SPLENDORI D’ARTE DEL MINISTERO
DELL’INTERNO
Viaggio attraverso il patrimonio del fondo edifici di culto
Dal 24 aprile al 30 maggio 2004
Roma
Castel Sant’Angelo
Orario:
dalle 9 alle 20
lunedì chiuso
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IL PATRIMONIO DEL CULTO
Alla fine del XVIII secolo, in Italia, la Chiesa Cattolica, nelle sue
varie accezioni, vantava un patrimonio enorme detto “manomorta”;
diocesi, parrocchie, abbazie, conventi, ordini religiosi, confraternite,
opere pie, avevano una dotazione ingente di beni mobili, immobili e
terreni frutto di donazioni ricevute per un millennio e mezzo. Devoti
fedeli avevano donato per secoli per la salvezza della propria anima e
questa corposa massa di beni era servita ad aiutare i poveri, le vedove,
gli orfani, le categorie disagiate dell’epoca, ad assistere malati e
pellegrini, a mantenere, talvolta assai lussuosamente, gli appartenenti
al clero, a finanziare la costruzione di chiese e conventi, la
decorazione degli interni, la costituzione di un prezioso arredo
liturgico. Su questa situazione si abbatté il ciclone napoleonico e
molti ordini religiosi furono soppressi, i beni incamerati, gli edifici
demoliti, venduti all’asta o utilizzati per scopi profani ma nonostante
tutto molto sopravvisse. Ma con l’unità d’Italia venne il colpo fatale;
si cominciò con le Leggi Siccardi che abolivano il Foro Ecclesiastico e
mettevano molte restrizioni alle proprietà, nel 1855 fu costituita la
Cassa Ecclesiastica per gestire i beni espropriati e si passò infine
all’istituzione del Fondo per il Culto, con Regio Decreto del 7 luglio
1866 n° 3036, posto alle dipendenze del Ministero della Giustizia e con
lo scopo di gestire i beni espropriati, di curare il mantenimento del
clero povero, di provvedere alla manutenzione degli edifici
ecclesiastici. A parte le parrocchie a cui fu riconosciuta una funzione
sociale su base territoriale, la scure si abbatté soprattutto sul clero
regolare che fu privato sia dei beni immobili che del patrimonio che ne
garantiva il funzionamento. Molti conventi furono venduti a privati ed
altri trasformati in caserme, tribunali, uffici, le chiese furono
incamerate dal Fondo per il Culto e in molti casi lasciate in uso al
clero insieme a pochi locali di servizio e abitazione. Il Fondo venne in
possesso anche di un notevolissimo patrimonio artistico composto di
quadri, statue, bassorilievi, arredi liturgici, che in qualche caso
finirono all’asta e in gran parte in musei statali a civici, molte opere
infine nella confusione della confisca furono distrutte, rubate o
disperse. Dopo la Conciliazione del 1929 la situazione migliorò, la
Chiesa ricevette un indennizzo ed il Fondo nel 1932 passò sotto la
competenza del Ministero degli Interni che lo configurò come Direzione
Generale. A seguito del nuovo Concordato del 1984, con legge del 1985,
il Fondo per il Culto veniva trasformato in Fondo Edifici di Culto che
ha mantenuto la proprietà degli immobili a suo tempo confiscati con lo
scopo di provvedere allo loro conservazione, restauro e valorizzazione
culturale. Accanto al patrimonio immobiliare è rimasto anche un
rilevante patrimonio di beni mobili praticamente tutto quello che c’è
nelle chiese di proprietà del Fondo più parte di quello che arredava
chiese demolite o destinate ad altri scopi. Le chiese monumentali di
proprietà del Fondo sono oltre 700 tra cui alcune importantissime come
Santa Croce a Firenze, Santa Chiara e San Gregorio Armeno a Napoli,
Santa Maria del Popolo, Santa Maria in Aracoeli e Santa Maria sopra
Minerva a Roma, l’Abbazia di Farfa, la Chiesa del Gesù e la Martorana a
Palermo, inoltre anche una ricca Biblioteca e la grande Foresta di
Tarvisio di 23.000 ettari che costituisce un’oasi naturalistica di
grande pregio. Il Fondo è orgoglioso del suo compito anche se oneroso e
faticoso ed è lieto di esibire una piccola ma rilevante parte del suo
patrimonio proponendo, insieme con il Centro Europeo per il Turismo, in
occasione della XXIII Mostra Europea del Turismo e delle Tradizioni
Culturali a Castel Sant’Angelo, la mostra “ Splendori d’Arte del
Ministero dell’Interno. Viaggio attraverso il Patrimonio del Fondo
Edifici di Culto”. Sono esposte opere mobili di vario tipo tra cui la
più importante è un Polittico di Giotto proveniente da Santa Croce,
seguono dipinti di Paolo Veneziano, Vasari, Benozzo Bozzoli, Antoniazzo
Romano, Orazio Gentileschi, Anton Van Dyck, sculture di Bernini e molti
manufatti di arredo liturgico di altissima qualità artigianale. Una
sezione, come sempre nelle mostre organizzate dal Centro è dedicata agli
ultimi recuperi di opere d’arte ad opere delle varie Forze dell’Ordine.
Una vera sorpresa che mostra un patrimonio generalmente noto perché
esposto in varie chiese ma assolutamente ignoto per quanto atteneva la
proprietà. Saranno presenti anche alcuni padiglioni, allestiti a cura di
diverse regioni che esporranno materiale turistico.
Roberto Filippi
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