OLIVIERO
RAINALDI
La Natura delle Cose
Dal 21 giugno al 1
agosto 2010
Roma
Villa Aldobrandini
via del Mazzarino, 1 (via Nazionale)
Ingresso gratuito
Tel. 060608
www.olivierorainaldi.net
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LA SOLIDITÀ DELLACQUA Un percorso espositivo, tra
vialetti e aiuole del degradato giardino pensile
Aldobrandini, delle opere che Oliviero Rainaldi dedica al
tema dellacqua.
Villa Aldobrandini, sperone isolato del Quirinale, è
coerentemente lasciata nella sciatteria e nellabbandonata
come altre ville romane, ingiustamente divisa tra una
parte pubblica e una privata, ha goduto di ben altri
fasti, quando alla fine del 600 cominciò a
trasformarsi da vigna e orti in villa edificata sui
testimonianze romane del II secolo, ancora visibili
sull'ingresso da via Mazzarino, con un giardino segreto,
fontane e viali arredati da statue.
Parte della villa principale, agli inizi degli anni
30, viene recintata, inglobando lampio
ingresso originale, e assegnata all'Istituto
Internazionale per l'Unificazione del Diritto Privato, il
resto, con i tre miseri padiglioni, è passata al Comune
di Roma che dovette, alla fine degli anni 30,
aprire un nuovo ingresso, sempre su via Mazzarino,
costituita da una scalinata.
Una terrazza su Roma, tra via IV Novembre e via
Nazionale, con una segnaletica inesistente e una
sorveglianza inavvertibile. Un gioiello di spazio verde,
con alberi e palme, arso nei mesi estivi e fangoso in
quelli invernali. Delle numerose statue rimangono solo
delle copie senza testa e poca cura è orientata alla
pavimentazione a ciottolato.
Il trionfo dellacqua è ormai uno sbiadito ricordo,
tra piante e siepi due vasche timide e una terza senza
acqua, sono osservate da lontano da una riservata
fontanella.
Un singolare centralissimo e insospettabile giardino
pensile, poco frequentato e molto piacevole, regno dellincuria,
più grande di un giardino, ma non ampio come una parco,
che cerca il suo riscatto con le opere di Oliviero
Rainaldi, collocate sulle aiuole, usate come pedane.
Un percorso tra miti e icone della letteratura, legati
allacqua, come Mosé che attraversa il Mar Rosso o
la morte di Marat nella vasca da bagno, per proseguire
con la Sete e le Ninfee, Niobe e Tantalo.
Una serie di installazioni-sculture inerenti allacqua,
realizzate con il metallo o il marmo, con il vetro o le
resine, che si mimetizzano e allimprovviso emergono
dalla terra, materiali che cercano dilludere losservatore
delle diverse consistenze dellacqua: liquido,
gassoso e solido.
Sculture che guardano la lezione di Francesco Laurana e
Arnolfo di Cambio, ma anche di Arturo Martini e Arp, per
trascendere dalla natura del ghiaccio, come quella del
vapore, vivendo in un mondo velato, dove i volti sembrano
imprigionati nella materia.
Sculture che riescono a porre in secondo piano tanta
noncuranza al centro di Roma, ma non riesce a confutare
il recente articolo del NYT sullincuria delle
istituzioni verso il patrimonio storico, scambiandolo con
una sfrenata corsa alla modernizzazione, realizzando dei
pachidermi come il MAXXI, pensando a Torri e Nuvole, come
quelle di Renzo Piano e di Massimiliano Fuksas, che per
essere collocata allEur si demolisce lex sede
del ministero delle Finanze, senza trovare un equilibrio
tra la conservazione e linnovazione, come nel caso
della teca dellAra Pacis che tanto ha fatto
indignare gli esteti o lesasperazione dei fautori
di una Roma modello cartolina di Rosler Franz, per scelte
da prendere nel realizzare la nuova linea della
metropolitana.
Roma in una schizofrenica crisi didentità che si
protrae da decenni: un museo, una modernizzazione, una
capitale, una città che cerca una soluzione alla
conservazione corretta del proprio passato da coniugare
con una città protesa verso una mobilità vivibile e
capace di affiancare larchitettura contemporanea
con le chiese barocche, un po come è successo con
le opere di Oliviero Rainaldi, con cristalli e i metalli
calati nel giardino pensile su Roma.
Gianleonardo
Latini
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