PASOLINI 30 ANNI DOPO
UNO TRA NOI
Dal 21 ottobre 2005 al 22 gennaio 2006
Museo di Roma in Trastevere
Piazza S.Egidio, 1/b
Orario:
dal martedì alla domenica
dalle 10.00 alle 20.00
(ingresso consentito fino alle ore 19.00)
lunedì chiuso
Ingresso:
Euro 2,60 intero
Euro 1,60 ridotto
Informazioni:
Tel. 06/5816563
www.comune.roma.it/museodiroma.trastevere
www.comune.roma.it/monumentiaperti
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IL RUOLO DELL’INTELLETTUALE
Pier Paolo Pasolini poeta, romanziere, regista e, addirittura, pittore.
Una sola mostra non poteva bastare a descrivere la sua poliedrica
personalità.
E Roma, sua città di adozione, in occasione del trentennale della morte,
gli dedica una trilogia di mostre, ambientandola nel cuore pulsante
della città, Trastevere, al museo di Roma in piazza Sant’Egidio.
Una scelta ideale, quasi un tributo di quella Roma proletaria da lui
tanto amata.
La prima mostra “Pasolini e Roma” è un omaggio alla straordinaria
versatilità di Pasolini, alla sua capacità di intrecciare legami sia con
i raffinati ambienti intellettuali e borghesi, sia con il mondo popolare
delle borgate.
Il rapporto tra Pasolini e le diverse anime della città, alla ricerca di
nuove forme di espressività, viene raccontato attraverso fotografie,
filmati, testi, dattiloscritti originali, prime stesure dei suoi libri.
In mostra il dattiloscritto del suo primo romanzo “Ragazzi di vita”, che
valse a Pasolini il ruolo di provocatore della società perbenista, per
aver parlato di disagio giovanile.
Le fotografie delle periferie romane degli anni ‘50, scattate da grandi
fotografi, come Henri Cartier – Bresson, sfilano accanto alle foto che
lo ritraggono con i maggiori intellettuali del tempo: Moravia, Giuseppe
Ungaretti, Bernardo Bertolucci, Dacia Maraini, Mario Soldati, Liliana
Cavani.
Esposti anche alcuni disegni di Pasolini, e le opere di artisti che lo
frequentarono, come Carlo Levi.
Il tutto avvolto da una sua quasi subliminale presenza: una proiezione a
ciclo continuo, di video e documentari, racconta Pasolini, dai primi
anni ‘60 fino alla morte.
Le altre due mostre rappresentano altrettanti momenti significativi.
La mostra “Miracolo a Roma. Fotografie di Angelo Pennoni sul set di
Accattone” presenta 60 fotografie scattate durante le riprese del suo
primo film. Foto istituzionali dal set, ma anche molti scatti rubati,
che ci regalano atteggiamenti insoliti, nonché le dolci espressioni del
volto di Pasolini.
La mostra “La lunga strada di sabbia. Fotografie di Philippe Séclier”
nasce dal diario di viaggio di Pasolini nell’estate del 1959, quando al
volante della sua Fiat Millecento percorse le coste italiane, con
l’intento di documentare la nuova moda borghese delle vacanze, il boom
economico dell’Italia del dopoguerra. Il fotografo francese Séclier
ripercorre nel 2001 lo stesso itinerario. Dalla Versilia a Trieste
cattura con le sue suggestive foto in bianco e nero i luoghi della
memoria pasoliniana.
Una trilogia di mostre, per restituirci un Pasolini “antropologo sul
campo”, a contatto con situazioni e persone reali, indignato contro il
consumismo e il vuoto morale della borghesia.
Non la solita invettiva moralistica contro la società moderna, ma una
critica radicale della modernità; non un’accusa alla società dei
consumi, ma al modo in cui è stata realizzata in Italia, un’analisi del
“trauma italiano”.
E proprio analizzando il traumatico passaggio dalla società contadina
alla società industriale, cercando di definire il rapporto tra il
capitalismo, che stava prendendo piede in Italia, e la società
contadina, conscio che il male peggiore stia nella povertà, si interroga
sul ruolo dell’intellettuale.
Per concludere profeticamente che il vero intellettuale non appartiene
ad una corrente, anzi, “il ruolo dell’intellettuale è quello di non
avere ruoli, di essere la contraddizione vivente di ogni ruolo”.
Pasolini, un intellettuale al di sopra del suo tempo. Pasolini più che
mai attuale, e vivo nel ricordo di Roma, che ne sente la mancanza.
Simona Rasulo
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