LORENO
E LUCA SGUANCI
Doppia
Personale
Dal 4 marzo al 24 aprile 2010
Galleria Incontro d'Arte
via del Vantaggio, 17/a
Roma
Orario:
dalle 10,30 alle 13,00
dalle 16,30 alle 19,30
chiuso il lunedì e martedì mattina
Ingresso:
libero
Informazioni:
Tel. 063612267
http://www.incontrodarte.com |
LORENO E LUCA SGUANCI Non è fatto ordinario che in una
galleria darte espongano insieme padre e figlio in
una specialissima bipersonale che illustri
tecniche, tendenze e materiali di due artisti,pur così
diversi, in innegabile ed accattivante simbiosi genetica.
Loreno Sguanci (classe
1931) ha un passato fitto di esperienze e presenze nel
campo della scultura, precisamente scultura in legno,
usando lintaglio di legni compatti e durissimi
(1Azobé, lIroco) sulla cui superficie
lartista ha sperimentato, con elegante decorazione
simbolicogeometrica, motivi arcaici di asciutta
bellezza che rimandano ora a sintetici feticcitotem
di cultura africana, ora ad echi di raffinate culture
orientali.
Così le due sculture in
legno Iroco che lo Sguanci intitola Incontro
evidenziano questo suo antico amore per una sintesi
formale giocata su connessioni e chiaroscuri
calibratissimi, dalle superfici appena scabre agli incavi
ben modulati che raccolgono ombre e luci simmetricamente
cadenzate. Così nei suoi bronzi (Eventi e
Ricordi) lartista evoca nel
fiammeggiare stilizzato del metallo e nella misura degli
elementi geometrici ricordi e presenze di remote
tradizioni asiatiche.
Luca Sguanci, il figlio
(classe 1972), realizza invece sul piano pittorico una
serie di visioni dellumano che concentrandosi sul
volto (ancor più sugli occhi),pur usando una tecnica
dichiaratamente figurativa, genera un clima di
inquietudine, quasi di sortilegio nellapparire e
sfumare di fisionomie materializzarsi attraverso
misteriose velature e temperature ora fredde ora calde
cromaticamente fluttuanti e cangianti. Quasi
lartista intendesse, pur con luci e ombre accese,
intense, determinare una dimensione onirica, incerta,
trasparente, fatta di intuizioni e presentimenti. Fa
eccezione la enigmatica sfinge che, risolta in monocromo,
ricrea una mostruosa figura mitologica, una sorta di
remoto incubo, frutto antichissimo dellangoscia e
della paura delluomo.
Luigi M.
Bruno
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