MATTEO
DA GUALDO
e il Rinascimento eccentrico tra dal 20 marzo al 27 giugno
2004
Umbria e Marche
Gualdo Tadino (Perugia)
Museo Civico Rocca Flea
Tel. 075/5733496 - 916078
Orario:
Ingresso:
intero Euro 7,00
ridotto Euro 5,00
ridotto scuole Euro 3,00
Informazioni:
Tel. 075/5733496 - 916078
Catalogo:
Electa
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L'ECCENTRICO RINASCIMENTO
DI MATTEO DA GUALDO
Gualdo Tadino è un piccolo centro dell'Umbria su un
colle ad oltre 500 metri di altezza prospiciente sul
fondovalle dove correva l'antica via Flaminia; nella
piana c'era il centro, prima umbro e poi romano di
Tudinae, distrutto prima dell'anno Mille, e non lontano
sorgeva il borgo di Gualdum, bruciato nell'anno 1237.
Il nuovo abitato, sull'altura, fu dominio di Perugia e
nel 1469 entrò a far parte a tutti gli effetti dello
Stato della Chiesa con il nome di Gualdo di Nocera; nel
1833 Papa Gregorio XVI autorizzò la cittadina a
chiamarsi Gualdo Tadino.
Il monumento più insigne è il Duomo, dedicato a San
Benedetto, della metà del XIII secolo con tre portali e
un bellissimo rosone in facciata, seguono pio chiese e
palazzotti di buona architettura e la medioevale Rocca
Flea che domina l'abitato.
Nella rocca il Comune ha sistemato un ricco museo civico
recentemente ampliato e riallestito e vi ospitata spesso
delle mostre. Stavolta vi è esposta una gloria locale:
il pittore Matteo di Pietro noto come Matteo da Gualdo,
un artista nato intorno al 1435 e morto nel 1507, allievo
di Giovanni Boccati e di Giovanni da Camerino e noto
soprattutto per gli affreschi dell'Oratorio dei
Pellegrini ad Assisi.
La mostra, con il sottotitolo "Rinascimento
eccentrico tra Umbria e Marche" esamina la figura di
Matteo, figlio e padre di notai, che a tale professione
preferì quella del pittore con una fiorente bottega che
riceveva commissioni da molti centri dell'area. È un
artista rinascimentale che dipinge in maniera differente
dalle figure potenti di Masaccio e da quelle carnali del
Botticelli; è delicato e dolce, quasi lezioso, con fondi
oro risalenti all'ultima fase del gotico internazionale
che da gli ultimi guizzi.
L'opera di Matteo è rivisitata non isolatamente ma nel
contesto di una cultura umbro-marchigiano-adriatica che
ha la sua sfera d'influenza nell'Umbria, nelle Marche e
nella prospiciente costa dalmata sotto l'influenza
potente di Carlo Crivelli. Sarà esaminata anche la vita
ed il modo di operare di altro pittori della stessa epoca
che usavano spostarsi nei vari centri della zona
mescolando esperienze artistiche, in qualche caso venute
da lontano come influenze della pittura padovana, della
cerchia dello Squarciane e degli artisti di Camerino come
Girolamo di Giovanni.
Un Rinascimento ben diverso da quello noto e trionfante
fiorentino e romano e definito dai curatori della mostra
"eccentrico" nell'antico senso di lontani dalla
centralità, appartato, forse provinciale, ma sempre
degno di apprezzamento per la perfezione stilistica, la
sapiente cromia, il disegno nitido, l'aspetto dolce e
pacato. Un breve viaggio in un mondo poco noto ma molto
valido.
Roberto Filippi
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