La mostra oltre ad esporre presso la sede principale gran parte delle
opere mobili note dell’artista presenta anche la Cappella Bella di
Spello ed offre alla visita numerosi altri centri umbri che ospitano
affreschi del Pintoricchio: Spoleto, Orvieto, Città di Castello; sono
inoltre previste altre iniziative di accoglienza con proposte teatrali e
percorsi guidati nelle varie città.
PINTORICCHIO
Dal 2 febbraio al 29 giugno 2008
Informazioni:
199 199 111 - 199.151.123
www.mostrapintoricchio.it/
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ITINERARI IN UMBRIA
INTORNO A PINTORICCHIO
Trevi, chiesa museo di San
Francesco
La raccolta d’arte di San Francesco è stata inaugurata nel 1997 negli
spazi dell’omonimo complesso conventuale risalente al XIII secolo. Tra
le numerose opere medievali e rinascimentali qui presentate emerge la
Madonna con Bambino benedicente di Bernardino Pintoricchio. La tavola, a
lungo ritenuta una replica non finita e non completamente autografa, è
stata oggi notevolmente rivalutata in quanto considerata prototipo degli
esemplari della National Gallery di Londra e, seppur con varianti,
quello già nella raccolta Bufalini di Città di Castello.
Città di Castello, Museo del Duomo
La Madonna col Bambino e San Giovannino replica un lavoro giovanile ed è
forse solo parzialmente autografa, sebbene il giudizio sia reso assai
difficoltoso dallo stato di conservazione, compromesso da una vecchia,
drastica, pulitura. Secondo una diffusa tradizione orale, priva tuttavia
di obiettivi riscontri, il dipinto si troverebbe a Città di Castello
perché pare facesse parte dell’arredo della stanza da letto di Grania,
la vedova del pittore, che qui ebbe la sua ultima residenza.
Perugia, San Martino in Colle, chiesa della Madonna del Feltro
L’affresco, molto frammentario, fregia una parete della chiesetta del
Feltro, a San Martino in Colle presso Perugia. Vi è raffigurata la
Madonna che adora il Bambino leggente incoronata da Angeli, inserita
entro un paesaggio. Il dipinto può essere collocato negli anni compresi
tra il 1498 e il 1503, quando il maestro risiedeva soprattutto a
Perugia, dove la felice realizzazione della grandiosa ancona di Santa
Maria dei Fossi (1496), oggi nella Galleria Nazionale dell’Umbria, gli
valse diverse commissioni, tra cui alcune, come in questo caso,
indubbiamente minori e per realtà periferiche, ma non per questo meno
suggestive per naturalizza e qualità della resa
Spoleto, cattedrale di Santa Maria Assunta
La decorazione della cappella di San Leonardo fu commissionata a
Pintoricchio dal vescovo Costantino Eroli ed ultimata nel 1497. Nel
piccolo catino absidale, scandito da una ricca cornice in caciolfa,
ideata e scolpita dall’urbinate Ambrogio Barocci, il pittore perugino
dipinse l’Eterno benedicente tra cherubini ed angeli in alto e la
Madonna col Figlio tra i santi Giovanni Battista e Leonardo in basso;
sulla fronte del semplice altare affrescò Cristo in Pietà. Della
complessa decorazione della volta restano soltanto una delle quattro
Sibille ed un monocromo raffigurante il Trionfo di Costantino; in linea
con il gusto erudito ed archeologizzante della volta, le pareti laterali
erano scandite da partiture architettoniche e finte incrostazioni
marmoree.
Nonostante i danni arrecati dall’umidità abbiano parzialmente
compromesso la leggibilità dell’opera, gli affreschi Eroli sono da
ritenersi la più efficace testimonianza della fortuna riscossa dal
Pinturicchio per la sua capacità di trasferire in un linguaggio
figurativo dotto l’ideologia curiale, capacità fortemente apprezzata da
Costantino Eroli, personaggio politicamente e culturalmente ancorato
all’ambiente papale.
