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oltre l'arte
2005

Beni Culturali - Mostre
Beni Culturali - Mostre
Sommario




MANIFATTURE ANGELICHE
Dal primo ottobre al 13 novembre 2005 

Mondovì (Cuneo)
Antico Palazzo di Città
piazza Antico Palazzo di Città
via Giolitti 1

Orari di visita:
giovedì e venerdì
15 - 18.30
sabato e domenica
10 - 13 e 14.30 - 18.30

Informazioni:
Tel. 0174/40389


Catalogo:
Allemandi & C. 

 

L’ART NOUVEAU NELLA MATTONELLA

Ecco una mostra della quale si sentiva da tempo la necessità. Quella ideata e realizzata dai curatori: l’architetto Franco Bretoni, responsabile della collezione contemporanea del Museo Internazionale della Ceramica in Faenza e il professor Ezio Godoli, docente di storia dell’Architettura all’Università di Firenze, può essere un modello fonte di ispirazione.
In particolare ci si riferisce allo studio attento dei vari settori che riguardano l’arte decorativa europea applicata all’industria, oggetto di ricerca non secondario perchè di estremo interesse specialmente per il periodo preso in esame dai due studiosi, quello a cavallo tra i secoli XIX e XX. Un periodo caratterizzato dai importanti movimenti artistici come il Modernismo, che riassume in sé diverse specificità nazionali, e che affonda le sue origini ben più lontano nel tempo. Già a metà Ottocento in Inghilterra personaggi come A. Pugin e Owen Jones, avevano dato uno scossone decisivo all’ambiente stagnante dominato da un eclettismo asfittico e soprattutto dallo sterile accademismo. Il loro pensiero, unitamente alle opere contribuì non poco al cambiamento del linguaggio espressivo, dando l’avvio dell’epoca moderna.
In particolare la ricerca dei due studiosi si sofferma ad uno specifico settore della decorazione architettonica: il rivestimento di interni ed esterni mediante l’utilizzazione di piastrelle in maiolica, grés e affini, (sono presenti in mostra circa settecento esemplari), decorate con soggetti ed ornamenti che riflettono il gusto dell’epoca. Una piccola cassa di risonanza delle arti maggiori come la pittura, la scultura e la grafica. La mattonella diviene per sua stessa natura autonomo oggetto d’arte.
Questa emblematica ricognizione itinerante attraverso l’Europa di fine secolo, privilegia la produzione di alcuni paesi rispetto ad altri. All’Inghilterra, alla Francia , al Belgio e alla Germania è stato accordato uno spazio primario in funzione certamente della loro notevole mole produttiva, peraltro di altissimo livello sia in relazione alle tecniche di esecuzione che per specifiche qualità artistiche e  la notevole efficienza nella pianificazione realativa al commercio e alla distribuzione. Paesi dove – è bene ricordarlo – erano attive da tempo  strutture pubbliche che facevano espresso riferimento ai Musei artistici industriali, istituzioni e strutture deputate alla conservazione dei manufatti artigianali e delle opere d’arte di tutte le epoche, provenienti da tutti i paesi, dove svolgevano una funzione formativa le officine, sorte con lo scopo di istruire artigiani specializzati.
Queste maestranze, come gli artisti più in vista, si cimentano con un repertorio vario: esso spazia dal recupero esotico dell’arte araba, turca e persiana, agli stili tipici della tradizione dell’estremo Oriente con la rivalutazione dell’arte Giapponese, all’attualità del linguaggio artistico dominato dalla sinuosità della linea a “colpo di frusta” che è poi l’elemento costitutivo dell’Art Nouveau, dove non si trascura, peraltro, il valore della tradizione aulica del Rinascimento e talora quello della teatralità di gusto baroccheggiante.
Ecco allora delinearsi una ricognizione stimolante attraverso la produzione delle maggiori fabbriche, come Minton, Wedgwood in Gran Bretagna,dove pure è importante l’attività di William Morris e W. De Morgan che fanno capo alle Arts&Crafts britanniche. E poi la Francia con le fabbriche di Longwy, Sarreguemines, Emille Műller , Il Belgio (Boch Frère), dove peraltro operano architetti di vaglia come Victor Horta, Van de Velde, Hankar, estremamente sensibili alle possibilità espressive connesse ai prodotti ceramici. La Germania, dove lo Jugendstil diviene parte integrante  costume sociale, operano con profitto le officine Villeroy&Boch di Mettlach, artisti innovatori come Josef Maria Olbrich, tanto per citare qualche nome.
Spazio minore e riservato alle altre realtà europee, come l’Ungheria (Zsolnay), la Spagna, l’Olanda e l’Italia dove di grande qualità sono i manufatti che escono dalle fabbriche della Richard Ginori, la Cantagalli di Firenze e soprattutto l’Arte della Ceramica di Galileo Chini. Magari avrebbe meritato una maggiore attenzione proprio la produzione artigianale ed artistica italiana, veramente di grande rilevanza e che forse gli autori vorranno proporre in seguito.
Da segnalare infine l’ottimo catalogo, pubblicato dalla Allemandi & C.

Roberto Cristini