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oltre l'arte
2011

Beni Culturali - Mostre
Beni Culturali - Mostre
Sommario






SVITLANA GREBENYUK
Portrait

Roma
First Gallery
via Margutta 14
Dal 3 marzo al 30 aprile 2011

Tel. 06/3230673
www.firstgallery.it/



RITRATTI “MANIFESTI” DI UNA PITTRICE UCRAINA

Svitlana Grebenyuk, giovane pittrice ucraina in “Portrait” ripropone l’eterna ricerca dell’artista che attraverso il ritrarre si fa specchio di una realtà che è mistero ogni volta insoluto e affascinante: l’apparire che deve farsi sostanza e materia di un essere, catturare e svelare l’enigma del suo “momento”, deve farsi segno intuito e svelato dei suoi sogni e delle sue tenebre. Quale pittore, di volta in volta, e con i mille artifici di folgoranti deformazioni, non si è misurato in questo gioco del ritrarre, nel rapire attraverso occhi, labbra, mani o sorrisi o rabbie o malinconie inspiegabili il segreto di un esistere? Sappiamo anche che l’artefice pone ogni volta nelle mani del ritratto il sangue e le ossa della propria inquietudine, coniuga carnalmente lo stupore del proprio esistere con l’immateriale sogno di altri spiriti, vicini o lontani che siano, di oggi o di un passato riscoperto con l’ardore di chi investiga sé e il mondo con le eterne domande che filosofi, scienziati e poeti si pongono da sempre: chi siamo noi veramente? E la Grebenyuk, con lo slancio quasi di una giovane scienziata, con l’implacabile bisturi di una anatomista, analizza, seziona, scompone e ricompone attraverso silhouette e monocromi che hanno la crudeltà e la luce impudica quasi di foto segnaletiche l’apparenza rivisitata di passate o attuali celebrità. Così Baudelaire, Modigliani, Cèzanne e Gorbaciov sfilano su abbacinanti fondi bianchi, con un bianco che sa di calce viva che corrode e sterilizza, con la nettezza e la immutabilità statuaria di icone laiche. Gli smalti che con efficacia la pittrice dispiega sulla tela hanno tutta la lucentezza e l’intensità di dichiarati “manifesti” di una umanità che si proclama ferma e immanente nella traccia inestinguibile del suo persistere, pur compagna e vicina del nostro transitorio. Altrove la Grebenyuk illustra con accese policromie, ancor più da catalogo scientifico, l’itinerario di un bestiario didascalico che enumera e compone la sequenza di luminose animalità che sono sacrale bellezza del Mistero naturale.

Luigi M. Bruno

nfo@ex-art.it