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oltre l'arte
2007

Beni Culturali - Mostre
Beni Culturali - Mostre
Sommario




COSMÈ TURA E FRANCESCO DEL COSSA
L’arte a Ferrara nell’età Di Borso d’Este

Dal 23 settembre 2007 al 6 gennaio 2008

Ferrara
Palazzo dei Diamanti
Palazzo Schifanoia

Orario:
tutti i giorni
Palazzo Diamanti dalle 9,00 alle 19,00
Palazzo Schifanoia dalle 10,00 alle 21,00

Ingresso:
unico Euro 10,00

Informazioni:
tel. 0532/244949

http://www.palazzodiamanti.it


 

L’OFFICINA FERRARESE

“Officina Ferrarese” è il titolo di un saggio, del 1934, di Roberto Longhi fondamentale per la conoscenza dell’ambiente artistico e della pittura Ferrarese del XV e XVI secolo; ad esso fa in un certo senso riferimento la mostra che Comune e Provincia di Ferrara unitamente ad altri sponsor dedicano a due celebri artisti, nativi della città, del secondo ‘400 ricostruendo anche il clima culturale della capitale Estense in quel periodo. Gli Este, famiglia di antichissima origine feudale, ebbe la signoria di fatto di Ferrara, Modena e Reggio con investitura da parte del Pontefice per la prima città e dell’Imperatore per le altre due; il loro potere giunse all’apogeo tra la metà del XV secolo e i primi decenni del ‘500 ed ebbe influssi benefici sullo sviluppo dell’arte locale. La Corte ospitò artisti come Pisanello, Jacopo Bellini, Piero della Francesca, Roger van der Weyden, favorendo il formarsi di un clima artistico aperto alle più diverse suggestioni; si svilupparono l’architettura che si espresse nel piano urbanistico della città e la pittura dove emersero due artisti locali: Cosmè Tura e Francesco del Cossa. Il primo (1433-1495) assorbì suggestioni di ambiente fiammingo e suggerimenti da Piero della Francesca e dallo Squarcione creando uno stile molto personale basato sull’aspra stilizzazione dell’immagine unita ad un colore smaltato che assume dimensioni lapidee; nel 1456 divenne pittore di Corte e fu utilizzato da Duca Borso per una serie di interventi di decorazione murale in chiese e palazzi di cui restano soltanto le porte dell’organo della Cattedrale, nella carica fu sostituito nel 1486 dal giovane e già famoso terzo pittore ferrarese, Ercole de’ Roberti rimanendo sempre una delle colonne portanti dell’arte cittadina. Francesco del Cossa (1436- 1478) fu dotato di forte e originale temperamento che si manifestò in alcuni degli affreschi che dipinse nel Palazzo di Schifanoia con figure corpose che si inquadrano in uno spazio alla maniera di Piero della Francesca e immerse in una solare luminosità; per contrasti con Borso si trasferì a Bologna presso i Bentivoglio e forse soggiornò a Firenze. Morì di peste nella città felsinea mentre lavorava alla volta della Cappella Ganganelli in San Petronio e l’opera, ora purtroppo non più esistente, terminata dal de’ Roberti fu molto lodata da Michelangelo. Di sua mano è uno splendido ritratto di un giovane che tiene in mano un anello, ora al Museo Thyssen Bornemizza di Madrid, dai lineamenti perfetti e dallo sguardo inquietante e che è stato preso come uno dei simboli della mostra. Questa ospita oltre 150 opere, dipinti, sculture, miniature, disegni, medaglie, oreficerie provenienti da musei e collezioni italiane ed estere; l’esposizione non si limita all’opera dei due artisti sopraccitati ma cerca di ricostruire il clima culturale della città e della corte nel ventennio intercorso tra la morte di Lionello d’Este, 1450, e quella del fratello e successore Borso, 1471. L’epoca della sua signoria fu quella in cui si sviluppò in Ferrara un intenso dibattito culturale animato da grandi figure di letterati, di artisti, dei miniatori che crearono la celebre “Bibbia di Borso d’Este”, di astrologi, di architetti, di ingegneri idraulici addetti alle grandi bonifiche volute dal Duca; al suo impulso si devono la Certosa, il Palazzo di Schifanoia e l’inizio di quello dei Diamanti opera di Biagio Rossetti.
La mostra si articola su sei sezioni in una sorta di ordine cronologico, le prime due riguardano la transizione tra il Gotico Internazionale ed il primo Rinascimento con lavori del Pisanello, Matteo de’ Pasti, Michele Pannonio, van der Weyden, seguono due sezioni dedicate al Tura e al Cossa con molte loro tavole integrate da opere di Taddeo Crivelli, Bartolomeo Vivarini, Giorgio d’Alemagna, concludono due sezioni in cui domina il de’ Roberti degno continuatore dei due maestri; l’ultima non si trova nel Palazzo dei Diamanti ma in quello di Schifanoia, nel salone dei Mesi di cui è finalmente terminato il decennale restauro ed in cui di confrontano Marzo, Aprile e Maggio di Francesco del Cossa con il Settembre di Ercole de’ Roberti.
La mostra è solo una delle serie di manifestazioni e di eventi che si terranno in città sino all’estate del prossimo anno tra cui notevole sarà “Odissea doppio ritorno” a cura di Luca Ronconi, il restauro del Tempio di San Cristoforo nella Certosa, concerti, presentazioni di libri, laboratori. Tra gli eventi è previsto, il 19 ottobre prossimo, l’inaugurazione al Castello Estense e nel Parco Giglioli di Ermitage Italia; il grande Museo Russo ha deciso nell’ottobre dello scorso anno di aprire a Ferrara una sua sede che costituirà un centro scientifico e culturale di eccellenza con attività di studio e di ricerca, di catalogazione dell’immenso patrimonio di arte italiana conservato a San Pietroburgo, di coordinamento tra istituzioni italiane e russe, di scambio di esperienze in materia di restauro conservativo. Contestualmente alla sua inaugurazione Ermitage Italia ha previsto l’apertura di due mostre “Garofalo e il ‘500 a Ferrara” ed “Islam”. Per la città si preannuncia un anno di alta valenza culturale che gli amministratori contano possa trasformarsi in un ingente flusso di visitatori.

Roberto Filippi

info@ex-art.it