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oltre l'arte
2007

Beni Culturali - Mostre
Beni Culturali - Mostre
Sommario




BALKANI
Antiche civiltà tra il Danubio e l’Adriatico
Dall’8 luglio 2007 al 13 gennaio 2008

Adria (Rovigo)
Museo Archeologico Nazionale

Orario:
feriali e festivi
dalle 9.00 alle 20.00

Informazioni:
tel. 0426/71200

TESORI DAI BALCANI

Adria è una piacevole cittadina, si dice che abbia dato il nome al Mare Adriatico, situata nel delta del Po in un intrico di canali che formano un paesaggio di alto interesse con ambiente palustre ricco anche di memorie archeologiche: l’intera area è compresa nel Parco del Delta del Po. La cittadina pare sia sorta nel VI secolo a.C. forse per opera dei Veneti o di mercanti Greci ma più probabilmente per intervento degli Etruschi che colonizzarono tutta la zona, compresa la non lontana Spina; era sede di una florida attività di scambio marittimo e fluviale collegata con l’Etruria, la Magna Grecia, la Grecia ed i mercati della Valle Padana e del Nord Europa da cui affluivano metalli e specialmente la preziosa ambra del Baltico in gran voga nella tarda Età del Bronzo ed in quella del Ferro. In cambio venivano offerti prodotti di lusso tra cui vasi greci o d’imitazione in argilla decorata od in metallo; parte del materiale rimaneva in zona ed è stato ritrovato in corredi funebri di ricchi cittadini di Adria. La città, con l’intera Etruria Padana, subì un grave colpo dalle invasioni Celtiche del IV secolo per rifiorire in epoca romana divenendo con Aquileia il terminale del commercio con l’Europa nord orientale. Alluvioni e deviazioni del Po provocarono una grave crisi durata fino alla fine dell’800 quando l’inizio delle grandi bonifiche che destinarono all’agricoltura numerose estensioni di terra creò le premesse per un miglioramento economico dell’intero Delta. Il rinvenimento di innumerevoli reperti durante i lavori idraulici dette l’occasione per la costruzione, nel 1961, di un museo che riunì interessanti raccolte archeologiche che contano circa 60.000 pezzi tra cui spicca la” Tomba della Biga” contenente un carro da guerra celtico sepolto con i cavalli da tiro. Con i finanziamenti del Gioco Lotto e della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo dopo il 2000 è stato costruito un nuovo corpo di fabbrica del museo che ha permesso il riallestimento delle collezioni in ordine cronologico. In occasione dell’inaugurazione della Sezione Etrusca la Fondazione, con il patrocinio degli Enti Locali, ha sponsorizzato una interessante mostra di materiali provenienti dal Museo di Belgrado chiuso per lavori di ristrutturazione fino al 2010. I reperti esposti, provenienti da varie località della Serbia, coprono il periodo che va dall’VIII secolo a.C. alla tarda età romana e riguardano una serie di popolazioni barbare che si contesero il predominio su quella zona dei Balcani e che subirono fortemente l’influenza della civiltà greca. Il reperto più antico è un caratteristico bronzetto dell’VIII secolo rappresentante un fabbro al lavoro, seguono gioielli in ambra, bassorilievi in marmo, statue in bronzo di satiri di età ellenistica fino a giungere a maschere romane bronzee da inalberare su elmi da parata ed un grande ritratto anch’esso in bronzo attribuito al c.d. padre di Traiano ritrovato tra i resti delle costruzioni d’accesso del grande ponte, in muratura con ventuno arcate, fatto costruire dell’Imperatore per unire Mesia e Dacia, ora Serbia e Romania. Del V secolo a.C. è una maschera d’oro funeraria di altissima qualità rinvenuta a Trebeniste in un gruppo di tombe principesche un’altra delle quali ha restituito un guanto e due sandali in lamina d’oro e la cui fattura si è incerti se attribuire ad artisti greci o a maestranze locali fortemente influenzate. Nella stessa località, vicino al lago di Ocrida, è stato rinvenuto un magnifico cratere in bronzo del VI secolo a.C. fabbricato da officine corinzie e considerato un capolavoro dell’arte greco-arcaica. Il cratere è stato esposto a Roma, al Museo Nazionale Romano, in occasione della presentazione alla stampa della mostra ed è stato possibile ammirare il fregio con cavalieri che corre sotto l’orlo, le bellissime anse a fusione rappresentanti Gorgoni ed il tripode di base a zampe di leone con Gorgoni e cani. Il manufatto verrà restaurato a cura della Fondazione ed il Soprintendente Bottini ha espresso la fondata speranza che la mostra, sia pure in forma ridotta, possa essere ospitata a Roma. E’ comunque una possibilità unica poter visitare l’esposizione ad Adria visionando materiali abitualmente non visibili, ammirando nel contempo il nuovo allestimento del Museo di Adria e se possibile effettuando anche escursioni nel paesaggio affascinante del Delta.

Roberto Filippi

info@ex-art.it