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oltre l'arte
2004

Beni Culturali - Mostre
Beni Culturali - Mostre
Sommario


  

L'APOLLO DI VEIO

Roma
Museo Etrusco di Villa Giulia

Orario:
tutti i giorni
dalle 8.30 alle 19.30
lunedì chiuso

Ingresso al museo:
4 Euro
ridotto tra 18 e 25 anni 2 Euro
gratuito fino a 18 anni e oltre 65

informazione:
Tel. 06/3226571
www.apollodiveio.it


 


 

I TABACCAI RESTAURANO

Il classico sorriso etrusco, beffardo ed enigmatico, è tornato sul volto dell’Apollo di Veio grazie ad un intervento di restauro promosso dalla Federazione Italiana Tabaccai. Si tratta di una statua in terracotta policroma alta circa un metro e ottanta centimetri che si trovava insieme ad altri simulacri di divinità sulla sommità del tetto di un santuario, dedicato a Minerva, in località Portonaccio nei pressi della città di Veio. Questa fu una delle più importanti della Confederazione Etrusca e per prima entrò in contatto con l’espansionismo romano, fu coinvolta in lotte secolari finché nel 396 a.C. fu occupata da Furio Camillo; nel suo periodo migliore fu un abitato di grandi dimensioni sito sulla riva destra del Tevere e, nonostante il tempo passato e le devastazioni subite, mostra ancora cospicui resti di edifici etruschi, altri sono invece di epoca romana e da uno di essi vengono gran parte della colonne che, negli anni Trenta dell’800 furono utilizzate per costruire il portico di Palazzo Wedekind a Piazza Colonna. Poi nel tardo impero la città decadde fino a sparire riapparendo soltanto negli scavi iniziati nell’ottocento e ancora in corso. Il tempio da cui proviene la statua sarebbe stato di forma quadrata di circa 50 metri per lato e con colonne alte quasi 20 metri in tufo ed una copertura in legno rivestito di terracotta policroma. Sul tetto una folla di statue, forse dodici, rappresentanti varie divinità, ne sono state ritrovate in frammenti alcune, nel 1916, e sono stati ricostruiti l’Apollo, un Hermes, una Latona, un Eracle e parti di altre; l’Apollo faceva parte di un gruppo che illustrava l’episodio della contesa tra il dio ed Eracle per il possesso della “cerva cerite”, animale dalle corna d’oro sacro ad Artemide. L’Apollo era stato riassemblato negli anni Venti del XX secolo ma ora necessitava di un nuovo serio intervento teso anche a studiare le tecniche di costruzione, di cottura, di decorazione. Il lavoro è stato svolto in diretta in una sala di Villa Giulia e i visitatori del museo hanno potuto seguire le varie fasi del restauro che è stato anche inserito on-line sul sito www.apollodiveio.it permettendo così ad un folto pubblico di poter vivere i vari momenti del restauro. Il giorno 15 luglio p.v. l’Apollo tornerà nelle sale con uno smagliante sorriso ed il suo posto, grazie ad un nuovo accordo tra la Soprintendenza e la FIT, verrà preso dall’Eracle che verrà restaurato entro il giugno 2005. Sono stati effettuati importanti studi sulle tecniche di lavorazione, sulla policromia, sullo stato deterioramento dovuto ad abrasioni e decoesioni dell’argilla cotta, sono stati rimossi strati di sporco, polveri, cere e vernici applicate nel secolo scorso come misure protettive rivelatosi poi inefficaci. Si è accertato che il gruppo Apollo-Eracle doveva trovarsi su un lato del tetto a causa di deformità fisiche tese a far si che otticamente le statue, viste dal basso, risultassero perfette; lo scultore dovrebbe essere di origine greca micro asiatica e secondo quanto riportato tradizionalmente potrebbe essere il mitico Vulca, o qualcuno della sua bottega, cui Tarquinio il Superbo commissionò la quadriga che era sulla sommità del tempio di Giove Capitolino. Ora attendiamo che anche Eracle, grazie alla FIT, riprenda il suo aspetto originario e torni accanto ad Apollo per continuare l’eterna contesa per il possesso della bellissima cerva dalle corna d’oro.

Roberto Filippi