FASTO PRINCIPESCO.
La Corte di Dresda 1580-1620
Dal 2 marzo al 29 aprile 2005
Roma
Palazzo Ruspoli
via del Corso 418
Orario:
tutti i giorni
dalle 9.30 alle 19.30
Ingresso:
Informazioni:
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LE MERAVIGLIE DI
UN ARREDO
Kuntskammer è una parola tedesca che letteralmente significa Camera
dell’Arte e sta ad indicare , in Europa Centrale nei secoli XVI e XVII,
una o più sale nelle residenze principesche nelle quali si conservavano
terrecotte, gessi, bronzi, vetri, ceramiche, strumenti scientifici,
busti, medaglie, reperti archeologici, gioielli, curiosità naturali e
geologiche il tutto ammassato in un caotico pittoresco disordine. La
nascita di questa usanza risale al medioevo con la “stanza del tesoro”
nei castelli e si sviluppò poi nelle WunderKammer, camere delle
meraviglie, dove venivano raccolti oggetti strani e rari, animali
imbalsamati, reliquie, strumenti ottici, e che sono un esempio
interessante dello studio del gusto e del collezionismo. Ebbero un
periodo di grandissimo favore tra la metà del ‘500 e la metà del secolo
successivo e vengono ricordate le raccolte dell’Elettore del Brandeburgo,
dell’Elettore di Baviera, di nobili famiglie di Norimberga,
dell’Elettore di Sassonia. L’idea originaria del modello collezionistico
prevedeva la possibilità di esporre accostati gli uni agli altri reperti
naturali e oggetti d’arte unendoli in un insieme che tendeva ad essere
lo specchio dei multiformi aspetti del mondo. La Guerra dei Trenta Anni,
alla metà del XVII secolo, devastò castelli e città della Germania
arrecando danni incalcolabili al patrimonio artistico e ben poche
“camere dell’arte”si sono salvate anche se parte degli oggetti è stata
raccolta in musei. Dalle Collezioni d’Arte Statali di Dresda proviene
una raccolta di oltre duecento reperti che formano l’oggetto della
mostra “Fasto Principesco. La Corte di Dresda 1580-1620” che si tiene
presso la Fondazione Memmo a Palazzo Ruspoli e che costituisce una
interessante esposizione di quelle che erano le collezioni artistiche
degli Elettori di Sassonia a cavallo tra la fine del ‘500 e i primi
decenni del ‘600. La Sassonia è una regione della Germania Orientale che
all’epoca aveva numerose miniere di argento, piombo, stagno, che,
insieme ad una florida attività commerciale basata su attive fiere, ne
facevano una contrada molto prospera governata sin dal Quattrocento da
nobili della dinastia Wettin che ricevettero dall’Imperatore con la
Bolla d’Oro l’investitura a Principi Elettori: vari principi si
alternarono sul trono elettorale divenendo sempre più ricchi per lo
sfruttamento delle miniere e i profitti derivanti dalle fiere
commerciali di Lipsia. Divenuti protestanti all’inizio del ‘500 gli
Elettori tornarono cattolici alla fine del ‘600 con Augusto il Forte che
si convertì per diventare anche Re di Polonia e si rese famoso per
l’ampliamento e l’abbellimento della città di Dresda che divenne un
grande centro artistico, noto come la Firenze del Nord, sede di
innumerevoli raccolte d’arte che l’Elettore andava acquistando in tutta
Europa. La città fu devastata tra il 13 e il 16 febbraio 1945 da ondate
di bombardieri alleati che operarono una terroristica incursione su una
città completamente indifesa e affollata di profughi con l’unico scopo
di fiaccare il morale della popolazione; ma è risorta, è stata
completamente e accuratamente ricostruita ed i musei, salvatisi dalla
guerra, sono tornati ad essere uno dei poli attrattivi della città. Le
Collezioni Statali comprendono la Pinacoteca con oltre duemila dipinti
tra cui molti del Rinascimento Italiano ed il Museo di Scultura Antica
che contiene anche reperti provenienti dalle collezioni Albani e Chigi.
Il materiale esposto in mostra, anch’esso proveniente dalle Collezioni
Statali, comprende una serie di oggetti in oro e argento, pietre
preziose, strumenti, automi, curiosità naturali, avori intagliati,
manufatti in ebano, reperti animali, vegetali, minerali, armi ed
armature finemente intarsiate, alcuni bronzi del Giambologna, in un
affascinante disposizione che mira a ricreare l’ambiente della
Kuntskammer quale la vollero gli Elettori come dimostrazione della loro
potenza, della loro ricchezza, del fasto della loro corte. Una mostra
inusuale, come inusuali sono molti degli oggetti esposti, ma di alta
qualità, come del resto tutti gli eventi organizzati della Fondazione
Memmo, che ricostruisce un mondo tanto lontano ma tanto ammaliante.
Roberto Filippi
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