ANTONELLO DA MESSINA
Dal 18 marzo al 18 giugno 2006
Roma
Scuderie del Quirinale
Orari:
tutti i giorni
dalle 10.00 alle 20.00
venerdì e sabato
fino alle 22.30
Ingresso:
Informazioni:
Tel. 06/39967500 - 696271
www.scuderiequirinale.it
Catalogo:
|
LE TAVOLE
DELL’ARTE
Lo sguardo intrigante e il sorriso enigmatico di personaggi effigiati su
tavole dipinte ad olio accolgono il visitatore della mostra su Antonello
da Messina, una grande rassegna monografica che riunisce una cinquantina
di opere, quasi tutte quelle riconosciute dell’artista, e che si pone
come la più importante esposizione dopo quella tenutasi a Messina nel
1951 che segnò il riapparire dell’artista, noto ma misterioso, nel mondo
dei critici e degli storici dell’arte. Antonello, di cui si ignora il
cognome, nacque intorno al 1430 a Messina ed iniziò il suo apprendistato
presso il Colantonio, allora pittore di buona fama a Napoli dove alla
corte degli ultimi Angioni fioriva una vivace attività culturale e
giungevano opere fiamminghe del van Eyck e del van der Weyden. Nella
bottega del Colantonio il giovane Antonello imparò a fondere la
sontuosità dell’ultimo gotico con la minuziosa e attenta osservazione
della realtà tipiche dell’arte fiamminga assorbendo anche influssi della
pittura borgognona. Esempio della perfetta metabolizzazione di queste
varie ispirazioni è il “San Girolamo nello studio” presente in mostra e
proveniente dalla National Gallery di Londra; il santo è rappresentato
intento alla lettura assiso su una predella alla scrivania, con una
libreria sul retro ed il caratteristico leone ai piedi il tutto inserito
in una serie di prospettive che delimitano l’ambiente e con una pittura
che cura i singoli e minuti particolari con una analisi finissima quasi
utilizzasse una lente d’ingrandimento. Successivamente subì l’influsso
di Piero della Francesca da cui assimilò l’inquadramento prospettico in
cui collocare le immagini che assumono forme purissime contraddistinte
da un grande nitore geometrico. Continuando a dipingere tavole a
soggetto sacro e ritratti giunse a Venezia nel 1475 incontrando Giovanni
Bellini in uno scambio di esperienze che arricchì entrambi. Dal Bellini
Antonello assorbì il senso del colore unendolo alla prospettiva come
appare nel “San Sebastiano” di Dresda con la corposa figura del santo in
primo piano, con subito appresso edifici e figure ed uno sfondo che si
dilata in lontananza con effetti suggestivi. Splendido è il paesaggio
della “Crocefissione” di Londra con i tre crocefissi in primo piano e
sul fondo una veduta che si spinge lontano fino ad un mare immaginario
intensamente azzurro. Si specializzò in ritratti, tra cui il suo
presunto “Autoritratto”, alla National Gallery di Londra, con lineamenti
dolci, sguardi obliqui, colori decisi, chiaroscuro modellante. Tornato
un paio d’anni dopo in Sicilia si affermò sempre più come pittore
celebre per committenti nobili, ecclesiastici, conventi, confraternite,
chiese, lasciandoci splendide opere alcune delle quali ancora in musei
siciliani. Morì intorno al 1479 ma purtroppo di lui abbiamo notizie
scarsissime in quanto il terremoto di Messina del 1908 ha distrutto
archivi pubblici e privati impedendo ricerche sull’artista. Su di lui
era scesa una coltre di oblio pur essendo un insigne pittore
rinascimentale ma così diverso dagli stili che nello stesso tempo
andavano affermandosi a Firenze e a Roma tanto celebrati dal Vasari che
faceva primeggiare ad ogni costo la pittura toscana.
La mostra recupera quasi tutte le tavole di Antonello provenienti dai
principali musei italiani e stranieri ed esibisce una carrellata
completa sull’attività dell’artista offrendo una occasione unica agli
specialisti e ai semplici visitatori di studiare e confrontare le opere
di un pittore che attraverso la sintesi tra luce e colore da vita a
figure, architetture e paesaggi di forte impatto visivo e di grande
suggestione.
Roberto Filippi
|