LA GUARDIA SVIZZERA PONTIFICIA
500 anni di storia, arte, vita
Città del Vaticano
Braccio di Carlomagno
(Piazza San Pietro)
Dal 29 marzo al 30 luglio 2006
Orario:
tutti i giorni
dalle 9 alle 19
mercoledì mattina orario
dalle 13 alle 19
sabato dalle 9 alle 20
(la biglietteria chiude un’ora prima)
Giorno di chiusura: mercoledì mattina fino alle ore 13
Ingresso:
Intero € 7,00
Ridotto € 5,00
Informazioni:
Tel. 06/68193064 - 69898100
www.guardiasvizzera.org
Catalogo:
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CINQUE SECOLI DI
ONORE E FEDELTA’
L’alba del 6 maggio 1527 si levò nebbiosa intorno alle mura di Roma da
qualche giorno assediata dalle truppe di Carlo V Imperatore d’Austria e
Re di Spagna; dalla foschia in un assordante clamore di pifferi e
tamburi sbucarono a schiere gli attaccanti, fanti tedeschi e spagnoli,
diretti verso il tratto di mura compreso tra porta S.Spirito e porta
Torrione, ora Cavalleggeri. L’assalto fu portato con estrema violenza
nonostante che nei primi minuti fosse stato gravemente ferito, morì in
serata, il Connestabile di Borbone comandante dell’armata imperiale; in
breve gli attaccanti scalarono le mura travolgendo i difensori e
dilagando per Borgo devastando, saccheggiando e uccidendo, diretti verso
il Vaticano. I Lanzichenecchi tedeschi, fanatici luterani, avevano
giurato di impiccare il Papa con un cappio d’oro e i cardinali con funi
d’argento, gli spagnoli, cattolici, si limitavano a saccheggi e
violenze. Gli invasori si precipitarono verso i Palazzi Vaticani, da
dove era appena fuggito Papa Clemente VII diretto con la sua corte verso
Castel Sant’Angelo, e giunsero nella piazza prospiciente l’antica
Basilica di San Pietro, allora priva sia dell’obelisco che del colonnato
berniniano, ma si trovarono la strada sbarrata da un manipolo di soldati
dalle uniformi variopinte, con bandiere al vento e picche abbassate: la
Guardia Svizzera. Per proteggere la fuga del Papa, dei suoi curiali e di
molti cittadini, gli Svizzeri pur consci del loro imminente sacrificio
ingaggiarono battaglia con un nemico molto superiore di numero. La
mischia fu breve e violenta e centoquarantasei guardie e il loro
comandante rimasero sul terreno mentre un distaccamento di altre
quarantadue guardie scortò il Papa fino in Castello. Sin dalla fine del
XIII secolo gli Svizzeri avevano meritato una gran fama di ottimi
soldati di fanteria dopo le loro vittorie contro gli Asburgo e ben
presto molti sovrani europei ebbero alle loro dipendenze contingenti di
fanti Svizzeri specialisti nel combattere la pesante cavalleria feudale
formando massicci quadrati irti di picche, lance, alabarde. L’uso
continuò per secoli terminando con un altro massacro; il 10 agosto 1792
la popolazione parigina assalì il Palazzo delle Tuileries massacrando la
Guardia che aveva tentato una inutile e disperata difesa. I Papi,
invischiati nel XIV e XV secolo nelle varie guerre italiane, ebbero alle
loro dipendenze truppe svizzere che venivano utilizzate per la campagna
e congedate alla fine delle ostilità. Fu Papa Giulio II, il 22 gennaio,
1506, con la Bolla Confederatis Superioris Allemanniae, ad arruolare
stabilmente una compagnia di circa duecento fanti per la custodia della
persona del Pontefice e dei Sacri Palazzi e da allora la Guardia
Svizzera ha sempre vegliato pronta ad ogni sacrificio anche se nei
cinquecento anni della sua esistenza non vi è stata più necessità di un
olocausto come quello avvenuto durante il Sacco di Roma del 1527.
L’immagine familiare dell’alabardiere Svizzero appare sempre vicino ai
Papi in innumerevoli dipinti sempre con la caratteristica uniforme a
strisce colorate per leggenda attribuita a Michelangelo, i copricapo
sono sovente stati modificati con uso del tricorno nel ‘700 ed un elmo
tipo pompiere nell’800. La tenuta attuale risale al 1915 con corsaletto
e morione di tipo spagnolo. L’organico è stato variato con riforme di
Pio X, Giovanni XXIII e Paolo VI e adesso si aggira su poco più di cento
uomini tra ufficiali, sottufficiali, alabardieri e musicanti; sono tutti
di nazionalità svizzera e di religione cattolica e prestano servizio per
alcuni anni: A loro è demandata la custodia diretta del Papa, il
servizio d’onore in anticamera e nelle cerimonie, la vigilanza dei
varchi esterni della Città del Vaticano. Per festeggiare il mezzo
millennio della Bolla di Giulio II che segnò la nascita della Guardia
sono stati previsti vari eventi tra Roma e la Svizzera e tra loro spicca
la mostra dal titolo un po’ burocratico “ La Guardia Svizzera
Pontificia. 500 di storia, arte, vita” ; è allestita nel Braccio di
Carlo Magno ed è suddivisa in cinque sezioni. Nella prima si tratta
della nascita e del reclutamento della Guardia e vi è esposta la famosa
Bolla unitamente ad altri documenti e ad un ritratto di Carlo V di
Tiziano, nelle seconda si descrive il sacco di Roma e vi si può ammirare
elmo e corazza del Connestabile di Borbone, incisioni e dipinti aventi
per soggetto il Sacco. Nelle terza e nella quarta sono presenti ritratti
di pontefici soli o con gli inseparabili alabardieri e quale fu il
rapporto di questi con la città di Roma e la sua popolazione; la quinta
comprende numerosi documenti antichi e moderni che ricostruiscono la
storia della Guardia Svizzera, le sue uniformi, le sue bandiere, le
armature e le armi con esposizione di alabarde, morioni, corazze,
spallacci ed anche i pesantissimi spadoni a due mani. Una visione
completa del più antico e minuscolo esercito del mondo, un viaggio lungo
cinque secoli durante i quali la Guardia Svizzera ha sempre vigilato in
difesa dei Pontefici tenendo fede al suo antico motto “Acriter et
Fideliter”.
Roberto Filippi
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