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oltre l'arte
2005

Beni Culturali - Mostre
Beni Culturali - Mostre
Sommario




ARNOLFO DI CAMBIO
Una rinascita nell’Umbria medievale
Dal 7 luglio 2005 all’8 gennaio 2006

Perugia
Galleria Nazionale dell’Umbria
Orvieto
Chiesa di Sant’Agostino

Tel. 02/43353522

Prenotazione gruppi:
tel. 02/43353522
(lunedì-venerdì dalle 9,00 alle 18,00)

Prenotazione scuole:
tel. 800 22 33 00
(dal martedì al venerdì dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 16.30)

www.arnolfodicambioinumbria.it

Catalogo:
Silvana Editoriale

 

LA PUREZZA DELLA PIETRA

Il nome di Arnolfo di Cambio rappresenta una pietra miliare nello studio dell’arte del tardo Medioevo. Fu scultore e architetto, nacque a Colle Val d’Elsa intorno al 1245 ed iniziò ad operare con il suo maestro Nicola Pisano lavorando all’Arca di san Domenico a Bologna ed al Pulpito del Duomo di Siena, fu poi a Roma dove scolpì i cibori di San Paolo Fuori le Mura e di Santa Cecilia in Trastevere. Subì influssi dell’arte cosmatesca e della statuaria meridionale del suo maestro come appare dai monumenti funebri del Cardinal Annibaldi in San Giovanni in Laterano e al Cardinal De Braye a Orvieto, caratterizzò questi ed altri sepolcri con sintesi di architettura e scultura raffigurando figure giacenti contornate da altre in piedi che scostano cortine che dovrebbero nascondere il corpo. Di solenne impostazione classica è la statua di Carlo I d’Angiò che si trova ora nel Palazzo dei Conservatori in Campidoglio e secondo molti studiosi è a lui attribuibile la statua bronzea di San Pietro nella Basilica Vaticana. Si recò poi a Firenze dove si dedicò al rivestimento marmoreo della facciata di Santa Maria del Fiore che purtroppo è stato rimosso alla fine ‘500 e di cui rimangono nel Museo dell’Opera alcune stupende sculture in cui si fondono un fortissimo gusto classico e chiare reminiscenze gotiche. Come architetto lavorò a Palazzo Vecchio e alla Chiesa di Santa Croce anche se gran parte della sua opera è andata perduta. Morì a Firenze nel 1302. Il suo influsso fu forte sugli scultori che seguirono e gettò le basi di quel grande rinnovamento dell’arte che si concluse con il Rinascimento e formò il gran numero di artisti che quell’epoca fortunata generò. Per ricordare Arnolfo di Cambio Regione Umbria, Provincia e Comune di Perugia, Provincia di Terni, Comune di Orvieto e le Fondazioni Cassa di Risparmio di Perugia e Orvieto, con il coordinamento di Civita, hanno organizzato una grande mostra dal titolo “Arnolfo di Cambio. Una rinascita nell’Umbria medievale” che si tiene in due diverse sedi: a Perugia presso la Galleria Nazionale dell’Umbria, a Orvieto nella Chiesa di Sant’Agostino. Oltre che ripercorrere vita ed opere dell’artista la mostra esamina il tardo XIII secolo ricco di fermenti culturali, economici e sociali, sono esposte per confronto opere di Cimabue, Giotto, Duccio di Boninsegna che illustrano il grande livello artistico raggiunto dalle città umbre; sono esposti anche due affreschi staccati, uno di Cimabue della Basilica Superiore di Assisi ed un altro di Giotto già nella Basilica Inferiore ed ora a Budapest. In Galleria, nella Sala Podiani, sono in mostra numerosi reperti, provenienti dalle residenze pontificie della città che nel medioevo spesso ospitò i Papi: paramenti sacri, oreficerie, codici miniati, documenti, spesso di notevole interesse storico ed artistico. Particolare attenzione riveste la ricostruzione della fontana “del Gufo e del Leone” detta anche “degli Assetati” scolpita da Arnolfo nel 1281 e che era collocata nella Piazza Maggiore dalla parte opposta a quella dove è ancora la Fontana Maggiore opera di Nicola Pisano. Restano solo cinque marmi che rappresentano vari personaggi e si distinguono per plasticità ed espressività. La sezione di Orvieto è allestita nella chiesa di Sant’Agostino dove si trova il sepolcro del Cardinal De Braye e ospita reperti che illustrano la vita della città in quello scorcio di secolo e i suoi rapporti con la Corte Pontificia. Un ricordo particolare è rivolto a quanto dell’opera di Arnolfo e dei suoi seguaci è andato perduto ed è noto solo dai documenti. La visita alla mostra merita di essere integrata con un interessante itinerario nei vari centri minori situati tra Perugia e Orvieto in cui si trovano numerosi edifici sacri e civili che testimoniano l’antico passato della regione.

Roberto Filippi