VERMEER
La lettera d’amore
Dal 27 aprile al 18 giugno 2006
Roma
Palazzo Barberini
via Quattro Fontane, 13
Ingresso:
Orario:
dalle 9.00 alle 19.00
Informazioni:
Tel. 06/4824184
Catalogo:
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IL SILENZIO DELLA
PITTURA
La Soprintendenza Speciale al Polo Museale Romano ha in programma il
potenziamento delle attività della Galleria Nazionale d’Arte Antica di
Palazzo Barberini in concomitanza con la cessione al Ministero per i
Beni e le Attività Culturali da parte di quello della Difesa della parte
del Palazzo sino ad ora in uso al Circolo Ufficiali delle Forze Armate.
Verranno riaperte le sale del Piano Nobile attualmente in restauro e
saranno allestite le nuove sale recuperate in cui saranno ospitati
dipinti del ‘500 e ‘600, a breve sarà inaugurato il Giardino Seicentesco
ripristinato com’era all’epoca e verrà proposta, nel salone Pietro da
Cortona, una mostra su “Bernini pittore”, un aspetto inedito
dell’artista molto più noto come architetto e scultore. Come
introduzione a questa serie di eventi si avrà l’esposizione,
sponsorizzata dal Credit Suisse, di un quadro, la “Lettera d’amore” di
Vermeer prestato dal Reijksmuseum di Amsterdam ed in Italia per la prima
volta.
Vermeer, o Ver Meer o Van der Meer, fu un pittore dal curioso destino;
nacque nel 1632 a Deft, e qui morì nel 1675, e di lui abbiamo scarse
notizie. Pare fosse figlio di un oste e nel 1653 sposò una ragazza ricca
entrando nello stesso anno nella confraternita dei pittori cittadini;
abbastanza noto, almeno in ambito locale, fu rapidamente dimenticato e
riscoperto solo nel secondo ottocento quando con l’impressionismo si
ebbe la rivalutazione degli effetti della luce e delle tonalità del
colore. Da allora è tornato all’attenzione della critica che lo ha
studiato a fondo riscoprendo le sue opere e incoraggiando il
collezionismo che ha portato con se fenomeni di falsificazione. Pur non
essendo mai stato in Italia, al contrario di tanti artisti nordici,
Vermeer subì inizialmente forti influssi italianizzanti di chiara
matrice caravaggesca, successivamente si accostò alla scuola di
Rembrandt raggiungendo poi una piena autonomia creativa sia
nell’impianto delle opere che negli effetti cromatici e luministici con
risultati di grande qualità tecnica, con una resa minuziosa dei
particolari, quasi piccole nature morte che affollano i suoi dipinti.
Quelli noti e certi sono appena una quarantina, generalmente di piccolo
formato e raramente a soggetto religioso. Per lo più rappresentano
soggetti borghesi ritratti nell’interno delle loro case confortevoli e
bene arredate: “La signora che legge una lettera”, “La lezione di
musica”, “La ragazza con turbante” ispiratrice di un noto romanzo, “La
pesatrice di perle”, “Il geografo”, “La suonatrice di liuto”,
“L’atelier”, “La merlettaia”, “La signora seduta alla spinetta”, sono i
titoli attribuiti dai critici moderni ai quadri di Vermeer e danno
precisa testimonianza della sua pittura intimista con una accurata
ricerca dell’interiorità del soggetto ritratto ed insieme una estrema
bravura nel dipingere le vesti, i gioielli, l’arredamento che fa da
sfondo con un effetto di indubbio fascino.
Il quadro esposto a Palazzo Barberini è datato 1667, il titolo è
ovviamente moderno ed indice di un gusto aneddotico che contraddistingue
l’indicazione delle opere dell’artista, è detto “La lettera d’amore”
anche se potrebbe in realtà avere anche altre denominazioni. È un vero
capolavoro di inquadratura d’interni con una signora seduta con uno
strumento musicale e una domestica alle sue spalle; la visione appare
come da una porta socchiusa e si affaccia in una stanza arredata
sontuosamente con due quadri, un caminetto, una tenda, uno sgabello.
E’ quasi il manifesto della pittura del Vermeer, intimista e legata ai
gusti della borghesia olandese, operosa, religiosa, ricca, tranquilla,
fondamentalmente diversa dalla coeva pittura barocca italiana, estrosa,
brillante, fastosa, tesa a colpire e a stupire. Una interessante
finestra su un altro mondo.
Roberto Filippi
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