Orvieto, cattedrale di Santa Maria Assunta
Nel giugno del 1492 Pintoricchio si impegnava con i canonici della
cattedrale di Orvieto a dipingere due evangelisti e due dottori della
Chiesa, per risarcire parte della decorazione della tribuna, realizzata
da Ugolino di Prete Ilario, andata perduta per l’umidità. Furono subito
predisposti i cartoni, ma per l’urgenza di tornare a Roma, a lavorare
nei cantieri finanziati da papa Alessandro VI, Pintoricchio di fatto non
avviò gli affreschi, cui mise mano solo nel 1496. Con l’aiuto di
collaboratori dipinse nella zona destra della tribuna San Marco e
Sant’Ambrogio Nel novembre dello stesso anno i rapporti con i
committenti si interruppero bruscamente; Il pittore venne pagato per il
lavoro effettivamente svolto e contestualmente si impegnò a non avanzare
ulteriori pretese. Forse il lungo protrarsi dei lavori e l’evidente
intervento di un aiuto nella figura di Sant’Ambrogio indusse i canonici
a ricercare un altro maestro, meno oberato da impegni, che garantisse
l’effettiva autografia delle opere. L’Evangelista Marco per la
raffinatezza dell’esecuzione si qualifica, comunque, come uno dei brani
di maggior qualità di Pintoricchio, nonostante le controverse vicende
ricordate non gli abbiano valso la fama goduta dalle sue migliori
imprese.
Spello, collegiata di Santa Maria Maggiore
La mostra dedicata a Pintoricchio si articola in due sedi, a Perugia e a
Spello, perché non poteva non comprendere al suo interno il capolavoro
assoluto del pittore umbro costituito dagli affreschi della cappella
Baglioni. Grazie alla mostra potranno essere ammirati nelle condizioni
ottimali di ambientazione e illuminazione. La cosiddetta “Cappella
Bella” si apre nella navata sinistra ed è interamente fre¬giata di
affreschi eseguiti nel 1501 da Bernardino di Betto su commissione di
Troilo Baglioni, priore della collegiata ed esponente di primo piano
dell’illustre famiglia perugina che, dopo un decennio di contrasti e
lotte fratricide, era riuscita a sancire la sua supremazia sulla
cittadina umbra, sconfiggendo definitivamente il ramo cadetto. Nella
volta sono affrescate le Sibille Tiburtina, Eritrea, Europea, Samia.
Sulle pareti sono dipinti a sinistra l'Annunciazione, con gustosi
episodi di vita quotidiana in lontananza, in fondo l’Adorazione dei
pastori, con la Cavalcata dei Magi che si snoda in secondo piano, a
destra la Disputa di Gesù con i dottori.
L’impianto rigoroso delle scene, impostate secondo le regole della
prospettiva quattrocentesca, non impedisce al Pinturicchio di indugiare
sul dettaglio, sul particolare aneddotico, inserendo, accanto all’evento
principale, storiette di contorno, che attraggono l’occhio per la
ricchezza e la cura dell’esecuzione, per l’efficacia descrittiva, per la
variopinta resa dei motivi floreali e vegetali, per l’accuratezza
descrittiva di abiti ed acconciature, il tutto reso con colori
squillanti, puri e preziosi. Proprio questa vivacità cromatica, unita
alla freschezza narrativa nel rigore dell’impianto spaziale, ed
accentuata dal lucido riverbero del pavimento maiolicato, valsero a
quest’ambiente l’appellativo popolare di “cappella Bella”, con il quale
è oggi universalmente noto.
Spello, Chiesa di S. Andrea, Pala con la Madonna col Bambino e
Santi.
Il 16 aprile 1506 Pintoricchio riceve l’incarico di eseguire una grande
pala per l’altare maggiore della chiesa francescana di Spello. Il lavoro
inizia velocemente ma l’anno successivo il maestro deve lasciare
l’Umbria per andare a Siena dove ha ricevuto altre importanti
committenze. Pintoricchio così affida la realizzazione del dipinto ad un
altro pittore perugino, Eusebio da San Giorgio, ma lasciando scritto di
attenersi ai disegni da lui personalmente preparati. Pintoricchio però
si è impegnato coi committenti a dipingere almeno le teste dei
personaggi e il tondo con Cristo in pietà della cimasa: le parti
ritenute più importanti. Nel 1508 infatti Bernardino di Betto è ancora a
Spello per dipingere le parti che gli spettano e in quell’occasione
giustifica la sua partenza con la lettera di Gentile Baglioni che lo
prega di rientrare a Siena.
La lettera, quasi a scusarsi,
è dipinta nel quadro, in un tavolinetto messo di scorcio in primo piano
con sopra tutto l’occorrente per la scrittura che sta utilizzando san
Giovannino tutto preso a scrivere Ecce Agnus Dei nel suo cartiglio.
Siamo di fronte a uno dei brani più poetici di tutta la pittura di
Pintoricchio.
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