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Francesca Cataldi Francesca Cataldi è un’artista che lavora prevalentemente con materiali “poveri”: ferro, vetroresina, rame, bitume, catrame, vetro, cemento, cellulosa, ruggini... L’uso di tali materiali è sostanzialmente duplice: da un lato ella recupera materiali già usati, dall’altro dà a tali materiali nuova vita attraverso l’utilizzazione di ulteriori materie. Attiva da anni, e nota soprattutto in Germania, la Cataldi ha, verso i materiali da lei “riciclati”, una sorta di rispetto e di nostalgia che la inducono a bloccare il processo di trasformazione, insito nel concetto di riciclaggio, così da consentire sempre il riconoscimento della funzione primaria della materia in oggetto. Così i suoi fili metallici e le sue reti di ferro, pur non perdendo mai completamente il connotato originario, diventano altro attraverso l’elaborazione. Tra i materiali prediletti dalla Caldi per operare le “trasformazioni”, ci sono il catrame, la cellulosa e, soprattutto, il vetro, per la sua capacità di racchiudere e preservare senza nascondere. Questi vetri caratterizzano la sua più recente produzione che comprende una raffinata serie di “Conversazioni”, sul tema dell’ex-voto napoletano (alla Galleria Casa Editrice e Libreria di Capri, La Conchiglia, nella sede romana in via dei Pianellari 17), una serie di libri d’artista e molte delle opere esposte alla mostra “trammare”. Il titolo della mostra rimanda alle origini napoletane dell’artista che l’ha voluto per sottolineare il contrasto tra la torbidezza della trama e la trasparenza del vetro. Come osserva acutamente Eva Clausen, curatrice della mostra, «Per la Cataldi il vetro non è delicato e frangibile sottile ma forte e robusto, una specie di roccia, una materia che dai tempi dei tempi è portatrice di memoria e di bellezza. Le sue mani impastano il vetro e lo offrono riletto a chi sa osservare e progettare, ovvero spingono chi osserva a lanciarsi nell’avventura artistica, nell’atto creativo insieme all’artista che ne ha creato semplicemente i presupposti.»
Stefania Severi |
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