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oltre l'arte
2005

Beni Culturali - Mostre
Beni Culturali - Mostre
Sommario


CANALETTO.
Il trionfo della veduta

Dall’11 marzo al 19 giugno 2005

Roma
Palazzo Giustiniani

Orario:
tutti i giorni
dalle 10 alle 19
lunedì chiuso

Ingresso:

Informazioni:
Tel. 119.112.112
www.canaletto.it

Catalogo
Silvana Editoriale
 

ANTONIO CANAL AL SENATO

“Antonio Canal al Senato”, non è una notizia politica ma l’annuncio di un rilevante evento culturale, la mostra “Canaletto. Il trionfo della veduta” che si tiene a Roma, a Palazzo Giustiniani, una delle sedi del Senato Il tema della mostra, oltre all’esame dell’opera dell’artista in un periodo significativo della sua vita, è quello di parlare di una moda pittorica che si sviluppò massicciamente a partire dalla fine del XVII secolo, la pittura di veduta. La “veduta” intesa come percezione sintetica e corretta della realtà è un fenomeno che nasce anche per lo stimolo di interessi diversi e questo è il caso di Roma e Venezia dove la presenza di un fiorente mercato turistico dette il via alla produzione di paesaggi, soprattutto urbani, richiesti dai tanti turisti ed anche agresti per seguire la moda della buona società dell’epoca che si dilettava di richiami ad una idillica Arcadia. Molti furono i pittori che si specializzarono nella pittura di veduta sia di quella “esatta” sia del “capriccio” cioè una sorta di veduta di fantasia in cui sono rappresentati paesaggi inventati o composti da elementi reali ma assemblati in maniera fantastica. Capostipite di questa schiera di artisti fu Gaspar Van Wittel che a fine ‘600 portò in Italia il gusto del paesaggio ben radicato nella pittura fiamminga e divenne ben presto uno dei più celebrati ed operosi pittori autore di innumerevoli vedute che popolano i musei di mezzo mondo. Dopo di lui si distinsero Pannini, Joli, Marieschi, Bellotto, Carlevarijs, Marco Ricci e soprattutto Antonio Canal detto il Canaletto. Nato a Venezia nel 1697 iniziò a lavorare con il padre scenografo teatrale, si recò poi a Roma dove iniziò a dipingere vedute a forte impatto chiaroscurale con contrasti cromatici che successivamente modificò adeguando la sua tavolozza, con toni più chiari, alla luce naturale ottenendo tonalità più luminose e ombreggiature nette. Tornato a Venezia aprì una frequentata bottega e si dedicò ad una ampia produzione di scorci della città, dei suoi monumenti, delle chiese, sfornando un ingente quantitativo di quadri molto richiesti dai committenti tra cui un console inglese per il quale incise una serie di acqueforti; per alcuni anni soggiornò in Inghilterra godendo di ampio consenso e conseguente fama e ricchezza. Morì a Venezia nel 1768. Nel 1736 accolse in bottega il nipote Bernardo Bellotto destinato a seguire le sue orme e un buon numero di assistenti che lo aiutarono nel dipingere la sua consistente produzione. La mostra di Palazzo Giustiniani ripercorre parte della vicenda artistica del Canaletto, grosso modo tra i primi anni venti del ‘700 e il 1746, data della sua partenza per Londra, in quanto è considerato il periodo migliore per la sua arte per una particolare impostazione della veduta, un maggior rigore prospettico, un migliore approccio al colore. L’esposizione dei circa quaranta quadri ed altrettanti disegni inizia con due libretti d’opera, testimoni di giovanile impegno teatrale, e prosegue con due “capricci” del 1723, seguono molti scorci di Venezia tra cui il famoso “San Marco con la Basilica e la Riva degli Schiavoni”, da Dresda proviene il “Campo di San Giovanni e Paolo” da Edimburgo il “Canal Grande da Campo San Vio” dagli Uffizi il “Canal Grande da Palazzo Balbi fino a Rialto” da collezioni private il “Bacino di San Marco dalla Piazzetta” “Campo San Salvatore” “Campo San Paolo”, presente anche una”Veduta delle rovine del Foro verso il Campidoglio” appartenente ad una serie dipinta per il console Smith. In mostra molti disegni che rivelano le sue notevoli capacità, si tratta di abbozzi documentari o di schede preparatorie, ed in molti casi sono datati permettendoci di ricostruire la cronologia delle sue opere. Una esposizione di qualità che affascina il visitatore per la precisione dei dettagli, la nettezza del tratto, la delicata cromia, il sapiente gioco di luci ed ombre.

Roberto Filippi