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oltre l'arte
2004

Beni Culturali - Mostre
Beni Culturali - Mostre
Sommario


  

I DELLA ROVERE
Piero della Francesca, Raffaello e Tiziano
Dal 4 aprile al 3 ottobre 2004

Marche
Pesaro, Senigallia, Urbania e Urbino

Tel. 0721/370956 - 02/54915
www.idellarovere.it






 

I DELLA ROVERE TORNANO NELLE MARCHE

Da qualche tempo stanno diventando di moda le grandi mostre organizzate su più sedi legate alla storia di qualche famiglia regnante dell’Italia pre-unitaria; abbiamo avuto i Gonzaga a Mantova, gli Este a Ferrara ed ora ne viene presentata una sui Della Rovere in ben quattro città: Urbino, Pesaro, Senigallia, Urbania. E ’forse un tentativo, appoggiato dalle comunità locali, di, come ora si usa dire, “spalmare” sul territorio l’evento culturale per ottenere un ritorno in termini di turismo e di tutto il settore indotto. I Della Rovere furono una grande famiglia principesca che dominò il Ducato di Urbino per oltre un secolo in qualità di Vicari del Pontefice finché, nel 1632, con l’estinzione della linea maschile di successione, il feudo tornò al diretto dominio della Chiesa. Originariamente Urbino fu signoria dei Montefeltro che con varie vicende ebbero il potere nella zona per secoli; nel ‘400 soprattutto con Federico e Guidobaldo il ducato godette un periodo di eccezionale splendore politico, economico, culturale. I due duchi, padre e figlio, furono celebri condottieri e uomini d’arme e notissimi mecenati che fecero del Palazzo Ducale di Urbino uno scrigno di opere d’arte. Nel 1508 Guidobaldo, senza eredi, lasciò la signoria al figlio della sorella, Francesco Maria Della Rovere che diede inizio ad una nuova dinastia ducale. I Della Rovere discendevano da una famiglia di Savona che dette alla Chiesa due Papi, Sisto IV e Giulio II, zio e nipote, tra la fine del XV secolo e gli inizi del successivo; da un altro nipote di Papa Sisto discese Francesco Maria che, con l’appoggio di Papa Giulio, divenne duca di Urbino, signore di Pesaro e Senigallia e di una vasta zona collinare retrostante. Suo figlio Guidobaldo II fu un magnifico signore rinascimentale, fastoso e crudele, e Capitano Generale della Chiesa; il figlio Francesco Maria II fu invece uomo schivo ed appartato, segnato dal dolore per la morte dell’unico figlio maschio avvenuta nel 1623. Con il suo decesso, nel 1632, lo Stato Pontificio subentrò nella gestione dello stato ma le ricchezze private furono portate via dall’ultima erede in linea femminile che sposò il Granduca di Toscana conferendo agli Uffizi gran parte del patrimonio artistico roveresco. Comunque ciò che resta nelle Marche dei Della Rovere è cosa ingente in edifici ed opere d’arte, numerosi palazzi ducali disseminati nella regione e una profusione di quadri, statue, antichità, bronzi, codici, incisioni che ora arricchiscono la Galleria Nazionale delle Marche ospitata in quel gioiello rinascimentale che è il Palazzo Ducale di Urbino del Laurana. La mostra si articola su più sezioni in quattro sedi, ognuna è a se stante ma tutte insieme costituiscono una sorte di unico affascinante percorso; a Senigallia nel Palazzo del Duca in quattro sezioni si descrivono le origini della dinastia attraverso i ritratti dei duchi e dipinti a loro legati come la “Madonna di Senigallia” di Piero della Francesca e opere di Santi, padre di Raffaello, e del Perugino; sono esposti codici miniati appartenenti ai due papi Della Rovere e il ritratto di Giulio II, opera di Raffaello ora agli Uffizi, e dipinti del Bramantino e di Signorelli. Ad Urbino fanno mostra di se i ritratti ufficiali dei duchi, di Francesco Maria I e della moglie Eleonora Gonzaga di Tiziano, di Guidobaldo II del Bronzino, della moglie Giulia Varano di Tiziano, di Francesco Maria II del Barocci del quale sono in mostra altri sette dipinti. Importante e sostanziosa l’eredità roveresca passata a Firenze ed ora provvisoriamente tornata nelle Marche ad esibire il fasto, la cultura, il gusto, la ricchezza, dei signori di Urbino. A Pesaro, a Villa Imperiale, appare il malinconico tramonto della dinastia con le collezioni appartenenti all’ultimo duca tra cui un bronzo romano, detto l’Idolino, posto su un bellissimo basamento scolpito rinascimentale ed una grande raccolta di oltre cento pezzi in ceramica frutto della produzione marchigiana del XVI secolo. Nell’antica cittadina di Casteldurante, poi chiamata Urbania in onore di Papa Urbano VIII, nel Palazzo Ducale sono esposte opere particolari di grafica ed acqueforti e disegni che i duchi collezionavano con impegno ed una raccolta di preziosi strumenti, compassi, orologi solari, astrolabi, che facevano della corte ducale un centro di scienza oltre che d’arte e cultura.
Circa trecento sono i pezzi esposti nelle varie sedi in uno stupefacente succedersi di statue, quadri, armi, bronzi, incisioni, medaglie, che mostrano la potenza e la gloria dei Della Rovere.

Roberto Filippi