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LA STANZA MAGICA DI ZAELIA BISHOP Zaelia Bishop, romano nonostante l’esoticissimo nome, giovane trentenne già fortemente caratterizzato da tendenze e coloriture (oniriche,surreali e anche un pò Dada) con “NATURALIA” (o “Manuale per bambini sonnambuli”) presenta una specie di stanza magica frammentata in piccole “scatole del pensiero”, contenitori intrisi di labirinti emozionali, eleganti e decantate nostalgie che evocano un tempo e un luogo indefinibile e irrintracciabile se non con la bussola che di memorie arcaiche, collettive e individuali, fà scrigno prezioso, un nord che ne indirizza l’ago verso regioni invisibili e dimenticate. Le struggenti “boite à surprise” si susseguono attraverso un codice di oggetti, frammenti, schegge, simboli minimi e discreti di un viaggio interiore “autour de ma chambre”, alla ricerca dei fili sottili che ci legano alle silenziose alchimie, alle radici ricomposte di un vissuto metastorico. Un cammino incerto e notturno, seguendo orme e penombre difficili, vaghi ectoplasmi che sottovoce ci riconducono in quella stanza magica che dissi, il luogo dove siede la dolce divinità del Mito, della favola rimasta laggiù, nei campi tralasciati di un’infanzia, di un’ età primitiva, che è ragione e perno poi di tutto il sentire segreto, l’indecifrabile emozione che talvolta ci guida all’oscuro della ragione. Dall’interno delle “boites”, fatto di tiepida zolla, all’esterno dei montaggi e collage fotografici dove aleggia il respiro di una pensosa stagione, un inverno carico di presagi e presentimenti che sono frutti di una terra rimossa nel profondo; incedere di teneri e misteriosi fantasmi, dalle radici alle nuvole: spiriti gentili e malinconici involarsi e dissiparsi nell’aria di dubbiosi crepuscoli. Luigi M. Bruno |
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