Pietro Del Massaio
Veduta di Roma, 1469
miniatura su pergamena, mm. 595x435
Biblioteca Apostolica Vaticana
ROMA
VEDUTA. DISEGNI E STAMPE
DAL XV AL XIX SECOLO
Roma
Palazzo Poli
Via Poli, 54 (angolo Fontana di Trevi)
Dal 30 settembre 2000 al 28 gennaio 2001
Orario: Tutti i giorni 10.00 - 19.00
Biglietto:
Intero L. 12.000
Ridotto L. 10.000
Catalogo: Artemide
Edizioni
L. 49.000
Nell'ambito
della mostra "ROMA VEDUTA", viene proposto una
serie di concerti a cura di MRS. Philarmonica Progetti
Musicali, dedicato a compositori legati a Roma tra il XV
e il XIX secolo.
Per 12 sabati, di sera, sarà possibile visitare la
mostra e seguire i concerti che si terranno nella Sala
Dante di Palazzo Poli.
Orario d'inizio dei concerti: ore 20.45 Prenotazione
biglietti, tel. 06/6920501
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LE VEDUTE DI ROMA
Parallela alla storia di Roma scorre la storia
dell'immagine di Roma, che ora ne documenta le
trasformazioni urbanistiche, ora ne fissa i momenti di
stasi, ma che mitica resta anche quando avanza pretese di
realismo. Discorso valido più che mai visitando la
mostra organizzata dall'Istituto Nazionale per la
Grafica, dove si è scelto di privilegiare quelle
immagini - molte di grande formato - raffiguranti non
già singoli luoghi o monumenti ma, se possibile, la
città stessa nella sua "interezza", che a Roma
significa antico e moderno stratificati.
Le prime piante quattrocentesche di Roma, come la
"Pianta Strozzi", sono ancora schematiche e
rimandano ad una visione simbolica, essenziale, di stampo
medioevale. Ma già quella dello Schedel nella Cronaca di
Norimberga (1493) è panoramica e realistica, pur nel
disordine urbanistico che precede il Rinascimento.
Seguono il grande panorama dipinto del Palazzo ducale di
Mantova, i fogli cinquecenteschi di Hendrick van Cleef,
del Münster o del Dupérac, sino alla fisionomia della
città barocca, con le straordinarie imprese
architettoniche volute dai papi mecenati del '600,
tramandataci dal realismo di Lievin Cruyl e van Wittel, o
dalle insolite prospettive di Israel Silvestre. A fianco
di numerose vedute settecentesche di artisti stranieri,
figurano ancora il grandioso "Panorama dell'alma
città di Roma" di Giuseppe Vasi del 1765 e quello
inciso da Giovanni Volpato su disegno di Francesco Panini
nel 1779. Insieme a numerosi fogli dell'Ottocento (da
Keiserman a Rossini, da Caffi a Benoist), sono poi
esposti dodici dipinti a olio, provenienti dal Belgio,
modello per una colossale veduta di Roma dal Gianicolo
durante l'assedio del 1849; gigantesca tela lunga 120
metri del Philippet che, eseguita per l'Esposizione
Universale del 1883, andò poi dispersa al principio del
'900. Le foto di questa veduta, edite da 'Capitolium' nel
1969, furono scambiate per foto originali ritoccate.
Ma una città costruita su colli si presta ad essere
ritratta da diversi punti di vista.. Da qui la scelta di
esporre le testimonianze grafiche caratterizzate da un
particolare impianto tipologico-figurativo, che, dal
Rinascimento fino alla fine XIX secolo, si sviluppa in
spettacolari rappresentazioni "a volo
d'uccello", come quella di Giuseppe Vasi (1781) dal
Gianicolo, in dodici rami uniti insieme. Una sezione
della mostra è infatti dedicata alle più note piante
del genere: incise in più matrici, di grande formato e
di notevole suggestione, opera dei più importanti
incisori e cartografi a partire dalla metà del '500:
Pirro Ligorio, Mario Cartaro e Antonio Tempesta. Per il
XVII secolo, notevole la pianta di Giovanni Maggi, in 48
matrici silografiche, ideata per il Giubileo del 1625, e
l'altra, ben nota, di Giambattista Falda del 1676. Per il
secolo successivo si cita, una per tutte, la pianta del
Vasi del 1781.
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