DONATO AMSTUTZ
Public Privacy
Dal 14 febbraio al 27 marzo 2008
Roma
Galleria Valentina Moncada
via Margutta, 54
Informazioni:
Tel. 06/3207956
www.valentinamoncada.com
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PUBLIC — PRIVACY
L’artista svizzero Donato Amstutz
focalizza la sua attenzione su una serie di immagini “Vanishing Woman”
tolte da un contesto quotidiano fuggevole e consumistico per investirle,
in qualche modo, di significati e contenuti filosofici/atemporali che
riconsegnano l’abuso della figura umana ad una sorta di sostanzialità
immanente.
Nel fluire immotivato e caotico del nostro immaginario visivo è una
attenta e minuta riconsiderazione del senso e della presenza di gesti,
mani volti, rifissati e rivalorizzati.
Il curioso processo di questa “fissazione” dell’immagine
dall’ingrandimento fotografico alla ricostruzione precisa del retino,
dei “pixel”, si realizza poi mediante il ricamo a mano sulla tela.
Questa traduzione del momentaneo nella meditata e arcaica pratica
del”punto croce” vale quasi come rinnovata, duratura sacralità della
figura. Il filo, rosso di rame o nero, che tenacemente si aggruma e si
dipana riformando ed evocando frammenti recuperati ai margini del grande
scorrere che divora e annulla ogni cosa e ogni fatto, il loro
riaffiorare nella dimensione paziente di una antica manualità, fa del
nostro superficiale apparire la sostanza di una rinnovata riflessione.
La sequenza “Senza titolo/Entfesselt” delle mani incatenate sottolinea
in modo drammatico una conseguenza oppressiva e repressiva che una
società omologante e dilagante come la nostra, solo apparentemente
libera e permissiva, opera sull’individuo ridotto in anonima schiavitù.
L’artista poi riconsegna, con le sue confezioni ingrandite e ricamate di
medicinali di abituale consumo, la valenza di muto feticcio all’oggetto
seriale, operazione che rimanda alla tematica di denuncia e alla
riappropriazione dell’oggetto quasi a dignità monumentale tipica della
Pop—art.
Luigi M. Bruno |