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AUREA
ROMA.
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IL
CRISTIANESIMO ALLA "CONQUISTA" DEL DELL'URBE
PAGANA Con la vittoria di Costantino su Massenzio, a ponte Milvio (28 ottobre 312), si concluse la prima guerra di religione della storia. La cristianità prevalse sugli antichi dei, ma Costantino, difensore della Croce, si convertirà solo un anno prima della sua morte al Dio in croce. Nel 313 Costantino emanò il decreto di tolleranza verso i cristiani, ciò nonostante l'affermazione del Cristo non fu senza contraddizioni; la statua della Vittoria collocata nella Curia da Augusto, veniva tolta o messa a secondo l'appartenenza religiosa dell'imperatore. La presenza della Vittoria nella Curia era indice di un riconoscimento della divinità dell'imperatore e il giuramento che veniva fatto davanti alla statua, metteva l'impero al disopra di tutto. Cristiano o pagano, l'imperatore viveva le sue contraddizioni e i riti pagani della sua carica rimasero nel cerimoniale per molti anni. E' il periodo in cui, lentamente ed inesorabilmente, Roma perdeva l'egemonia politica e militare, per acquisire la supremazia morale e culturale. Una Roma alla quale veniva riconosciuto il primato nell'arte, per i suoi antichi splendori. Inizialmente, già prima di Costantino, i cristiani avevano i loro luoghi dove riunirsi clandestinamente, spesso erano ipogei o mitrei, dove le iconografie pagane venivano adattate o rielaborate a quella della Bibbia e dei Vangeli e così anche sarcofagi pagani venivano riutilizzati dai cristiani. L'occupazione del suolo per le sepolture nell'area suburbana, a cui, secondo l'insegnamento cristiano, ogni essere umano aveva diritto, rendeva evidente la "conquistata" di Roma caput mundi, da parte del Cristianesimo. Fu poi la volta dei monumenti per ricordare i martiri sepolti (Pietro, Paolo, Lorenzo), santuari che incisero profondamente sull'assetto del paesaggio agrario nei pressi della città. Dopo Costantino e con la nascita delle parrocchie, furono gradualmente occupati tutti i quartieri di Roma, cui si aggiunsero le chiese devozionali e, nell'alto medioevo, i centri assistenziali. A questo periodo di passaggio, dove le chiese venivano edificate suoi luoghi e con il materiale dei templi pagani, viene dedicata la mostra che, fondamentalmente incentrata sull'Urbe, affronta le problematiche storiche e culturali connesse con il passaggio dal paganesimo al cristianesimo, sia dal punto di vista politico, religioso e sociale, sia da quello urbanistico, monumentale e figurativo. Il programma espositivo, di notevole ampiezza, interessa un centinaio d'istituzioni italiane e straniere per poter proporre circa 400 opere di arte antica divise in quattro sezioni. Sono ospitati nella rassegna anche altri numerosi e celebri manufatti: il tesoro dell'Esquilino conservato al British Museum, avori, vetri, argenti e bronzi, marmi, mosaici e pitture. Saranno presenti, inoltre, anche opere di tono minore, ma d'insostituibile valore documentario: per esempio i contesti monumentali del Santuario di Giove Dolicheno sull'Aventino e quello di San Martino ai Monti sull'Esquilino. In quest'ultimo caso il sacello isiaco è presentato al vero, ricostruito e completo del suo arredo scultoreo. Gianleonardo
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