I CASTELLANI E L'OREFICERIA ARCHEOLOGICA
ITALIANA
Dall'11 novembre 2005 al 26 febbraio 2006
Roma
Museo Nazionale Etrusco
piazzale Valle Giulia 9
Orari:
dal martedì alla domenica
dalle ore 8.30 alle 19.30
la biglietteria chiude un'ora prima
chiuso il lunedì
Ingresso:
Euro 6,00 intero Euro 4,00 ridotto
Informazioni:
Tel. 06/82077304
Catalogo:
L’Erma di Bretschneider
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UNA FAMIGLIA DI
ORAFI
Villa Giulia è un pregevole edificio rinascimentale fatto costruire
intorno al 1550 da Papa Giulio III Ciocchi dal Monte con l’opera degli
architetti Vasari, Vignola e Ammannati; nonostante le traversie subite
in quattro secoli mantiene le sue linee eleganti, qualche sala
affrescata ed un magnifico ninfeo dove si effettua la consegna del
Premio Strega. Sin dal 1889 è stata destinata a sede del Museo Etrusco e
contiene una delle maggiori raccolte italiane di reperti, generalmente
funerari, appartenenti a questo popolo.
Numerose sono le antiche raccolte confluite nel museo e tra esse spicca
l’importanza della Collezione Castellani comprendente ceramiche, bronzi
e splendide oreficerie costituite sia dai gioielli antichi etruschi che
da moderne creazioni di epoca ottocentesca.
I Castellani furono una famiglia di orafi che ebbe grande fama nella
Roma del secondo Ottocento, il capostipite Fortunato Pio aprì bottega
nel 1814 specializzandosi nella produzione di gioielli e di oggetti
d’arte secondo il gusto neoclassico allora dominante; due dei suoi figli
seguirono le sue orme, il primo, Alessandro, dopo una giovinezza
avventurosa si trasferì a Parigi aprendo una affermata succursale della
bottega romana lanciando sia nell’ambiente francese che in quello
inglese la moda del gioiello “all’antica”. Si dedicò anche all’attività
di antiquario effettuando scavi in varie località collezionando,
comprando e vendendo reperti. Voci malevole gli attribuirono anche la
fama di falsario e di truffatore per la vendita di oggetti da lui creati
e fatti passare per antichi. Il fratello Augusto produsse e commerciò
moltissimi gioielli in tutto il mondo e collezionò anch’egli oreficerie
antiche e moderne sino a costituire una imponente raccolta. Divenne
direttore onorario dei Musei Capitolini e tenne bottega in un palazzo in
piazza Fontana di Trevi, dove un secolo dopo abitò il Presidente Pertini,
facendone un centro culturale, specie in campo antiquario, di
consolidata fama e prestigio. Con l’inizio del secolo e con i
cambiamenti di moda la bottega decadde e l’ultimo orafo Castellani,
Alfredo figlio di Augusto, cedette allo Stato la sua collezione
comprendente sia oggetti antichi che opere della pluridecennale attività
della famiglia. Acquisita nel 1919 la Collezione Castellani fu collocata
a Villa Giulia nel 1930 al piano nobile della palazzina dove nella sala
detta “dei Sette Colli” è ospitata la sezione dedicata alle oreficerie
contrapponendo gioielli antichi e moderni; i reperti sono raccolti
secondo criteri cronologici e tipologici dall’epoca arcaica, a quella
etrusca, all’età romana, con inclusioni di gioielli del Vicino Oriente e
anche di origine precolombiana. C’è anche una raccolta di 385 gemme e
paste vitree di varia origine. A fronte i manufatti ottocenteschi
contraddistinti dal marchio di due C intrecciate simbolo della bottega,
con una serie di splendidi reperti che imitano quelli antichi con
effetti di grande suggestione alternando ori, mosaico minuto, paste,
pietre preziose. Con i gioielli sparsi in musei e collezioni di ogni
parte del mondo è stata organizzata la mostra “I Castellani e
l’oreficeria archeologica italiana” che dopo essere passata per New York
e Londra è ora giunta a Roma al Museo di Valle Giulia ospitata nella
sala “delle Arti e delle Scienze” vicina a quelle che contiene la
Collezione che ha base nel museo.
La mostra ricostruisce un secolo di attività di una celebre bottega
orafa e la personalità e le capacità dei vari artigiani che vi hanno
operato; l’allestimento rievoca in parte la suggestione della bottega di
piazza Fontana di Trevi anche con la ricostruzione di un angolo del
negozio con due manichini di acquirenti, in costume d’epoca, intente ad
ammirare i gioielli esposti. I circa 250 oggetti in mostra comprendono
preziosi che a suo tempo furono acquistati da membri dell’aristocrazia
europea, pezzi già della celebre Collezione Campana venduta sul mercato
antiquario di Parigi, mosaici finissimi, smeraldi, cammei, spille, in
uno splendore di ori che cattura lo sguardo del visitatore.
La mostra è stata sponsorizzata dal Nobile Collegio di S. Eligio degli
Orefici e dalla Federazione Italiana Tabaccai che ha un particolare
legame con il Museo Etrusco dove ha già finanziato il restauro della
grande statua in terracotta nota come l’Apollo di Veio e sta curando il
restauro dell’altra statua del gruppo, l’Eracle.
Roberto Filippi
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