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oltre l'arte
2005

Beni Culturali - Mostre
Beni Culturali - Mostre
Sommario




A 90 ANNI DALLA GRANDE GUERRA. ARTE E MEMORIA
Dal 17 marzo al 31 luglio 2005

Roma
GATE/Termini Art Gallery Stazione Termini
ingresso da via Giolitti

Orario:
tutti i giorni
10-20

Ingresso:
Prezzo: 9 euro intero, 7,5 ridotto (gruppi minimo 10 persone), gratis militari in divisa

Informazioni:
tel. 06.44252170
tel. 02.33020090
http://www.lagrandeguerra.com

A 90 ANNI DALLA GRANDE GUERRA. ARTE E MEMORIA

Quest’anno ricorre il 90° anniversario dall’ingresso dell’Italia nella Grande Guerra e a Roma si tiene una grande mostra per celebrarne la memoria collettiva, con il patrocinio delle principali autorità dello Stato e un comitato scientifico formato da storici, storici dell’arte, studiosi e collezionisti. E’ un progetto complesso, interdisciplinare, che vuole ricostruire un’epoca attraverso l’esposizione di dipinti, disegni, fotografie, manifesti, documenti, cimeli d’ogni tipo, materiale bellico, foto e filmati originali realizzati da operatori d’epoca. Vengono così rievocati non solo gli episodi salienti della Grande Guerra, i protagonisti, le azioni militari, ma anche lo strano clima culturale vissuto in Italia in quegli anni, dove avanguardia e tradizione, nazionalismo e pacifismo si fondono o si scontrano di continuo, fino a creare dal crogiuolo dell’enorme conflitto una nuova Italia. La mostra, comodamente raggiungibile, è articolata in ben sette sezioni:

Introduzione, che mostra in maniera schematica le cause e gli eventi che hanno provocato lo scoppio della guerra e le sue fasi salienti.
Il fronte di guerra. Questa sezione raccoglie cimeli di ogni genere: viene illustrata la dura vita di trincea, l’assalto, la vita del comune soldato. Il tutto è ricostruito attraverso fotografie, armi, divise, lettere, cartoline, giornali d’epoca, documenti originali, plastici.
Arte e storia. Qui vengono illustrate le correnti artistiche che hanno percorso l’Italia dall’inizio del secolo XX sino agli anni Venti.
Le donne e la società italiana all’inizio del XX secolo. A casa, nei campi e in fabbrica le donne dovettero sostituire gli uomini al fronte, o entrare nella Croce Rossa, diventando parte essenziale dello sforzo bellico e prendendo coscienza della loro forza.
Gli eroi e i miti. Anche la guerra di massa ha i suoi eroi: Enrico Toti, Francesco Baracca, Cesare Battisti, Gabriele D’Annunzio, che vengono qui presentati con foto e cimeli originali.
I documenti filmati. Si tratta di film girati dagli operatori civili e militari nel corso della guerra. Sono documenti straordinari, alcuni inediti, che mostrano esattamente come si viveva in trincea e fuori.
La cinematografia. Qui vengono proiettati i film a soggetto ispirati alla Grande Guerra. Per l’Italia: La ragazza e il generale (Festa Campanile, 1967), Uomini contro (Rosi, 1970), La Grande Guerra (Monicelli, 1959). Film stranieri: Orizzonti di gloria (Kubrick, 1958), La grande illusione (Renoir, 1937), All’Ovest niente di nuovo (Mileston, 1930), Westfront (Pabst, 1930); Addio alle armi (due versioni: Borzage 1932 e Vidor 1957).

Completano la mostra un film documentario realizzato dall’Istituto Luce, una guida breve, un cd.rom e un voluminoso catalogo (376 pagine, 70 saggi e 500 illustrazioni) privo purtroppo di indice analitico. Ma molti e originali i saggi, soprattutto quelli dedicati a studi specifici: il gen. degli alpini Carlo Jean parla della guerra di montagna, Vittorio Sgarbi del mito dei caduti, il gen. Fabio Mini della guerra di trincea, il gen. Oreste Bovio degli arditi, Marco Grandi del Re soldato, Pietrangelo Buttafuoco dei film di guerra, Gianni Borgna dei canti di guerra e di protesta.

Di tutte le sezioni, quella sulle arti è forse quella più valida: cospicua è la presenza di opere d’arte - oltre cento, provenienti da musei italiani e stranieri e da collezioni private - sia di grande impegno intrinseco, sia di propaganda e di documentazione. Vediamo manifesti, ma anche taccuini, appunti presi in mezzo ai fatti. Ma sono presenti anche opere d’arte fatte dai soldati, sia che fossero artisti irreggimentati o semplici fanti. Vediamo il cielo e la terra, nell’ansia del Futurismo e nella cupa umanità di Sironi. E’ tra la terra e il cielo che si costruisce l’iconografia della prima guerra mondiale, tra il fango della trincea e il volo degli aerofuturisti, tra il culto della famiglia e il trionfo della paura, tra macchina industriale e uomo comune, esito estremo di un estremo romanticismo.

Guardando però la mostra con occhio critico, si direbbe che manchi una buona supervisione: tante le sezioni, ma non tutte coordinate fra loro, lo dimostra da solo il catalogo. Delicato poi è il discorso ideologico: chi ha sparato all’Arciduca Francesco Ferdinando oggi per noi è un terrorista, non un patriota. Nessuno oggi considera grandi strateghi tutti quei generali che mandavano all’assalto migliaia di uomini senza badare a perdite e lasciando il fronte dov’era prima. Allo stesso modo valutiamo oggi negativamente tutti quei responsabili politico-diplomatici e militari delle potenze europee che si lasciarono trascinare in un conflitto che solo pochi tra loro volevano e che ha sancito la fine dell’eurocentrismo. Oggi ci chiediamo cosa è realmente un eroe e come si forma un mito; prima le masse credevano a tutto. Ma la guerra combattuta da falangi di contadini analfabeti ormai non esiste più. Oggi sappiamo bene che si può diventare guerrieri o eroi per caso, e che la guerra vissuta dal soldato è ben diversa da come viene presentata ufficialmente. Bene quindi fa la mostra ad esibire accanto ai manifesti ufficiali anche gli oggetti della vita quotidiana di trincea. Ma sono lo stesso importanti i due film proiettati nella mostra: Guerra Nostra (1927) e Gloria (1934): pur censurata o selezionata, l’immagine cinematografica riproduce meccanicamente la realtà, fedelmente e senza mediazioni. Gloria per fortuna ora si vende anche in dvd.

Marco Pasquali