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METROPOLISMO Roma Scuderie di palazzo Ruspoli 23 marzo 2012 |
METROPOLISMO ESPOSIZIONE COLLETTIVA INSOLITAMENTE ARMONICA RACCONTA TRENTANNI DELLA NOSTRA STORIA Scuderie di palazzo Ruspoli, 23 marzo; allinaugurazione di Metropolismo arriviamo in ritardo. Il clima primaverile trattiene ancora una certa folla che si attarda tra il buffet e il cortile del Palazzo mentre la mostra, che immagino reale e fantastica come il capolavoro di Fritz Lang, ci accoglie silenziosa per il piacere dei pochi ritardatari. La sensazione immediata, pur trattandosi della collettiva di dodici pittori è di una consonante armonia dove si incontrano, senza contrasti, le diversità individuali. Come sempre, voglio leggere inizialmente la mostra a prima vista, direttamente attraverso il linguaggio dellartista e soltanto dopo le sensazioni immediate comincio a prendere appunti. Solo alla infine cercherò eventuali cartelle stampa, ma a questo punto, il più è già fatto. Ho sempre pensato che solo larte, seguendo il linguaggio immediato del gesto, possa trovare la parola universale per cambiare il mondo, oltre differenti linguaggi e latitudini e secondo lantico concetto di Arte per la vita. La consapevolezza di una memoria che si perde e il bisogno di analisi eloquenti di un tempo che sfugge, mi fa partecipe immediatamente di questo gioco metropolista tra ricordo e rimozioni: trappole e manie fatalmente ripetitive, dove improvvisamente ti ritrovi riuscendo ad esprimere, confrontare e conciliare in positivo intimi contrasti. Il senso della mostra è subito chiaro... ma non facile da raccontare in una pagina di misere dannate parole. E dunque partiamo dallinizio con: li-pad di Adamo di Antonio Sciacca: croce e delizia di un nuovo Eden al quale si delega pensiero e movimento. Così, il disegno di Enrico Maria Angelini celebra Cellulari, divinità- giocattolo assolute dette teneramente telefoninoidolo-oggetto caro e indispensabile come lacqua o come lamato cagnolino. Arrivando al secondo giro della mostra, è un guardarti allo specchio in passeggiata. Antiche conoscenze, memorie ingigantite di passioni maniacali come le amate schede sfavillanti di Pino Paladini che poi ci sbatte in faccia La fabbrica dei sogni, Esodo, Raccolta differenziata, La famiglia e bandiera Appesa a un filo, e ancora Gli alien e non solo tra infinite rimozioni e nostalgie ed infiniti abissi, poi Glamor ed Estasi, tra musica e mercato e poi...Mercato nero. Eppure, le tragiche Frontiere di Marco Pagliacci sono azzurre, dunque cè speranza. Mentre...autoreferenza di Stefano Solimano, in perfetta armonia tra cielo e asfalto, è illuminante di una bellezza luciferina. Passando ad altro, si cambia atmosfera e procediamo con gli appunti: Omaggio ai fotografi della pink cars e Obiettivo provvisorio, di Angelina Kuzmanovic: mondi lontani raccontati con la stessa mano, intensa e deliziosa, ricca di varianti teatrali Lei continua a sorprenderci con Silenzio griffato e Psicoterapia,che invitano a plurime letture piacevolmente complicate. E mentre Carlo Frisardi, attraverso Telefonia mobile, racconta evanescenze di sofferte fughe tra mare e cieli impalpabili... la moto sta a guardare, così Timur Incedayi contrappone sapienti eleganze anatomiche in gara dove, discinta regina del brivido, vince la moto Harley Davidson 1 e 2....e qui si va ben oltre la bellezza del segno. Intanto Gianpiero Malgioglio traduce sapientemente lancinanti emozioni tra diurno e notturno: Sulla riga, Il guardalinee e La discoteca Amnesia di Ibiza: tentazioni irresistibili nel trionfo della pittura. Ma... come sono ipnotici, intimi e soggettivi I colori della musica nelle mani di Rossella Montagna che poi divaga in libertà e ti sorprende con un imprevedibile Burlesque. Cè anche un Davide la Rocca stupito, in un serio monologo in giallo: studio per un ritratto metropolista ad olio su tela, mentre indossa per loccasione La t-shirt del Metropolismo, sontuosamente scultorea. Ma qui ti fermi un attimo a prender fiato per conciliare appunti e sensazioni. E ripartiamo da Transgenici da viaggio, nature morte firmate Paladini, mostruosi ortaggi o trasfigurazioni connotate da interventi precisi come date. Mentre ancora da Sciacca, che ha sempre idee chiare, abbiamo Compatibilità improbabili, tra miti opposti come ricchezza ed arte e La storia, pietra su pietra, lo conferma. E ancora... splendido e sibillino é Solarium II di Carlos Grippo, avvertimento celato in raffinati enigmi: Cera una volta, tra giorno e notte...qui poi ci ragioni a lungo. Ma forte è il Riflesso condizionante di Bruce Atherton, sontuoso Writer che per amor di cronaca ti porta anche in un Viadotto dove pilastri, pullman e muri sono affrescati alla maniera ossessiva di quegli artisti clandestini della notte che ci rimandano a memorie tumultuose come Istitution piquetera, storia attuale di sempre memorizzata accuratamente con la biro da Marco Ortolan. E infine...oltre miti immaginari, idoli di plastica, pittoriche minacce e denunce fuori dai denti dellartista, oltre le tante opere darte per la vita, che abbiamo letto e assimilato in poco più di unora, aleggiano lontane e misteriose come il Sole e la Luna, le Veneri di Irem Incedayi. E dunque questa mostra-racconto, voluta e curata da Romano Petrucci ideatore del progetto Metropolismo, resta un giocoso libro di storia per immagini, ma anche un pro memoria o assemblaggio di denuncia che non ha paura della bellezza né della verità, ma sopratutto una esposizione pittorica che parla alla gente con semplice linguaggio poetico, in certi casi apparentemente ipervero o naturalistico eppure visionario o surreale sempre, talvolta perfino eccessivo nella foga di un dipingere giovane e fluente con gioiosa sapiente ingenuità. Ma oltre il movente che ha accumunato questi pittori, il risultato, come dicevamo, è una mostra di forte impatto visivo e penso che tutti i visitatori vorrebbero portare a casa almeno un pezzo di questa nostra storia scritta con passione in cinquanta opere darte, non solo piacevoli. Sarina Aletta
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