ANATOLIA
Arslantepe, alle origini del potere
Dal 14 ottobre 2004 al 9 gennaio 2005
Roma
Mercati di Traiano
via 4 Novembre 94
Orario:
dal martedì a domenica
dalle 9.00 alle 19.00
Ingresso:
intero E. 7,50
ridotto E. 4,40
Informazioni:
Tel. 06/82077304
http://www.arslantepe.it
http://w3.uniroma1.it/arslantepe
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LA COLLINA DEI
LEONI - CULLA DELLA CIVILTA’
Arslantepe è una parola turca dal suono ostico ma sembra che dovremo
presto abituarci a convivere con le parole turche ed altro; nel nostro
caso si tratta del nome di un sito localizzato nella Turchia
meridionale, presso la città odierna di Malatya, dove da quasi un secolo
generazioni di archeologi di diverse nazionalità si sono dedicati a
scavi e ricerche poiché la zona è stata sede di insediamenti umani sin
dall’età neolitica in quanto situata in una pianura fertile e luogo
d’incontro di correnti di traffico e poi di popoli evoluti quali gli
Egiziani, gli Assiri, i Babilonesi, gli Ittiti. Negli anni Trenta del
‘900 una missione francese ha trovato resti di templi ed una tomba
regale, dal 1961 vi opera una missione italiana dell’Università La
Sapienza in collaborazione con il Ministero degli Esteri; i risultati
sono ora ospitati in una mostra ai Mercati Traianei dal titolo
“Arslantepe, alle origini del potere” anche per celebrare i sette secoli
di vita dell’Ateneo romano.
Sono esposti circa 180 reperti relativi a varie epoche di insediamento
nel luogo che ora si presenta come una collina artificiale formata dal
sovrapporsi di numerosi centri abitati nel corso di millenni, ci sono
case, magazzini, templi, fortificazioni, palazzi, costruiti e distrutti
per un lunghissimo arco di tempo fino a costituire la collina. Ignoriamo
il nome antico della località, quello di Arslantepe è moderno e dovuto
alla scoperta, nel 1932, di due leoni di stile ittita da cui
l’appellativo che in turco significa “Collina dei leoni”; la mostra si
propone di illustrare lo sviluppo della nostra civiltà ripercorrendone i
vari stadi che sono chiaramente apprezzabili negli scavi archeologici.
Dall’inizio del V° millennio a.C. all’epoca bizantina la collina, allora
pianura, è stata abitata da gruppi umani, è in ottima posizione, in una
fertile pianura a 15 km. dall’Eufrate circondata da montagne allora
molto boscose, è alta attualmente circa trenta metri ed ha una
superficie di quasi quattro ettari: In essa come in un palinsesto della
storia dell’umanità appaiono le prime manifestazioni della vita sociale;
l’affermarsi dell’agricoltura, della pastorizia, della metallurgia,
della religione codificata, dell’amministrazione, della burocrazia,
dell’esercito, della monarchia. Alla fine del IV° millennio risale un
grande palazzo con pareti affrescate segno dell’esistenza di un ceto
dirigenziale di grande potenza, all’inizio dello stesso millennio
appartiene un edificio templare con ampi locali pieni di grandi
recipienti di terracotta destinati a contenere derrate con interessanti
sigilli in argilla per suggellare i recipienti e che fanno intuire
l’esistenza di una burocrazia che gestiva le distribuzioni alimentari.
Il palazzo risulta distrutto e incendiato verso il 3000 a.C. e sui resti
si istallò una popolazione forse di provenienza caucasica e di tipo
pastorale guerriero; un capo è stato trovato sepolto in una tomba regale
formata da grandi lastre di pietra e piena di oggetti preziosi. Sopra
sono stati rinvenuti tre scheletri di ragazze e uno di un ragazzo
ritualmente sacrificati; allo stesso periodo appartengono molte armi di
raffinata fattura tra cui diverse spade, le prime di cui si abbia
notizia. Di queste epoche sono i reperti in mostra, armi, sigilli,
contenitori in terracotta, gioielli in vari metalli. Poi l’abitato si
affaccia alla storia, tra l’Età del Bronzo e quella del Ferro, divenendo
parte dell’Impero Ittita e poi di un regno neo-ittita a cui è attribuita
la Porta dei Leoni che ha dato il nome al luogo. Si alternano strati di
abitazione e di distruzione fino ad un villaggio romano-bizantino finché
la località viene abbandonata e la popolazione si trasferisce nelle
vicinanze, nel castrum di Metilene e la collina si ricopre di terra e
detriti fino ai primi anni del secolo scorso. L’abitato è modesto, è
vissuto ai margini della storia, ha lasciato reperti tutto sommato poco
appariscenti ma la sua importanza, rilevata in mostra, è nell’essere un
esempio chiaro ed esauriente della storia dell’umanità e dello sviluppo
di quel tipo di società della quale noi siamo i diretti eredi.
Roberto Filippi
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