MOLA E IL SUO TEMPO
Pittura di Figura a Roma dalla Collezione Koelliker
Ariccia (Roma)
Palazzo Chigi
Dal 22 gennaio al 23 aprile 2005
Tel. 06/68309032 - 9330053
Ingresso:
intero 7,00 euro
ridotto 4,00 euro e 2,00 euro
Orario:
tutti i giorni
dalle 10 alle 19
chiuso il lunedì
orario della biglietteria 9.30-18.30
Catalogo:
Skira
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DALLE BRUME AL
SOLE
Nei saloni del Palazzo Chigi di Ariccia ci sono in questi giorni molti
ospiti di qualità, sono i pittori le cui opere sono esposte nella
mostra. Il Mola non è il protagonista ma il filo conduttore della mostra
che attraverso una sessantina di quadri esamina “il suo tempo” e cioè la
parte centrale del ‘600. Il nostro Pierfrancesco nacque nel 1622 nel
Canton Ticino e venne giovanissimo a Roma dove iniziò a lavorare nella
bottega del Cavalier d’Arpino che nei primi decenni del XVII secolo era
uno dei massimi pittori-imprenditori dell’Urbe; fu poi a Bologna dove
seguì la lezione del Guercino ed apprese dall’Albani il gusto del
paesaggio e poi a Venezia dove si impadronì della tecnica del colorismo
veneto allora molto in voga negli ambienti artistici italiani. Si
caratterizzò per opere contraddistinte da giochi di luci ed ombre con un
caldo cromatismo, lavorò pei i Papi Innocenzo X e Alessandro VII al
Quirinale, in molte chiese romane, tra cui il Gesù, Santa Anastasia, San
Marco, e per famiglie principesche come i Colonna, i Costaguti e i
Pamphilj con cui ebbe un memorabile scontro in quanto il principe
Camillo rifiutò e fece distruggere affreschi del Mola nel suo palazzo di
Valmontone; fu Principe dell’Accademia di San Luca e godette di fama e
considerazione in vita ed anche secoli dopo, morì a Roma nel 1666. Fu
artista poliedrico, dipinse ad olio e ad affresco, pale d’altare, scene
religiose e mitologiche, paesaggi, ritratti ed opere da cavalletto, ha
lasciato una ingente produzione di disegni e schizzi per opere
progettate od eseguite, a sanguigna, a matita, a penna, ad acquarello e
un nutrito gruppo di caricature secondo la moda lanciata dal Bernini.
La mostra non è una antologica, i dipinti suoi, attribuiti, di bottega,
sono una dozzina ma il suo nome serve a giustificare una panoramica
della pittura romana di quasi cinquanta anni; ripercorrendo la sua vita
e la sua attività si esamina quel secolo d’oro che fu per la vita
artistica romana il Seicento; partendo, all’inizio secolo, dai due
grandi filoni del classicismo dei Carracci e poi dei bolognesi, Reni,
Domenichino, Guercino, Albani, e dal naturalismo del Caravaggio e dei
suoi imitatori si giunge, quando si affaccia al lavoro il Mola, ad una
sorta di sintesi che porta al trionfante barocco con la sua pittura
piena di movimento, di chiaroscuri, di effetti scenografici. Vengono
presi in esame i maestri del Mola, Guercino e il Cavalier d’Arpino e il
nume tutelare di due terzi del secolo, il Bernini, i suoi contemporanei
Lanfranco, Salvator Rosa, Maratta, Baciccio, Pozzo, Voet, in modo da
avere una panoramica intensa di tutte le maggiori personalità e scuole
operanti a Roma; segue poi un dettagliato esame della produzione di
allievi del Mola che presentano opere praticamente inedite data
l’oscurità che avvolge ora i nomi di Boncori, Gherardi, Giovane peraltro
all’epoca molto più noti e quella di artisti che al Mola si ispirarono
quali il Borgognone, Brandi, Troppa. Chiude la mostra uno splendido
dipinto di Mattia Preti che sostituì il Mola nella sua opera di
decorazione del Palazzo Pamphilj a Valmontone. Contrariamente a quanto
si usa generalmente, che le opere giungano da numerosi musei e raccolte
stavolta tutto quanto esposto proviene da un’unica collezione privata:
il sottotitolo della mostra è infatti “Pittura di Figura a Roma dalla
Collezione Koelliker”.Si tratta di una grandissima raccolta, articolata
su diversi temi artistici, formata nel corso di molti anni dal grande
imprenditore milanese Luigi Koelliker, questi ha riunito nella sua casa
un ingente numero di dipinti di vari periodi e varie scuole, di oggetti
artistici di vario genere, è socio della Fondazione Longhi, finanziatore
del Museo Poldi-Pezzoli, mecenate di restauri, di eventi sportivi,
musicali e letterari.
La mostra di Ariccia espone opere sue ed è stata finanzia a sue spese.
Nello stesso tempo e luogo nell’appena aperto Museo del Barocco
contenente opere di proprietà del Palazzo Chigi pervenute a seguito di
recenti donazioni, si tiene una mostra del pittore contemporaneo
francese Philippe Casanova, è un moderno ma specializzato in vedute
d’interni di chiese e palazzi barocchi ed è perfettamente a suo agio in
quel capolavoro seicentesco che è il Palazzo Chigi, opera con la
Collegiata e l’intera Piazza di Corte, del Bernini.
Roberto Filippi
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