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L’ARTE PER LA VITA. IL MARCHESE GIORGIO CAPRINICA DEL GRILLO Nell’attuale rivisitazione della cultura pittorica italiana di fine secolo è piuttosto frequente imbattersi in personalità minori non prive di fascino. E’ il caso di Giorgio Caprinica del Grillo, al quale Roberta Semeraro, curatrice della mostra, ha prima dedicato un romanzo e quindi una retrospettiva, frutto di una intensa attività di studio e di ricerca, allestita per l’occasione nei sontuosi locali del palazzo Boncompagni Ludovisi, sede del museo per le Arti Decorative, Costume e Moda del XIX e XX secolo. La storia di questo artista, che visse tra Firenze, Parigi e Roma nel periodo compreso tra il 1849 e il 1922, risulta essere particolare; intessuta di elementi tipici che riflettono i costumi e i modi di vita relativi all’Italia della Belle Epoque. Il Marchese Giorgio Capranica, nacque e visse in un ambiente ricco di stimoli artistici. La madre, Adelaide Ristori, celebre attrice di teatro, dovette facilitare non poco le frequentazioni artistiche del figlio. Fin da Bambino il Capranica mostrò una indiscutibile inclinazione per il disegno che lo portò, in età matura, ad approfondire le sue conoscenze artistiche nella Parigi di metà Ottocento. Divise la sua esistenza contrastata tra il ruolo ufficiale di diplomatico presso la corte dei Savoia e la pittura, che in seguito dovette abbandonare a causa dei dissesti finanziari della sua famiglia. Di rilievo la partecipazione alla Esposizione di Venezia nel 1887 e a quella di Torino nel 1897, ugualmente rilevante il rapporto di amicizia che lo lego per anni al pittore Antonio Mancini del quale il Caprinica divenne convinto mecenate. La mostra attuale documenta la parte artistica nel periodo compreso tra il 1870 e il 1910. Poche, circa dieci, le opere fino ad oggi individuate che possono essere ascritte con certezza al suo personale catalogo. Da queste emerge una personalità artistica piuttosto complessa e articolata divisa tra la cultura simbolista e decadente, proclive una poetica mitologizzante ed il verismo borghese. Accanto alle sue opere vengono esposte alcune tele rappresentative del suo amico e sodale Antonio Mancini, contraddistinte da un cromatismo intenso affidato ad audacissimi impasti di colore. Ricca è la sezione documentaria che affianca ed integra quella propriamente pittorica. Vengono infatti proposti una scelta di oggetti di famiglia ritenuti preziosi per il loro valore storico. Tra questi ricordiamo per esempio un ventaglio con le firme dell’imperatrice Elisabetta, di Guglielmo Marconi, di Gustavo di Svezia, unitamente a una serie di documenti relativi alla madre Adelaide Ristori. Di rilievo alcuni costumi indossati dall’attrice in occasione di interpretazioni famose, in mostra a Roma per la prima volta. A seguire: fotografie, cimeli, lettere, frutto queste ultime, dei lunghi rapporti epistolari che il Capranica intrattenne con personaggi dell’epoca. Rilevante è suggestiva è pure l’allestimento virtuale ideato espressamente da uno dei maggiori artisti italiani del digitale quale Marco Agostinelli, capace di ricreare le affascinanti atmosfere in cui visse l’artista. Vale la pena in questa sede menzionare la piccola sezione dedicata alle arti decorative dell’Otto e Novecento esposte stabilmente nel museo Boncompagni Ludovisi. Si tratta di mobili, vetri, ceramiche, costumi e suppellettile varia. Una parte esigua, rispetto alla collezione più ampia che si è andata formando negli anni grazie agli acquisti e alle donazioni da parte di privati. Attualmente, buona parte del materiale è allogato nei magazzini in attesa, (ormai da anni!), di trovare una definitiva sistemazione. Speriamo che questo avvenga al più presto.
Roberto
Cristini |