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oltre l'arte
2006

Beni Culturali - Mostre
Beni Culturali - Mostre
Sommario




HIRST, SALLE E SAVILLE
Dall’11 maggio al 1 ottobre 2006
Museo Carlo Bigotti (Villa Borghese)
viale Fiorello La Guardia
Orari:
dalle 9.00 alle 19.00
lunedì chiuso
Ingresso:
Euro 6,00 intero, Euro 4,00 ridotto
museo + mostra
Informazioni:
tel. 06/82059127
http://www.museocarlobilotti.it/



 
 

QUANDO L’ARTE INCONTRA IL PROFANO

Il collezionista italo americano Carlo Bilotti non sarebbe un fidanzato banale.
Ovvero, invitandovi a vedere la sua “collezione di…”, non vi trovereste di fronte ai classici francobolli o alle classiche farfalle.
Verreste accolti da … orripilanti animali in formaldeide: pecore, mucche e squali tagliati a fette; messi a vostro agio da quadri di giganteschi nudi martoriati da ferite chirurgiche; circondati da inquietanti volti straziati dalla sofferenza.
Se l’intento di Bilotti era quello di farvi avvicinare alla bellezza dell’arte contemporanea, molto discussi e controversi sono gli artisti di cui si fa moderno mecenate.
Ma si sa, l’arte per far parlare di sé, oggi deve essere chiassosa, se non scandalosa.
E Bilotti stesso ama essere ricordato. Dopo aver aperto gallerie in mezzo mondo, ha voluto regalare ai romani una parte della sua collezione di opere d’arte.
I suoi preziosi De Chirico, insieme ad opere singole di Severini, Manzù, Warhol e Rivers, sono stati collocati nella restaurata Aranciera di Villa Borghese, adibita per l’occasione a nuovo museo.
Un museo Bilotti, che però non sarà un Museo De Chirico, nonostante l’allestimento permanente al primo piano. Sarà, invece, uno spazio dedicato alla diffusione dell’arte contemporanea. E Bilotti lo ha inaugurato proprio con i suoi artisti preferiti: Damien Hirst, Jenny Saville, David Salle.
Come un regista, Bilotti ha chiesto a questi nuovi talenti di creare delle opere sul tema della trascendenza, per un progetto di cappella laica, luogo di riflessione e di raccoglimento.
Le risposte alla “Bilotti Chapel” sono state individuali e di grande originalità.
Il dissacrante artista inglese Damien Hirst abbandona per un attimo la formalina, per svolgere il tema delle Sacre Scritture. Quattro grandi tele, allegoria dei quattro evangelisti.
Tele minimaliste e quasi monocrome, ma dai dettagli importanti, come le parole iniziali di ogni vangelo scritte sulle cornici; la penna inserita al centro di ogni quadro, ad indicare che molte pagine sacre debbono ancora essere scritte. E le immancabili farfalle morte, appuntate con uno spillo. Una metafora dell’immortalità: la farfalla conserva la bellezza nonostante la morte. E poi, ancora, in basso sulla sinistra di ogni pannello, un crocefisso, due lamette, due pillole. Tutti oggetti evocativi dell’ossessione della morteL’americano David Salle propone un lavoro vagamente surrealista. Utilizzando scorci michelangioleschi della Cappella Sistina, si appropria dei temi della creazione, del diluvio e del giudizio universale, e vi sovrappone immagini di drammatica attualità, come la guerra israelo-palestinese, l’alluvione di New Orleans, lo tsunami. La verità delle Sacre Scritture fa da sfondo alla verità della cronaca.
L’inglese Jenny Saville, famosa per le sue tormentate raffigurazioni di volti tumefatti e di corpi femminili sottoposti alla chirurgia estetica, presenta tre enormi tele, dove, con uno scioccante realismo, campeggiano corpi devastati dalla malattia. Una sofferenza intesa come espiazione del peccato ed unica via per la redenzione.
La “Bilotti Chapel” è davvero un ambiente meditativo unico, un luogo più mentale che fisico, che, come l’ideatore stesso dice, “può metterti di buono o cattivo umore”.
Un luogo, forse, in grado di scuotere i romani dal loro torpore nei confronti dell’arte contemporanea. In ogni caso, un invito ad ammirare la Bellezza. 

Simona Rasulo