L'APOLLO DI VEIO
Roma
Museo Etrusco di Villa Giulia
Orario:
tutti i giorni
dalle 8.30 alle 19.30
lunedì chiuso
Ingresso al museo:
4 Euro
ridotto tra 18 e 25 anni 2 Euro
gratuito fino a 18 anni e oltre 65
informazione:
Tel. 06/3226571
www.apollodiveio.it
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I TABACCAI RESTAURANO
Il classico sorriso etrusco, beffardo ed enigmatico, è tornato sul volto
dell’Apollo di Veio grazie ad un intervento di restauro promosso dalla
Federazione Italiana Tabaccai. Si tratta di una statua in terracotta
policroma alta circa un metro e ottanta centimetri che si trovava
insieme ad altri simulacri di divinità sulla sommità del tetto di un
santuario, dedicato a Minerva, in località Portonaccio nei pressi della
città di Veio. Questa fu una delle più importanti della Confederazione
Etrusca e per prima entrò in contatto con l’espansionismo romano, fu
coinvolta in lotte secolari finché nel 396 a.C. fu occupata da Furio
Camillo; nel suo periodo migliore fu un abitato di grandi dimensioni
sito sulla riva destra del Tevere e, nonostante il tempo passato e le
devastazioni subite, mostra ancora cospicui resti di edifici etruschi,
altri sono invece di epoca romana e da uno di essi vengono gran parte
della colonne che, negli anni Trenta dell’800 furono utilizzate per
costruire il portico di Palazzo Wedekind a Piazza Colonna. Poi nel tardo
impero la città decadde fino a sparire riapparendo soltanto negli scavi
iniziati nell’ottocento e ancora in corso. Il tempio da cui proviene la
statua sarebbe stato di forma quadrata di circa 50 metri per lato e con
colonne alte quasi 20 metri in tufo ed una copertura in legno rivestito
di terracotta policroma. Sul tetto una folla di statue, forse dodici,
rappresentanti varie divinità, ne sono state ritrovate in frammenti
alcune, nel 1916, e sono stati ricostruiti l’Apollo, un Hermes, una
Latona, un Eracle e parti di altre; l’Apollo faceva parte di un gruppo
che illustrava l’episodio della contesa tra il dio ed Eracle per il
possesso della “cerva cerite”, animale dalle corna d’oro sacro ad
Artemide. L’Apollo era stato riassemblato negli anni Venti del XX secolo
ma ora necessitava di un nuovo serio intervento teso anche a studiare le
tecniche di costruzione, di cottura, di decorazione. Il lavoro è stato
svolto in diretta in una sala di Villa Giulia e i visitatori del museo
hanno potuto seguire le varie fasi del restauro che è stato anche
inserito on-line sul sito www.apollodiveio.it permettendo così ad un
folto pubblico di poter vivere i vari momenti del restauro. Il giorno 15
luglio p.v. l’Apollo tornerà nelle sale con uno smagliante sorriso ed il
suo posto, grazie ad un nuovo accordo tra la Soprintendenza e la FIT,
verrà preso dall’Eracle che verrà restaurato entro il giugno 2005. Sono
stati effettuati importanti studi sulle tecniche di lavorazione, sulla
policromia, sullo stato deterioramento dovuto ad abrasioni e decoesioni
dell’argilla cotta, sono stati rimossi strati di sporco, polveri, cere e
vernici applicate nel secolo scorso come misure protettive rivelatosi
poi inefficaci. Si è accertato che il gruppo Apollo-Eracle doveva
trovarsi su un lato del tetto a causa di deformità fisiche tese a far si
che otticamente le statue, viste dal basso, risultassero perfette; lo
scultore dovrebbe essere di origine greca micro asiatica e secondo
quanto riportato tradizionalmente potrebbe essere il mitico Vulca, o
qualcuno della sua bottega, cui Tarquinio il Superbo commissionò la
quadriga che era sulla sommità del tempio di Giove Capitolino. Ora
attendiamo che anche Eracle, grazie alla FIT, riprenda il suo aspetto
originario e torni accanto ad Apollo per continuare l’eterna contesa per
il possesso della bellissima cerva dalle corna d’oro.
Roberto Filippi
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