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oltre l'arte
2004

Beni Culturali - Mostre
Beni Culturali - Mostre
Sommario




I TESORI DEGLI AZTECHI
Dal 20 marzo al 18 luglio 2004

Roma
Fondazione Memmo - Palazzo Ruspoli
via del Corso 418

Orario:
tutti i giorni
dalle 9.30 alle 20.30
sabato dalle 9.30 alle 21.30
La biglietteria chiude un’ora prima

Ingresso:
Intero 8 €, ridotto e gruppi di adulti 6 €, gruppi di scuole 4 €

Informazioni:
Tel. 06/6874704

www.palazzoruspoli.it






  

QUELLO CHE RIMANE DI UNA CIVILTÀ

Nel continente americano la razza umana non è originaria ma è giunta, attraverso lo Stretto di Bering ghiacciato, in ondate successive provenienti dall’Asia a partire almeno dal 20.000 a.C.; queste genti, di razza mongolica, si sparsero ovunque raggiungendo stati differenti di civiltà. Nel Nord America si stabilirono gli attuali Eschimesi, gli Indiani delle Pianure e dei Grandi Laghi, nel Sud America si stanziarono le popolazioni primitive degli Araucaini e dei Patagoni, e gli abitanti della grande foresta pluviale; solo in due zone si sviluppò una civiltà di grande rilievo, la prima nell’area corrispondente agli attuali Cile settentrionale, Perù, fasce meridionali di Bolivia ed Equador dove si distinsero popoli diversi successivamente assorbiti dall’impero noto come Inca, destinato a cadere sotto i colpi degli Spagnoli di Pizarro. L’altra area di civiltà si estese nell’attuale Messico e nella parte settentrionale delle repubbliche del Centro America.
Le due aree vissero completamente separate e non risulta che tra loro vi sia stato alcun contatto. Negli altopiani messicani si svilupparono, in epoche successive, civiltà proprie di differenti popoli, i Toltechi, gli Olmechi, gli Zapotechi, i Mixtechi, i Chichimechi; costruivano grandi edifici in pietra, scolpivano statue, coltivavano il mais, allevavano animali, usavano strumenti di pietra, in particolare ossidiana di origine vulcanica, usavano vasellame in ceramica finemente lavorato e ornamenti d’oro cesellati con grande perizia; avevano creato stati ben organizzati come più a sud, nella penisola dello Yucatan, i Maya. Ma quando ai primi del ‘500 apparvero i conquistadores guidati da Cortès dominava su gran parte dell’area un grande impero fondato da un popolo guerriero, gli Aztechi. Secondo gli storici nel XIII secolo una tribù delle montagne settentrionali scese combattendo e si stanziò su alcune isole del lago di Texcoco e da lì iniziò la sua lunga vicenda; coraggiosi e violenti combatterono contro i popoli vicini, a volte vincendo a volte no, ma alla fine prevalsero e fondarono sul lago una splendida città capitale, Tenochtitlan, si spinsero poi verso sud e costituirono un forte stato centralizzato sotto l’autorità di una dinastia reale. Dal punto di vista sociale gli Aztechi erano divisi in classi e clan con una potente casta sacerdotale che interpretava una religione di tipo dualistico che opponeva alcuni dei ad altri, gli dei più potenti erano Tezcatlipoca, personificazione del sole, e Huitzilopochtli il dio della guerra, a loro e agli altri dei gli Aztechi immolavano centinaia di prigionieri catturati in apposite scorrerie. I sacrifici erano crudeli massacri e avvenivano sulle sommità dei teocalli, grandi templi a forma di piramide a gradini, e qui i sacerdoti aprivano il petto delle vittime, con un coltello di pietra, offrendo i cuori ancora palpitanti alle divinità. In altri casi il prigioniero veniva scorticato e la pelle sanguinante indossata dai sacerdoti e dal simulacro del dio. Il calendario era solare e regolava minutamente la loro vita religiosa e sociale, avevano una fiorente agricoltura e coltivavano mais, fagioli, pomodori, peperoni, cacao, allevavano cani, tacchini ed una specie di oche, la moneta non esisteva ma il commercio era vivace fondato su un rapporto di valori basato sui semi del cacao, lavoravano l’oro, l’argento, il rame, ignoravano il ferro e la ruota.
Un impero strano, barbaro e civile nello stesso tempo, che crollò rapidamente sotto l’urto dei pochi Spagnoli di Cortès dotati di cavalli e di armi da fuoco; ma non furono solo le armi a determinare la sconfitta degli Aztechi ma il fatto che molte popolazioni da poco sottomesse si ribellarono appoggiando gli invasori ed infine la credenza che un dio bianco barbuto, Quetzalcoatl, sarebbe venuto dal mare, Cortès fu identificato con il dio e riuscì facilmente a giungere a Tenochititlan dove gli Spagnoli scoprirono l’oro. Questo fu la causa della rovina degli Aztechi, il re Montezuma fu ucciso, il tesoro predato, i sacrifici umani vietati, le popolazioni asservite. Ci furono rivolte che costarono gravi perdite agli invasori ma che alla fine furono domate con estrema brutalità. Le classi dirigenti azteche furono sterminate, il popolo convertito a forza dai frati al seguito di Cortès e costretto al lavoro quasi forzato, epidemie dovute a malattie importate dall’Europa decimarono gli indios.
La loro civiltà fu praticamente annientata, i monumenti distrutti o riutilizzati, il vasellame d’oro fuso e portato in Spagna, le opere d’arte e di letteratura bruciate perché sospette di idolatria, il popolo meticciato con gli invasori, ed in alcuni casi con schiavi negri, cristianizzato malamente, perse la lingua, l’identità e quasi ogni ricordo del suo passato. Soltanto con l’indipendenza dell’America Latina, ai primi dell’800, si cominciò a riscoprire e a studiare le civiltà americane pre-spagnole e il Messico stupì gli studiosi per l’importanza e la qualità dei suoi monumenti superstiti, specialmente templi costruiti in cima a grandi piramidi; iniziarono poi grandi scavi archeologici che restituirono molti reperti, quasi esclusivamente provenienti da contesti funerari, che hanno arricchito molti musei ed in particolare quelli messicani che affascinano i visitatori per le particolari caratteristiche degli oggetti esposti.
Ora gli Aztechi sono di passaggio per Roma e, in accordo con l’Ambasciata del Messico ed il Museo Nacional de Antropologia di Città del Messico, viene proposto un complesso, in buona parte inedito, di quasi quattrocento opere legate alla storia e alla vita degli Aztechi. Data la sistematica distruzione di quanto prodotto nella Meso-America questi pezzi assumono un grande valore, effettivo e simbolico, si tratta di sculture, ceramiche smaltate, oggetti d’oro e in pietre semipreziose, gioielli, vasellame, reperti liturgici, scavati anche recentemente soprattutto nel Templo Mayor di Città del Messico.
La mostra si articola in varie sezioni che vanno dall’esame delle popolazioni pre-azteche al mondo dei grandi e crudeli guerrieri e alle sue varie articolazioni religiose, sociali, economiche concludendosi con una sezione che testimonia la tragica fine degli Aztechi. Una mostra di alto valore scientifico ed estremamente interessante data la particolarità del tema.

Roberto Filippi