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oltre l'arte
2008

Beni Culturali - Mostre
Beni Culturali - Mostre
Sommario



GIOVANNI BELLINI
Dal 30 settembre 2008 all’11 gennaio 2009

Roma
Scuderie del Quirinale

Orario:
da domenica a giovedì
dalle 10.00 alle 20.00
venerdì e sabato
dalle 10.00 alle 22.30

Informazioni:
tel. 06/3996700 - 39967500 - 39967200
www.scuderiequirinale.it

Catalogo:
Silvana Editoriale
 

UN ARTE DURATA SETTANTA ANNI

Tale fu grosso modo il periodo di tempo durante il quale dipinse, e con gran successo, Giovanni Bellini personaggio cardine della pittura veneta tra il tardo gotico e l’inizio del Rinascimento. Il Bellini nacque a Venezia intorno al 1435 da Jacopo artista di fama, forse allievo di Gentile da Fabriano, ancora legato ad esperienze del gotico fiorito; nelle sua bottega lavorarono i due figli, Gentile così chiamato in omaggio al pittore marchigiano, e Giovanni, forse figlio naturale; in seguito si aggiunse anche il genero Andrea Mantegna che tanto influenzò l’arte del cognato. Giovanni iniziò quindi a lavorare con il padre ed il fratello ed ebbe contatti culturali con il Bembo, Isabella d’Este, il Durer; i suoi inizi furono di tipo tardo gotico sia per influenza paterna che dei Vivarini poi, dopo l’incontro con il Mantegna e Piero della Francesca, ebbe una svolta a carattere pienamente rinascimentale. Il colore assunse maggior importanza, forse per influsso di Antonello da Messina allora operante a Venezia, con una cromia fluida e serena e con effetti di luce che si ritrovano nell’arte successiva di Giorgione e Tiziano. Ebbe incarichi pubblici dal governo della Serenissima lavorando in Palazzo Ducale e nel 1483 divenne pittore ufficiale della Repubblica Veneta; operò anche in molte Scuole e chiese veneziane specializzandosi in grandi pale d’altare. Fu chiamato a Ferrara da Alfonso d’Este e dipinse il “Festino degli Dei” per il Camerino d’Alabastro e anche diversi ritratti fra cui spicca quello del Doge Loredan. Per decenni continuò a dipingere carico di fama e di onori distinguendosi per intelligenza e vivacità cogliendo i suggerimenti dei pittori contemporanei fondendoli in uno stile personalissimo che a sua volta influenzò altri artisti, riunì spunti di stili attardati unendoli a nuovissime ricerche creando una sua arte affascinante per forma e colore. Dipinse fino a tarda età, il 6 febbraio 1506 il Durer in un suo scritto ricorda la visita al vecchio pittore che, pochi mesi dopo, venne incaricato con il Carpaccio di terminare la decorazione della Sala del Maggior Consiglio. Morì il 29 novembre 1516 ed il diarista Sanudo lasciò scritto “cussì vecchio come l’era dipenseva per excellentia”. Un epitaffio significativo per una così lunga vita artistica. A lui, dopo una lontana esposizione del 1949 a Venezia, è dedicata presso le Scuderie del Quirinale una monografica che presenta più di sessanta dipinti che ripercorrono la sua opera; tutte le caratteristiche del “Giambellino” appaiono nella mostra: la luce, il colore, il realismo, il gusto minuzioso del particolare. Usò per lungo tempo la tempera per passare poi all’olio alla maniera dei fiamminghi, negli ultimi tempi utilizzò le dita per creare morbidezze cromatiche. Da vari musei italiani ed esteri sono pervenute le varie opere alcune delle quali esposte per la prima volta in una mostra e tali da affascinare il visitatore. L’arte e la vita del Bellini e uno sguardo ai suoi tempi sono presenti in un accurato catalogo.

Roberto Filippi
 

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