IL SETTECENTO A ROMA
Dal 10 novembre 2005 al 26 febbraio 2006
Roma
Palazzo Venezia
Orari:
dal martedì alla domenica
dalle ore 10.00 alle 19.00
lunedì chiuso
Ingresso:
Euro 8,00 intero
Euro 6,00 ridotto
Informazioni:
Tel. 06/82077304
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L’INCANTO DI UN
VIAGGIO NEL PASSATO
Per l’immaginario collettivo il ‘700 significa parrucche e crinoline,
merletti e minuetti, grandi ricchezze e assolute povertà, profumi e
scarsa igiene, per i più acculturati c’è anche spazio per l’illuminismo,
la cultura, la scienza che hanno plasmato l’attuale cultura occidentale.
E’ una immagine che trae in inganno, sembra trattarsi di un’epoca
frivola e leggera paga di giochi, di feste, di incontri galanti, regno
di personaggi quali Cagliostro e Casanova, dominata da una cultura
accademica con risvolti a volte anche ridicoli, con l’impoverimento
sempre più diffuso del ceto contadino, con la decadenza della nobiltà di
sangue e l’affermarsi prepotente della borghesia commerciale e
finanziaria. Ma spingendoci più oltre nell’esame del secolo troviamo i
movimenti che conducono alla filosofia illuministica e all’esaltazione
della ragione umana, si sviluppa la musica raggiungendo vertici di
altissima qualità, si gettano le basi della scienza moderna con lo
studio della fisica, della matematica, della biologia, della zoologia,
si rimodella il pensiero artistico con l’affermarsi prima del rococò poi
del neo-classicismo, si rinnova la letteratura e legioni di architetti
italiani si affermano costruendo dovunque sontuosi edifici. Nei due
secoli precedenti l’Italia aveva dettato legge in campo artistico con i
suoi centri culturali di Firenze, Roma, Venezia, Bologna, Napoli, nel
‘700 si comincia a sentire l’influsso potente della Francia di Luigi XIV
e di Luigi XV che hanno creato uno stato forte che inizia ad affermarsi
in campo politico, economico, artistico.
Il declino dell’Italia fu comunque lento, Venezia con il suo tramonto
purpureo restò meta principe del gran turismo internazionale e dette
all’arte Tiepolo e i grandi vedutisti; Napoli con la nuova dinastia
Borbonica si segnalò per gli scavi a Pompei ed Ercolano e per un
risorgere di svariate attività artistiche; Roma con la corte pontificia
rimase sempre al centro del panorama culturale europeo, sede di artisti
di ogni nazionalità e di turisti di classe che praticavano il circuito
del Grand Tour. Nonostante la decadenza politica ed economica Roma
continua ad attirare artisti, si riempie di grandi edifici religiosi e
civili che ancor oggi caratterizzano la città come la Scalinata di
Piazza di Spagna, la Fontana di Trevi ed il purtroppo distrutto Porto di
Ripetta, sviluppa una eruditissima cultura antiquaria che ha come vate
il Winkelmann, costituisce il primo museo pubblico sul Campidoglio,
organizza una fervida attività di scavo, anche se con criteri ai nostri
occhi molto discutibili, da vita ad un fiorente commercio di oggetti
antichi, forma un esperto artigianato che riproduce l’antico, crea opere
in mosaico minuto, copia quadri celebri, statuette in bronzo e in marmo
destinate al mercato turistico.
Il XVIII fu un secolo lungo e affollato di eventi di ogni genere che
avranno effetto nei secoli futuri e nei quali Roma ha gran parte anche
se in continua modesta decadenza pressata da potenze più ricche e più
centrali nella vita europea. Nei saloni di Palazzo Venezia è ospitata
una grande mostra sulla Roma del ‘700 che attraverso una miriade di
oggetti esposti, parte dei quali tornati nell’Urbe dopo secoli,
ripercorre l’intero Settecento facendone rivivere gli aspetti più
vitali, come il pensiero filosofico e scientifico, la musica ed il
teatro, la storia, l’antiquaria, l’arte in tutte le sue espressioni, il
mondo delle Accademie ed in particolare l’Arcadia, le prime istanze
sociali, che collocarono ancora Roma in posizione centrale nel contesto
culturale europeo.
Le opere esposte sono circa trecento tra dipinti, la gran maggioranza,
statue, vestiti, mobili, oggetti d’artigianato, libri, disegni, stampe,
sono il frutto dell’attività di celebri artisti e di ignoti artigiani e
coprono l’intero arco del secolo attraverso un continuo evolversi di
mode e di stili.
La mostra si articola in varie sezioni a soggetto : immagini di Roma, il
primato delle arti e delle idee, il vedutismo, il teatro, le feste,
l’esotismo, l’Arcadia, il gusto francese, Roma cosmopolita crocevia
d’Europa, l’archeologia, gli artisti stranieri, gli anni della
Rivoluzione, ognuna con un corredo di opere varie che illustrano la
sezione. Il visitatore viene accolto da un grande dipinto che segna
quasi il passaggio tra il potente Seicento e il leggiadro Settecento, è
un quadro del Maratti, da secoli in Inghilterra, che contiene
l’autoritratto del pittore mentre dipinge Apollo che incorona il
Marchese Pallavicini, seguono varie sale allestite in maniera fastosa
quasi a ricordare i saloni di un palazzo patrizio con dipinti a soggetto
religioso, storico, mitologico e numerosi superbi grandi ritratti a
figura intera di membri dell’aristocrazia inglese opera del Batoni. La
mostra infine si chiude con alcune opere non eccezionali in sé ma che
indicano il passaggio del secolo e l’inizio di tempi nuovi: due piccoli
oli su tela del pittore neoclassico Felice Giani del 1798 che illustrano
feste giacobine e una scultura in marmo di Camillo Pacetti che
rappresenta “Napoleone ridà vita all’Italia”. E’ la conclusione di una
esposizione affascinante e di grande impatto emotivo che esamina e
racchiude un secolo importantissimo che fu insieme l’ultimo dell’età
antica e il primo dell’età moderna.
La mostra ha goduto il sostegno di numerosi sponsor tra cui la Compagnia
di San Paolo, la Federazione Tabaccai, Gioco del Lotto-Lottomatica.
Roberto Filippi
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