nessun monumento, più della basilica di San Lorenzo, identifica al meglio la famiglia de’ Medici. Anche se, con la morte di Gian Gastone, la basilica divenne protagonista del passaggio del Granducato di Toscana alla casa d’Asburgo-Lorena. Fu proprio Anna Maria Luisa, che in extremis si dedicò al recupero del complesso laurenziano, divenendo simbolo architettonico dal tramonto dei Medici all’alba di una nuova era. Quindi la dipintura della cupola della basilica, la costruzione del campanile, il progetto di decorazione della volta della Cappella dei Principi. Un proposito di mettere ordine e di completare, riconoscendo quel desiderio molto femminile di ‘lasciare le cose a posto’, come argutamente sottolinea, la Soprintendente per il Polo Museale della città di Firenze, Cristina Acidini. La mostra che ho avuto non solo il piacere ma anche la fortuna di visitare, si articola in cinque sezioni. Dalla presentazione della personalità della Principessa, all’infanzia al Poggio Imperiale con la prima giovinezza di Anna Maria Luisa, la giovinezza e il matrimonio al rientro a Firenze che rappresenta il nucleo centrale dell’esposizione, al ‘Patto di Famiglia’, fino agli epigoni. Ebbene chi mi legge, forse storcerà un po’ il naso considerando fra sé e sé essere questa una mostra troppo particolare, anche se composta di dipinti e sculture, con un certo numero di incisioni, documenti, progetti architettonici. Ma se ci pensate bene tutto questo è avvenuto, come l’intelligente nota del Principe di Ottajano e Duca di Sarno Giovan Battista de’ Medici di Toscana, che ho menzionato all’inizio, sottolinea. Infatti, è attraverso l’esistenza e l’operare di questa Donna, se oggi possiamo ammirare moltissime opere d’arte sentendo al contempo che nel nostro DNA è inscritto quel concetto di CULTURA che ha radici profonde in quel di Firenze. Tutto questo lo dobbiamo a Lei, a quella Principessa definita saggia.
Paolo Cazzella |
info@ex-art.it |