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oltre l'arte
2010

Beni Culturali - Mostre
Beni Culturali - Mostre
Sommario




IL TESORI DI MORGANTINA. ARGENTI DEL III SECOLO A.C.
da New York alla Sicilia, passando per Roma
Dal 20 marzo al 23 maggio 2010

Roma
Museo Nazionale Romano in Palazzo Massimo
largo di Villa Peretti, 1

Orario:
dalle 9.00 alle 19.45

Informazioni:
tel. 06/3996770
www.pierreci.it

 
 
UN GRADITO E “PREZIOSO” RIENTRO

Sono in esposizione al Museo Nazionale Romano in Palazzo Massimo alcuni esemplari di argenteria del III° secolo a.C., restituiti dal Metropolitan Museum of Art di New York, provenienti dal sito di Morgantina in Sicilia, Comune di Aidone, Provincia di Enna. Secondo Strabone la città di Morgantina fu fondata dal popolo indigeno dei Morgeti e successivamente occupata da coloni Greci nel VI° secolo a.C.; per un paio di secoli fu contesa tra Siculi e Greci finché entrò a far parte dei domini dei tiranni di Siracusa divenendo ricca e potente. Morgantina seguì il destino di Siracusa, fu saccheggiata e devastata dai Romani durante la II Guerra Punica e poi occupata da mercenari iberici. Poi risorse e sopravvisse fino al 35 a.C. quando Ottaviano la fece distruggere definitivamente in quanto aveva parteggiato per i suoi avversari durante le guerre civili; l’area abbandonata fu per secoli depredata di quanto utilizzabile e gli scavi clandestini si sono intensificati nella seconda metà del secolo scorso costringendo le autorità ad intervenire. Una serie di scavi regolari effettuati dalla Soprintendenza coadiuvata anche da studiosi stranieri ha riportato alla luce interessanti resti templari ed in particolare il sistema viario di tipo ellenistico. Nel 1984 il Metropolitan annunciò l’acquisto di argenterie di tipo ellenistico, di cui fu vago sulla provenienza, per un elevatissimo controvalore. La notizia allarmò gli studiosi italiani, il Soprintendente Guzzo e l’archeologo statunitense Malcom Bell invitarono il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale ad interessarsi del caso. Le indagini furono lunghe e difficili ed anche ad oggi poco chiare anche per l’opposizione del Metropolitan che riteneva di aver effettuato un acquisto perfettamente legale; comunque dopo una serie di passaggi il museo americano ha accettato di restituire il “tesoro” di Morgantina. Decisivo per la riconsegna è stato il ritrovamento, anche a cura della Missione Archeologica Americana, del presunto luogo del rinvenimento degli oggetti; una casa signorile nel centro della città. Nel pavimento originario in terra battuta degli ambienti sono apparsi due buchi di scavo abbastanza recente riempiti di terra di riporto; segnalazioni di confidenti hanno confermato trattarsi del luogo dove era stata ritrovata l’argenteria; coincidenza singolare, forse “troppo”, nelle vicinanze sono riemerse una moneta siracusana del 216/212 a. C. ed una della Repubblica Italiana coniata nel 1978, quasi testimonianza del seppellimento e della scoperta. Gli oggetti preziosi quindi sembrano sepolti in coincidenza con il primo saccheggio della città, nascosti dal proprietario che poi morì o non potè recuperali. Il tesoro è composto di sedici pezzi di produzione e cronologia differenti ma comunque riconducibili in ambito ellenistico ed al III° secolo a.C.; sono di elevata qualità e nove di essi sono destinati al simposio: due grandi coppe, quattro più piccole, una tazza a due anse, una brocchetta e un attingitoio, altri quattro oggetti potrebbero avere significato religioso, specie un piccolo altare cilindrico, mentre due corna d’argento sembrano essere la decorazione di un elmo ed il medaglione con la raffigurazione di Scilla potrebbe appartenere ad un piatto più grande ora perduto. Gli oggetti sono lavorati a sbalzo e poi con il cesello, in taluni casi dorati con l’applicazione di foglia d’oro, su molti sono incise notazioni in greco con indicazione dei pesi ed in due casi un nome: Eupolemos, forse il proprietario. Il tesoro è destinato al museo di Aidone secondo la tendenza attuale di privilegiare la ricostituzione dei contesti storici artistici e inoltre è interessante segnalare la nuova sensibilità di parecchi musei statunitensi che stanno aderendo a tale teoria e non considerano più i reperti archeologici quali beni da acquisire comunque, non si va più alla ricerca del singolo bell’oggetto ma si cerca di reinserirlo e studiarlo nel suo contesto storico, artistico, sociale. Dopo l’esposizione a Roma dal 4 giugno il “tesoro” verrà esposto a Palermo presso il Museo Archeologico Regionale Antonino Salinas per poi proseguire per Aidone.

Roberto Filippi

info@ex-art.it