PAPI IN POSA
Dal 30 novembre 2004 al 13 febbraio 2005
Roma
Museo di Roma - Palazzo Braschi
Orario:
dal martedì alla domenica
dalle 9 alle 19
lunedì chiuso
Ingresso:
Informazioni:
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I PAPI PER UN
PAPA
Dalle pareti di alcune sale di Palazzo Braschi, in Roma, decine di Papi,
effigiati in dipinti e sculture, fissano i visitatori, alcuni con
sguardo benevolo, altri con truce cipiglio.
Sono circa una cinquantina le opere esposte e raffigurano quasi
altrettanti Pontefici che hanno regnato dal primo cinquecento ai giorni
nostri e costituiscono una pregevole mostra organizzata dal Comune di
Roma e dal Centro Europeo per il Turismo, per celebrare il 26°
anniversario dell’elezione di Giovanni Paolo II, con l’allusivo titolo
“Papi in posa”.
Esistono anche ritratti più antichi come le statue di Bonifacio VIII
Caetani e di Bonifacio IX Tomacelli o il celebre dipinto, del Pisanello,
di Martino V Colonna ancora di proprietà della famiglia principesca.
Quelli in mostra provengono dai Musei Capitolini, dalla Pinacoteca
Vaticana, da collezioni principesche romane, dagli Uffizi, da
Capodimonte, dal museo di Nancy e rappresentano una irripetibile
occasione di confrontare le fisionomie e i caratteri di tanti pontefici
che si sono alternati sul Trono di Pietro per quattro secoli.
Molti ritratti sono di mano di celebri artisti, altri di ignoti,
talvolta copie di immagini notissime come Giulio II e Leone X da
originali di Raffaello. Originali sono anche il busto di Gregorio XV del
Bernini, il ritratto di Innocenzo X di Pier Francesco Mola ispirato dal
più celebre quadro del Velazquez, di proprietà dei Doria Pamphili, il
Clemente IX del Maratti, il Clemente XII del Masucci, il Benedetto XIV
del Subeyras, fino ad arrivare al moderno ritratto di Pio IX del
Fracassini; numerosi i busti marmorei come quello di Leone XIII del
Tadolini, quello di Pio VIII del Tenerani fino a quello di Giovanni
XXIII di Manzù.
Una mostra unica che segue una analoga tenutasi a Palazzo Venezia nel
1950 ma, al contrario di quella, è dotata di un ricco catalogo;
visitando la mostra si può anche studiare la storia del ritratto papale
da quando nel 1610 Monsignor Agucchi dettò le norme per l’iconografia
ufficiale dei pontefici, secondo queste direttive il ritratto non solo
doveva rendere al meglio i tratti dell’effigiato ma dargli un’aura di
solennità e di austerità consone alla mansione spirituale e materiale di
successore di Pietro.
Nei ritratti in mostra manca quasi completamente ogni riflessione
psicologica, ogni introspezione, ogni analisi di carattere; qualcosa
naturalmente trapela ma spesso si tratta di interpretazioni personali
dell’artista secondo suoi canoni. Quasi tutti i quadri si ispirano al
Giulio II di Raffaello seduto, inquadrato di tre quarti, lo sguardo
fisso in avanti e tale iconografia perdurò sino all’Ottocento, in alcuni
casi il Pontefice è in compagnia come” Paolo III con i nipoti” di
Tiziano, “Gregorio XIII con il Cardinal Ludovisi” del Domenichino,
oppure in piedi come Benedetto XIV del Masucci o Clemente XIII del
Batoni con figure quasi scultoree vicine a tavoli o scranni. Di tipo
tradizionale i busti il cui prototipo può addirittura farsi risalire al
San Pietro benedicente di Arnolfo di Cambio nella Basilica Vaticana.
Una rassegna interessante e completa che mostra il lungo viaggio del
ritratto papale attraverso i secoli con l’alternarsi di tradizionalismo
e di cambiamenti. La mostra si tiene a Palazzo Braschi che è l’ultimo
edificio fatto costruire da un papa per la sua famiglia, nel 1790 Pio VI
Braschi lo fece edificare vicino a Piazza Navona demolendo un precedente
edificio Orsini utilizzando l’opera dell’architetto Cosimo Morelli che
unì esperienze tardo barocche e neoclassiche culminate nel magnifico
scalone. Dopo varie e tormentate vicende il palazzo, nel secondo
dopoguerra, è divenuto sede del Museo di Roma che raccoglie
documentazione sulla vita della città dal medioevo ai nostri giorni.
Roberto Filippi
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