Nell’occhio di
Escher
Dal 22 ottobre 2004 al 23 gennaio 2005
Roma
Musei Capitolini
Palazzo dei Conservatori
piazza del Campidoglio 1
Orario:
dal martedì alla domenica
dalle ore 9 alle ore 20.
La biglietteria chiude un’ora prima.
Lunedì chiuso.
Ingresso:
intero euro 6,20 (+ euro 1,60 mostra)
ridotto euro 4,20 (+ euro 1,60 mostra)
Informazioni:
tel. 06/39967800
24 ore su 24
www.museicapitolini.org
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UNO SGUARDO OLTRE
LA VISIONE
L’esposizione dell’artista olandese Maurits Cornelis Escher - che sarà
possibile visitare fino a gennaio 2005-, permette ai visitatori delle
sale dei Musei Capitolini, di conoscere non solo molte opere non note
del maestro – quelle del periodo romano, p.es., ma anche di avere una
visione più dettagliata dell’intensità che si nasconde dietro ai tratti
neri dei disegni, o nella profondità della luce delle stampe. La
passione per Roma, città dove Escher ha vissuto e lavorato, traspare
dalla scioltezza del tratto e dalla naturalezza esecutiva,
caratteristiche che esprimono sensazioni come tranquillità e serenità,
scaturite dall’osservazione di incantevoli sfondi e panorami romani.
Roma con i suoi monumenti, con le sue strade, con i suoi viandanti, la
vita di una città espressa con la lucidità di un attento osservatore e
con l’emozione di un instancabile artista. L’origine olandese di Escher
si avverte dalla maniacale cura nei dettagli, nella padronanza assoluta
delle leggi della prospettiva e nelle particolarità che ogni immagine
conserva. Vi sono esempi di altri artisti fiamminghi che nel corso della
storia hanno dimostrato la loro passione per le vedute di paesaggi, ma
con Escher, più che con gli altri, è possibile percepire delicatissime
sensazioni. E’ il famoso “occhio” a rivelare più delle altre opere,
l’abilità del maestro nel captare una visione delle cose che va oltre
l’apparente, rendendo così possibile la realizzazione di opere d’arte
che contengono un non so che di vivo e di reale. Ciò che stupisce di più
nell’osservare l’insieme delle opere, è la semplicità e l’immediatezza
d’esecuzione, peraltro frutto di una tecnica trascendentale, che risalta
dal rapporto tra luce e ombra, tra chiaro e scuro, dando insieme un
effetto di vicino e presente, ma anche di lontano e passato.
Benedetta Mazzanobile |