FRANCESCO LOJACONO
Dal 1 ottobre 2005 all’8 gennaio 2006
Palermo
Civica Galleria d’Arte Moderna
Ex Convento di Sant’Anna della Misericordia
Informazioni:
Tel. 091/6090308
www.francescolojacono.it
Catalogo:
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L'OTTOCENTO
SICILIANO
E’ il momento d’oro per la tanto bistrattata pittura italiana
dell’ottocento; dopo la mostra su De Nittis lo scorso anno al Chiostro
del Bramante e quella su Boldini alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna
ancora in corso, a Palermo se ne apre una su un pittore nativo della
città: Francesco Lojacono. Forse ora non è notissimo ma lo fu molto
nella sua lunga vita; nato a Palermo nel 1838 iniziò a dipingere come
allievo del Palazzi noto autore di dipinti di paesaggio e di pittura di
genere, formato un proprio studio il Lojacono divenne autore di quadri
molto ricercati dagli esponenti del turismo internazionale di alto
livello sia da membri della borghesia rampante che si stava affermando
nell’Italia post-unitaria come i Whitaker e i Florio grandi industriali
proprietari di navi, tonnare, distillerie. Fu l’interprete più autentico
del cuore delle Sicilia profonda ancora intatta e per certi aspetti
quasi selvaggia, predilesse i luoghi celebri e i paesaggi sconosciuti,
le coste rocciose, il mare azzurro, gli interni assolati, talvolta
popolati di personaggi ma più spesso senza figure umane con una natura
prorompente che riempie l’intero dipinto per lo più di ampie dimensioni.
La consacrazione ufficiale del Lojacono avvenne nel 1891 allorché
all’Esposizione Nazionale di Palermo Re Umberto I° acquistò il dipinto
“l’Estate”, precedentemente aveva esposto a Vienna, Parigi, Bordeaux. La
sua produzione fu abbondante ed è ospitata in molti musei ed in tante
collezioni private che hanno cortesemente consentito il prestito di un
centinaio di tele che sono esposte in mostra; tra loro “il Duello” del
Museo di Capodimonte, “l’Arrivo inatteso” acquistato dalla Regina
Margherita nel 1883 ed ora al Quirinale, “lo Scoglio” della Galleria
d’Arte Moderna di Palermo, “la Veduta dell’Acquasanta” della Fondazione
Banco di Sicilia, “Dopo la Pioggia” del Principe di Trabia e tanti altri
di grandi dimensioni e con similari caratteristiche. Pur avendo vissuto
a lungo, morì nel 1915, rimase sempre fedele al suo stile ignorando i
grandi rivolgimenti che avvenivano nel mondo dell’arte a cominciare
dall’Impressionismo per finire con il Futurismo e il Cubismo. La critica
della prima metà del novecento lo ha sovente rimproverato sostenendo che
dipingesse paesaggi “troppo finiti e quasi fotografici” ma da qualche
tempo, come per molti artisti della sua epoca, è in corso la sua
rivalutazione, la sua arte cessa di essere vista come una serie
ripetitiva di quadri oleografici per acquirenti di gusto facile ma
diviene una sorta di visione onirica di luoghi, un concentrato di
emozioni per i colori, per i toni caldi , le atmosfere reali e nel
contempo fiabesche. Paesaggi e vedute di altissima qualità degne di ben
figurare nella storia dell’arte italiana del secondo ottocento. Accanto
ai dipinti del Lojacono sono esposti quadri di artisti suoi
contemporanei, suoi ispiratori, suoi imitatori. La mostra si tiene
nell’ex Convento di Sant’Anna della Misericordia, in pieno centro della
città, dove dopo un accurato restauro si è definitivamente trasferita la
sede della Galleria Civica d’Arte Moderna che disporrà finalmente di
locali idonei e di notevoli caratteristiche architettoniche.
Roberto Filippi
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