ALBERTO SUGHI
Dal 21 luglio al 23 settembre 2007
Roma
Complesso del Vittoriano (Ala Brasini)
via San Pietro in carcere
Orario:
tutti i giorni
dalle 9,30 alle 19,30
Ingresso libero
Informazioni:
Tel. 06/6780664
Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana
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UN’ANTOLOGICA FIGURAZIONE
Alberto Sughi è uno dei più significativi artisti italiani che esordisce
negli anni Cinquanta scegliendo la strada della figurazione, in un’epoca
in cui era messa al bando dalla critica militante. Nato a Cesena nel
1928 e formatosi con soggiorni a Torino ed a Roma, dove fu a contatto
con Renzo Vespignani e col gruppo di Portonaccio, rientrato in Romagna
ha intrapreso una ricerca personale sulla condizione umana che è
diventata oggetto costante della sua pittura. D’ultimo ha scelto Roma
come sua residenza. Accostatosi all’Espressionismo di Francis Bacon ed
all’Informale, se ne è arricchito per dare maggiore forza espressiva
alla sua pittura che è rimasta di fondo sempre figurativa. Con acume
Enrico Crispolti definì la sua poetica “realismo esistenziale”. I
protagonisti di questa realtà, colta da Sughi con estrema lucidità, non
sono eroi, ma personaggi nella quotidianità, contraddistinti da una
solitudine interiore che impedisce il dialogo. Anche nelle scene di
“gruppo” ognuno sembra viversi il momento in assoluta autonomia. Questa
triste condizione dell’uomo contemporaneo sembra, in qualche misura,
riscattare la sua sostanziale pochezza. In mostra una ottantina sono i
dipinti, datati dal 1945 (“La carità cristiana”) al 2006 (“Il bar del
crocevia”), ed un buon numero di disegni. Sono presenti anche alcuni
dipinti che fanno parte di cicli specifici, come “La cena” (1976) e “La
famiglia” (1981). In mostra anche il celebre “Il teatro d’Italia”, un
olio su tela di cm 360x250, del 1983-4, di proprietà della Cassa di
Risparmio di Cesena, un “affresco” dell’Italia dei quegli anni, con le
personalità dell’epoca. Arturo Carlo Quintavalle, curatore della mostra,
individua la centralità, nell’opera di Sughi, “dell’orrore dell’essere
dei piccoli borghesi”. Al cinema, al bar, nelle strade, a cena … le
figure di Sughi sono sempre in attesa, in attesa di un riscatto che
forse solo la pittura può loro offrire. Sono personaggi che, almeno,
hanno trovato il loro autore: il pittore che, definendoli, li ama.
Stefania Severi
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