ex-@rt magazine |
|
KEITH HARING Roma Orari: martedì,
mercoledì, giovedì e domenica: 10.00 - 19.00 Catalogo: Electa |
KEITH
HARING: IL "GRAFFITA" DALLA STRADA ALLO STUDIO Nei primi mesi del 1990 scompariva Keith Haring, proprio nel momento in cui veniva legittimata una sua collocazione nella storia dell'arte contemporanea e la sua sintassi espressiva, fatta di segni e icone, che è divenuta un vero e proprio fenomeno sociale e massmediologico. In una tra le più importanti opere "pubbliche", il murales della Chiesa di Sant'Antonio a Pisa Haring, che già avvertiva i primi segnali della sua terribile malattia, rappresentò tutto il proprio universo immaginifico e colorato e non a caso al murales fu dato il titolo di "Tuttomondo" e definito da alcuni critici una sorta di Guernica degli anni ottanta. Keith Haring deve la sua fortuna ai crittogrammi ed a quei disegni copyright con i quali aveva tappezzato New York e che erano stati visti, per lo meno inconsapevolmente, da chiunque si servisse della metropolitana newyorkese. Erano graffiti realizzati in gesso e come lo stesso artista li definì: "opere fragili realizzate in un'atmosfera violenta, che incantano lo spettatore e finiscono per sopravvivere a dispetto della loro leggerezza". Una metafora del suo intero itinerario artistico che ha trovato nel graffito il suo medium espressivo, pur non essendo un autentico artista di graffiti come Jean-Michel Basquiat, che trova le sue radici nel lavoro del padre cartoonist, un mondo fantastico che lo coinvolse tanto da sentirsi diviso tra il diventare un cartoon o un artista. L'originalità della sua opera, fatta da un suo segno diretto e senza sbavature, era basata sulla capacità di coniugare il fascino visivo della ripetitività "elettronica" alla manualità della pittura, il graffito immagine con il graffito parola. Un'arte nata sotto lo slogan: "ignoranza uguale paura, silenzio uguale morte". Ora la sua opera "nate per strada" è proposta negli spazi espositivi del Chiostro del Bramante, in una mostra, come quella primaverile di Pisa, realizzata grazie al prestito di opere da parte di prestigiose istituzioni internazionali, quali The Estate of Keith Haring di New York, il Ludwig Forum di Aquisgrana, il Museo d'Arte Moderna e Contemporanea di Nizza. Sono inoltre presenti opere provenienti da collezionisti privati francesi, tedeschi e molti italiani, a testimonianza della "fortuna" che l'artista americano ha avuto nel nostro paese. Molte opere sono di grande formato come ad esempio un "Senza Titolo" del 1987 che misura 11 metri e mezzo di lunghezza per 3,66 di altezza. Alla mostra dell'artista americano, con circa settanta opere datate dal 1982 fino al 1990, si affiancherà una straordinaria esposizione di 8 grandi sculture nelle piazze del centro storico di Roma che verranno installate a partire dal 4 gennaio 2001. Gianleonardo Latini |