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Roma |
TRASMUTAZIONI GESTAZIONALI Unopera ricca di materia pittorica è simile ad un pentolone alchemico, dove il magma cromatico si mescola o rimane nella sua unicità, trovando la giusta collocazione e rispecchiare lequilibrio pensato dallartista. Nel caso di Claudia Bellocchi le tele non si limitano alla bella raffigurazione, ma agiscono sotto una forte carica fisica, mossa e filtrata dallinconscio, dando vita a spazi frenetici. Claudia Bellocchi non raffigura il reale, ma attraverso la realtà trasmuta lIo, nella brutalità delle immagini tracciate sulla tela e non può essere più appropriato raccogliere le opere sotto il titolo di Gestazioni, esaltando la prerogativa femminile del partorire, ma anche gestazione come gesto. Una brutale espressività che alterna ampie stesure di colore a graffianti pennellate, come viene offerto in Occhi che guardano, simili a primordiali raffigurazioni propiziatorie, nellattimo della trasmutazione. Gestazione come il gesto che consegna alla pittura la dimensione emozionale per una comunicazione immediata e viscerale. Stesure di colore ampie o interrotte da altre dense quasi incrostate in un percorso categoricamente fedele allautenticità in cui consapevolezza e veridicità sono tanto sofferte quanto agognate. La pittura di Claudia Bellocchi è un medium per addentrarsi nel mondo femminile partendo dalla dimensione primigenia fino a giungere alla consapevolezza adulta di una condizione che nel sociale a volte è ancora esposta a pregiudizi, rifiuti e violazioni, come viene ben sintetizzato nella tela Tra me e me, in un continuo ammonimento al non soffermarsi al primo incontro visuale. g.l. |
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